Clinton-Trump, il primo dibattito in tivù in 10 punti [di Stefano Graziosi]

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Lettera 43 – 27 Settembre 2016.  Donald protezionista sul lavoro. Hillary pronta a limitare gli abusi della polizia. Gli opachi redditi del tycoon e l’e-mail gate dell’ex first lady. Analisi del duello.

Primo round a Hillary. La candidata democratica Clinton ha vinto il dibattito televisivo  andato in scena la serata di martedì 26 settembre 2016 (la notte di mercoledì 27 in Italia) contro lo sfidante repubblicano Donald Trump, suo rivale nella corsa alla Casa bianca.

Ancora due match. In attesa degli altri due faccia a faccia – in programma il 9 ottobre alla Washington University di Saint Louis e il 19 ottobre alla University of Nevada di Las Vegas – ecco i 10 argomenti chiave affrontati dai duellanti.

1.Lavoro: gli investimenti di Hillary contro il protezionismo di Donald

È stata una delle questioni centrali del dibattito. Trump ha sostenuto che la crisi lavorativa statunitense sarebbe dovuta alla delocalizzazione attuata da molte imprese: avrebbe finito con il colpire soprattutto alcune zone specifiche (come l’Ohio e il Michigan). Alla base di ciò ci sarebbero i trattati internazionali di libero scambio che The Donald promette di rinegoziare a condizioni più vantaggiose per gli Stati Uniti.

Trump propone incentivi alle imprese. Il repubblicano ha inoltre proposto una riduzione fiscale sensibile, meno burocrazia e incentivi alle imprese. Hillary ha replicato di voler creare posti di lavoro attraverso una decisa politica di investimenti, valorizzando settori specifici come quello delle energie rinnovabili. Ha rifiutato la prospettiva protezionista del rivale, asserendo di voler valutare i trattati commerciali da siglare caso per caso.

2.Tasse: l’abbattimento (ad personam?) proposto dal tycoon

Trump ha sostenuto di voler attuare una politica di forte taglio delle tasse.
In particolare ha dichiarato l’intenzione di ridurre drasticamente le imposte per le aziende.
Ha poi accusato l’avversaria di voler aumentare la pressione fiscale.

Rischi per il debito americano. L’ex first lady ha ribattuto spiegando che la proposta del candidato repubblicano finirebbe con l’avere degli effetti decisamente negativi: aumenterebbe il debito pubblico e favorirebbe i benestanti. Hillary Clinton ha inoltre lasciato intendere che proprio Trump potrebbe trarne vantaggio.

3.Ordine pubblico: Trump con la polizia, l’ex first lady contro gli abusi

Hillary ha cercato di mantenere una posizione abbastanza centrista.Soprattutto in riferimento ai problemi del razzismo e degli scontri tra polizia e afroamericani, l’ex first lady ha invocato un reciproco rispetto tra forze dell’ordine e comunità afroamericane.
Ha quindi sostenuto di voler stanziare fondi per la formazione della polizia, riconoscendone il valore, ma dicendosi pronta a limitarne gli abusi.

Evocato il modello Rudy Giuliani. Più duro Trump: ha avanzato un approccio muscolare, chiedendo il ripristino della legge e dell’ordine, secondo il modello Rudy Giuliani. Contrariamente alla rivale, ha poi difeso lo stop and frisk: la pratica che permette di perquisire chiunque sembri sospetto di aver commesso un reato.

4.Razzismo: il miliardario che «ha molti amici nella comunità afro»

Clinton ha riconosciuto che il problema razziale risulta ancora determinante nella società americana. Ha quindi affermato che il sistema penale si macchia spesso di discriminazione, tacciando poi il rivale di comportamenti rasentanti il razzismo.

Quei dubbi sulla nascita di Obama. In particolare è emerso l’appoggio fornito in passato da Trump al movimento dei birthers, secondo cui Barack Obama non sarebbe nato negli Stati Uniti. Trump ha replicato di avere molti amici nella comunità afroamericana e che quest’ultima risulta profondamente stufa di essere ingannata dalle false promesse del Partito democratico.

