Il 4 dicembre noi votiamo NO [di Coordinamento Comitati Sardi]

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I Comitati e le Associazioni aderenti al Coordinamento Comitati Sardi si sono da sempre connotati come apartitici e lontani dalle lotte e contrapposizioni proprie dei partiti e delle loro fazioni; tuttavia i Comitati e le Associazioni per loro stessa natura trattano di interessi collettivi, delle popolazioni locali e di beni comuni, portando avanti rivendicazioni spesso trascurate dai livelli di governo statale, regionale e
locale.

Ciascuno di essi è sorto su un obiettivo specifico: dalla raccolta differenziata ai problemi energetici, dallo sviluppo dell’agricoltura biologica alla difesa del patrimonio linguistico e culturale della Sardegna, dalla lotta alle basi militari a quella contro lo strapotere delle multinazionali del cibo e dei medicinali, ma tutti hanno come filo conduttore:

IMPEDIRE OGNI FORMA DI INQUINAMENTO MATERIALE E MORALE DELLA NOSTRA TERRA E DEL NOSTRO POPOLO

Tutto l’impianto della riforma costituzionale che ci viene proposta col voto referendario del prossimo 4 dicembre tende a dare al governo una grande libertà di movimento e azione, a parere nostro una libertà troppo estesa e svincolata, specialmente dagli enti locali più prossimi alla cittadinanza, ovvero quelli presso i quali noi popolazione, in prima istanza, possiamo più facilmente far sentire la nostra voce.

La libertà di azione che il governo richiede con la sua proposta di revisione costituzionale assolutamente non lascia nessuna possibilità alle comunità locali di tutelare i propri legittimi interessi. La nostra esperienza diretta ci dimostra che spesso si è rivelato molto pericoloso affidare la protezione del nostro benessere esclusivamente alla correttezza degli uffici preposti a validare i progetti proposti nei nostri territori.

Di frequente infatti l’unica tutela reale, l’unica opposizione possibile verso certi interventi dannosi per i territori e le sue comunità (con ripercussioni ad ampio spettro: ambientali, sanitarie e socio-economiche), è quella derivante dall’azione delle comunità e dalla voce che riescono a far sentire: voce che appunto la revisione costituzionale vuol tacitare, o rendere ininfluente.

Inoltre le leggi costituzionali non dovrebbero assolutamente essere di propulsione governativa, come questa è, considerato che la Costituzione stessa pone stretti limiti alla facoltà del governo di proporre finanche solo leggi ordinarie: al cospetto di questa considerazione, la riforma proposta risulta un abominio, un’anormalità.

Per tutto quanto sopra esposto e per la minaccia da leggersi nella revisione costituzionale proposta che accentra sempre più i poteri nello Stato delegittimando le Regioni a legiferare su temi di fondamentale importanza, il Coordinamento Comitati Sardi chiede ai cittadini di far sentire la propria voce e di VOTARE:

NO alla proposta di revisione costituzionale domenica 4 dicembre 2016.

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