Dottorandi di ricerca afgani a Sassari [di Sergio Vacca]

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Primo passo per costruire un Progetto di formazione permanente di quadri dirigenti ed intermedi dell’Afganistan. Dopo tre anni di frequenza della Scuola di Dottorato di Ricerca in “Scienze e biotecnologie dei Sistemi Agrari, Forestali e delle Produzioni alimentari” dell’Università di Sassari, i dottorandi di ricerca di nazionalità afgana Mohammad AlamGhoryar, Abdullah Halim e Mohammad Osman Karimi tornano a casa. I tre dottorandi, ricercatori e assistant professor nella Facoltà d’Agraria dell’Università di Herat, sono giunti in Sardegna grazie all’iniziativa dall’Ente Acque della Sardegna che, nell’ambito della propria attività di cooperazione internazionale, collateralmente alla realizzazione di un tratto dell’acquedotto della Città di Herat, ha voluto istituire due borse di studio di dottorato; analoga iniziativa da parte dell’Assessorato dell’Istruzione della Regione Sardegna per una borsa.

I ricercatori afgani hanno frequentato la Scuola di dottorato a partire dal settembre 2010, dopo un periodo di ambientamento e apprendimento della lingua italiana, presso il Centro Linguistico di Ateneo ed hanno completato il loro ciclo formativo con la fine di ottobre 2013. Tutti e tre i dottorandi hanno seguito presso la sede di Sassari del Dipartimento di Agraria cicli annuali di lezioni comuni o specifiche per i rispettivi indirizzi, mentre le attività di ricerca si sono svolte a Sassari per Alam Ghoryar e Osman Karimi e a Nuoro, dove ha sede il Corso di Laurea in Scienze Forestali, per Abdullah Halim.

Le ricerche di Alam Ghoryar si sono svolte presso la Sezione Agronomia, Coltivazioni erbacee e Genetica (SACEG), sotto la guida di Pier Paolo Roggero e hanno riguardato la tematica dei Sistemi di pascolo su larga scala in Afganistan e lo studio e la valutazione delle diverse prospettive di sviluppo dell’agricoltura nazionale. Quelle di Abdullah Halim, svolte presso la Sezione di Economia e Sistemi arborei e forestali (SESAF), sotto la guida di Roberto Scotti, Cynthia Vagnetti e Chiara Rosnati hanno riguardato l’Analisi e la valutazione del ruolo delle conoscenze degli allevatori locali di capre in Sardegna in ecosistemi naturali.

Alam Ghoryar e Abdullah Halim hanno completato e depositato presso la Scuola di Dottorato le loro tesi di ricerca e, dopo un periodo di circa due mesi che trascorreranno nel loro paese, torneranno a Sassari per l’esame finale di Dottorato. Nel prossimo marzo, il Rettore dell’Università Attilio Mastino, unitamente ai docenti tutor della Scuola, si recherà ad Herat dove, presso la locale Università e alla presenza del Comandante della Brigata Sassari, Generale Manlio Scopigno, proclamerà Alam Ghoryar e Abdullah Halim Dottori di Ricerca in Scienze e biotecnologie dei Sistemi Agrari e Forestali e delle Produzioni alimentari.

Osman Karimi, che ha seguito lo stesso percorso formativo dei suoi colleghi, conseguirà il Dottorato nel successivo anno accademico. Porta tuttora avanti le sue ricerche sulla genetica del patrimonio ovino e caprino dell’Afganistan presso la sezione di Scienze Zootecniche del Dipartimento, sotto la guida di Nicola Macciotta e Gianni Battacone. Nel suo caso, si sono verificati consistenti ritardi nell’approvvigionamento e la preparazione in Afganistan del sangue degli animali studiati. Analizzati presso i Laboratori del Dipartimento, i campioni hanno messo in luce particolarità nella struttura del DNA che richiedono un ulteriore anno di ricerche per la comprensione dei fenomeni e dei processi evidenziati nello studio della filogenesi delle razze locali esaminate.

Dal 2010 al 2012, si sono succedute  tre missioni in Afganistan dell’Università di Sassari, nel corso delle quali sono stati attivati contatti con il Rettore dell’Università di Herat e col Preside della Facoltà di Agraria. Da qui la decisione di ENAS, presente ufficialmente nelle due prime missioni, avvenute sempre in coincidenza con la presenza in teatro della Brigata o di sue componenti, della  concessione di borse di studio ad hoc ai  ricercatori della Facoltà di Agraria di Herat.

Fin qui una sorta di cronistoria dell’attività di alta formazione dell’Università di Sassari indirizzata all’Afganistan. Un momento di riflessione sulla reale portata di questa iniziativa  nel processo di sviluppo e ricostruzione di una nazione come l’Afganistan è stato il seminario, tenutosi lo scorso anno, sull’esperienza di cooperazione civile militare ad Herat condotta dall’Ateneo turritano e dalla Brigata Sassari. Alla base delle riflessioni fatte, l’analisi delle implicazioni che hanno taluni aspetti delle condizioni antropologiche e sociali, della cultura, della religione e della storia passata ma anche recente dell’Afganistan su importanti attività come ad esempio l’agricoltura lato sensu.  Nel corso del Seminario, più relatori hanno espresso la preoccupazione che questa forma  di cooperazione interuniversitaria rischi di rimanere un fatto isolato, seppure apprezzabile, se non verrà resa continuativa la collaborazione tra i sistemi universitari italiano – possibilmente europeo –  ed afgano.

Progetto di Formazione permanente di quadri dirigenziali ed intermedi dell’Afganistan. E’ contemporaneamente un titolo ed un obiettivo. Un’ipotesi progettuale può essere costruita con il contributo di diverse discipline e dovrà individuare obiettivi  formativi in relazione alle esigenze che saranno espresse in sede locale e verificate con il concorso delle strutture di governo afgane. Una volta formulato il progetto, il Comitato Universitario Nazionale e la Conferenza dei Rettori potranno esprimere l’interesse ad attuarlo da parte del sistema universitario italiano, mentre diversi Ministeri, dall’Università, agli Esteri, alla Cooperazione e Sviluppo Economico e della Difesa – se lo riterranno – potranno autorizzare con opportuni provvedimenti la realizzazione, individuandone le relative fonti di finanziamento.

L’offerta formativa potrà essere  diversificata, dai livelli di base (laurea triennale e/o magistrale), all’alta formazione (master, dottorati di ricerca,  scuole di specializzazione) e riguardare diversi settori scientifico-disciplinari. E’ sicuramente basilare il concorso finanziario dell’Unione Europea ed il coinvolgimento delle Università di altri paesi dell’Unione. Ma, il costo relativamente modesto di ciascuna borsa potrebbe invogliare – magari con l’incentivo di sgravi fiscali – Enti pubblici, privati e Fondazioni a destinare a quella finalità una parte dei proventi delle rispettive attività.

Se la presenza a Sassari per un triennio di Mohammad AlamGhoryar, Abdullah  Halim e Mohammad Osman Karimi avrà un seguito e altri Mohammad o Abdullah arriveranno a Sassari come in altre Università del nostro paese o dell’Unione la cooperazione culturale tra Italia ed Unione Europea e l’Afganistan rappresenterà il cardine fondamentale nel processo di sviluppo e ricostruzione di questo Paese.

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