5.Sicurezza informatica: gli hackeraggi russi pietra dello scandalo

Hillary ha notato come da tempo il rischio di hackeraggio da parte di potenze straniere sia in aumento. Ha quindi citato gli attacchi cibernetici della Russia contro il governo americano e il comitato nazionale del Partito democratico, rimproverando al rivale le parole di ammirazione pronunciate per Vladimir Putin e il fatto stesso di averlo invitato a effettuare hackeraggio in campagna elettorale.

Uun generico «Bisogna fare di più». Trump ha replicato che dietro quegli attacchi non necessariamente ci sarebbe la Russia, aggiungendo che in materia di sicurezza informatica l’America deve fare molto di più.

6.Isis: il repubblicano incolpa la ritirata dall’Iraq voluta da Obama

Trump è partito all’attacco, accusando Obama e Hillary Clinton di essere tra i responsabili della nascita dell’Isis, a causa del ritiro delle truppe americane dall’Iraq.
Secondo il miliardario la guerra in Iraq (voluta da George W. Bush) sarebbe stata sbagliata. Ma altrettanto errato sarebbe risultato il ritiro improvviso dei militari voluto dalla successiva amministrazione democratica.

Soluzione Dem: sostegno ai Curdi. Hillary ha replicato accusando Trump di aver sostenuto in passato la guerra in Iraq. Poi, passando al versante delle soluzioni, l’ex first lady ha affermato che bisogna combattere l’Isis intensificando i bombardamenti statunitensi e fornendo maggior sostegno ai combattenti curdi sul campo.

7.Iran: gli accordi di Kerry accusati da Donald di aver risollevato Teheran

Il candidato repubblicano ha attaccato duramente l’accordo sul nucleare con l’Iran siglato dall’attuale segretario di Stato, John Kerry. Secondo Trump si tratterebbe di un accordo negoziato male. Ma soprattutto avrebbe fornito la possibilità a Teheran di risollevarsi dopo che le sanzioni internazionali erano riuscite a metterla in ginocchio.
Per Hillary è sotto controllo. Clinton ha replicato sostenendo che, grazie all’accordo, adesso l’Iran risulterebbe finalmente sotto controllo e che la diplomazia è riuscita dove le sanzioni nulla avevano potuto. Trump ha ribattuto sottolineando la pericolosità di Teheran, soprattutto a causa delle sue relazioni con la Corea del Nord.

8.Nato: isolazionismo contro la prospettiva internazionalista

Sulla questione della Nato Trump ha rispolverato la sua consueta prospettiva di stampo isolazionista. Alcuni mesi fa aveva lasciato intendere di voler tagliarle i fondi, se non addirittura di abbandonarla. Durante il dibattito  ha sottolineato polemicamente che i costi dell’organizzazione dipendono quasi totalmente dagli Stati Uniti, che si tratta di un’alleanza in parte obsoleta e che troppo tardi ha iniziato a occuparsi seriamente del problema terroristico.

Alleanza irrinunciabile. Per Hillary Clinton la Nato risulta invece un fattore irrinunciabile, secondo una prospettiva internazionalista. L’ex segretario di Stato ha inoltre ribadito la vicinanza americana agli alleati storici, dall’Europa al Giappone.

9.Scheletri nell’armadio: la dichiarazione dei redditi e lo scandalo e-mail

Entrambi i candidati hanno mostrato di avere degli scheletri nell’armadio. Trump ha avuto non pochi problemi a giustificare per quale ragione non abbia ancora pubblicato la sua dichiarazione dei redditi: l’avversaria ne ha approfittato, lasciando intendere che abbia qualcosa da nascondere. Ma Clinton ha di nuovo avuto a che fare con lo scandalo delle e-mail, prontamente rinfacciatole da Trump.

Il nodo dell’esperienza. In secondo luogo l’ex first lady ha accusato il rivale di non avere né l’esperienza né il temperamento adatto per fare il presidente.
Trump ha replicato che Hillary ha con sé una «cattiva esperienza» di cui l’America non ha bisogno.

10.Accetterebbe il risultato elettorale? Sì, almeno a parole

Entrambi giurano di sì. Hillary: «Io sostengo la nostra democrazia. Talvolta vinci e talvolta perdi. Ma certamente accetterò il risultato di queste elezioni».

Diranno sul serio? Donald: «Se Hillary vince, la sosterrò assolutamente». Diranno sul serio?

 

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