Immenso Falstaff [di Franco Masala]

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A otto anni dall’ultima rappresentazione Falstaff, capolavoro finale di Verdi, torna nel teatro Lirico di Cagliari con la stessa produzione di allora. In realtà l’opera verdiana giunse in città soltanto nel 1938, quindi a ben 45 anni dalla prima scaligera, e poi per altre quattro volte. Poche certamente in proporzione all’importanza dell’opera che diventa la summa di tutta la produzione verdiana ma anche il passaggio verso un modo completamente nuovo di intendere il dramma musicale.

E basterebbe richiamare la frequenza dei monologhi del protagonista (e non solo) in forme aperte rispetto alle arie compiute in se stesse dei due giovani innamorati, Fenton e Nannetta, per intendere la libertà nella quale si muove l’ultima partitura del grande musicista che ricorre anche a autocitazioni da Traviata e Aida, rese in forma ironica.

E dopo il Rossini ventenne della Pietra del paragone, appena rappresentata al Lirico, non sfigura il Verdi ottantenne del capolavoro comico che assomma leggerezza musicale e preziosismi testuali  per dirci infine che tutti siamo gabbati quando “Tutto nel mondo è burla”.

La messinscena cagliaritana è quella già curata a suo tempo di Daniele Abbado che utilizza una enorme pedana di legno circolare, rappresentante la pancia di Falstaff pronta a diventare via via osteria, casa Ford o il bosco, ricorrendo a botole che si aprono e a mobili e pareti che scendono dall’alto con i personaggi vestiti in fogge di un indeterminato Novecento (scene di Graziano Gregori e costumi di Carla Teti).

Non manca però niente all’azione che scorre sotto la direzione di un maestro esperto e controllato quale Donato Renzetti, e poggia su una compagnia di canto che, senza punte eccelse, fa gioco di squadra efficace e pronto.

Il protagonista, Roberto De Candia, appare perfettamente calato nella parte scenicamente e vocalmente e con lui i due innamorati, vero e proprio prototipo della coppia Lauretta-Rinuccio del Gianni Schicchi pucciniano (e sono Barbara Bargnesi e Marco Ciaponi) e, ancora, la cavernosa e insieme leggera Agostina Smimmero quale Mrs. Quickly. Completano il resto della compagnia Thomas Tatzl, Alex Penda, Chiara Amarù, Enrico Zara e la coppia dei servi di Falstaff, Bruno Lazzaretti e Emanuele Cordaro, anche ottimi attori.

Il divertimento ma anche la riflessione malinconica sulle vanità terrene sono assicurati. Peccato che il pubblico un po’ ingessato della prima abbia accolto lo spettacolo con una freddezza inversamente proporzionale al suo valore e alla bellezza della musica.

*Foto di Priamo Tolu ©

Falstaff

commedia lirica in tre atti

libretto Arrigo Boito

dalla commedia Le allegre comari di Windsor e dal dramma Enrico IV di William Shakespeare

musica Giuseppe Verdi

venerdì 11 novembre 2016, ore 20.30 – turno A

sabato 12 novembre 2016, ore 19 – turno G

domenica 13 novembre 2016, ore 17 – turno D

martedì 15 novembre 2016, ore 11 – ragazzi all’opera

martedì 15 novembre 2016, ore 20.30 – turno F

mercoledì 16 novembre 2016, ore 20.30 – turno B

giovedì 17 novembre 2016, ore 17 – ragazzi e famiglie all’opera

venerdì 18 novembre 2016, ore 11 – ragazzi all’opera

venerdì 18 novembre 2016, ore 20.30 – turno C

domenica 20 novembre 2016, ore 17 – turno E

 

 

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