A Carlo Arthemalle e Gianfranco Bottazzi [di Pietro Maurandi]
Ho deciso di rispondervi perché la vostra lettera mi ha molto meravigliato. A cominciare dal periodo iniziale, dove praticamente si dice che il “gruppo considerevole di amici e compagni, con i quali abbiamo condiviso tante battaglie”, praticamente prende una posizione anomala rispetto a quelle battaglie. Io sono sicuro della mia scelta di votare NO, ma non abbastanza da pensare che chi vota SI sia nell’errore e solo chi vota NO sia coerente con quelle battaglie. Mi meraviglia che voi pensiate che nella nostra scelta conti e pesi “l’abitudine a dire no” e che vi sia in noi “la paura del nuovo” o un “riflesso condizionato” derivante dalla presunta abitudine a dire sempre no. Sono giudizi privi di fondamento, che comunque non valgono per tutti i sostenitori del NO. Per quanto mi riguarda, penso che chi sceglie SI lo faccia nel merito della proposta e non per strane tare o vecchie abitudini, vorrei anche io essere gratificato di altrettanta considerazione. Per quando riguarda i motivi da voi sostenuti per votare SI, devo dire che mi sembrano abbastanza scarni:
Se c’è chi considera il 4 dicembre una anticipazione della campagna elettorale, questo è dovuto esclusivamente all’opera del Presidente del Consiglio, che si è intestata la proposta facendone una battaglia personale, salvo poi lamentarsi della personalizzazione. E’ vero che l’Italia non può mettersi a seguire Brunetta e Salvini, ma neanche le mattane e le sciocchezze di Renzi, con tutti i problemi che abbiamo, a cominciare dalla povertà, dalla emigrazione/immigrazione e dalla disoccupazione. La nostra costituzione è stata approvata con 480 voti a favore e 62 contrari. Fra quei 480 costituenti vi erano persone con storie, culture, ideologie diverse. Ma la Costituzione è di tutti, e allora quegli uomini – alcuni dei quali abbiamo ben presenti – hanno lavorato e faticato molto per cercare compromessi virtuosi e giungere ad un’approvazione ampia, che esprimesse le culture fondamentali della società e della politica italiana. Questa riforma invece è stata approvata in Parlamento solo dalla maggioranza, aiutata da Verdini e da pochi altri personaggi del centrodestra, che non rappresentano più nessuno. E’ questa la cosa peggiore, che ci obbligherà a lavorare molto dopo il 4 dicembre – comunque vada – per riaffermare che la Costituzione è di tutti e che non merita di essere trattata come un’arma da brandire contro gli avversari, come ha fatto il Presidente del Consiglio. |