I libri si amano con meno chiacchiere e più lettura [di Paolo Di Stefano]

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Il Corriere della Sera 23 ottobre 2016. Per promuovere la lettura non c’è niente di meglio che lavorare con le scuole: il resto, ciò che si tenta di fare con gli adulti, rischia di essere tardivo e autocelebrativo. Per questo non si può che salutare con entusiasmo la terza edizione di «Libriamoci», la settimana (prossima) di letture nelle scuole di ogni ordine e grado, dall’infanzia ai liceali. Non c’è niente di meglio che trasmettere una passione in tenera età (un po’ a tradimento), perché se quella passione è stata contagiata come si deve, rimarrà per sempre, come la fedeltà sportiva, che non a caso si chiama tifo.

Escludendo che i genitori (in genere) siano animati da questa passione, nell’opera di sano contagio della lettura è giusto che gli scrittori aiutino gli insegnanti: sono loro, gli scrittori, che hanno sperimentato, più di altri, il fuoco del leggere, perché non si dà scrittore che non sia stato intimamente incendiato dall’amore per altri scrittori.

Comunicare la gioia di un amore è più facile, viene quasi naturale. Ed è bello che gli scrittori, da lunedì, entrino nelle aule di tutta Italia usando il lanciafiamme della loro passione, leggendo ad alta voce le pagine da cui sono stati rapiti. E se davvero funziona, basta leggere, niente di più: ricordo la prima volta che ho sentito Dante Isella leggere Carlo Porta, sono rimasto totalmente estasiato, perché bastavano quel suono e quel ritmo a diffondere l’incanto poetico, ancora prima di cogliere i nessi, le ragioni stilistiche, strutturali, metriche eccetera.

I festival e i saloni del libro, che litigano tra di loro per conquistarsi il primato della chiacchiera, ci hanno abituati, appunto, alla chiacchiera (spesso vuota e autoriferita): si parte dal libro e si parla, si parla fino alla nausea, dimenticando che l’unica cosa che davvero conta è la musica della pagina, la musica del testo. Prima o poi bisognerà capire che la chiacchiera promuove i saloni (biglietti e afflussi), non la lettura. Meglio tornare a scuola.

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