La Serra dei misteri. Il delitto di Rosanna Fiori [di Maristella Copula]
Era un’azienda florida e all’avanguardia la Barbagia Flores e lo era stata da subito nei pensieri dei suoi proprietari, l’imprenditore veronese Stefano Wallner e la moglie di origini sassaresi Rosanna Fiori, allorchè approdati in Sardegna, si innamorarono alla vista di quella pianura assolata e selvaggia ai piedi del Gennargentu, tra la Barbagia e l’Ogliastra. In pochi anni sorge sul quel territorio una gigantesca serra di cinquantamila metri quadrati, governata da sistemi tecnologici avanzati e raffinati, che dovrebbe produrre, a regime, quattro milioni di piante destinate al mercato estero. Pur essendone l’unico proprietario e amministratore, l’immenso patrimonio investito in Sardegna sarà dato in gestione alla moglie Rosanna che, con la sua supervisione, sovrintenderà quest’impresa difficile ma affascinante, una vera sfida imprenditoriale che sembra avere tutte le carte in regola per essere fruttifera sia a livello di guadagni che in termini di produttività di posti di lavoro per gli abitanti del luogo. Ma la Barbagia Flores accumula miliardi di debiti e insolvenze e il sogno è destinato a diventare un incubo che si conclude nel modo peggiore. Il 3 Ottobre del 2001 Rosanna Fiori viene uccisa a fucilate mentre si dirige ad aprire il cancello dell’azienda perché gli operai possano entrare di lì a pochi minuti. Sarà un caso insoluto, un giallo irrisolto, nonostante i processi e l’alto numero dei sospetti. Una sentenza appena emessa assolve tutti gli imputati di una vicenda oscura, tortuosa, assolutamente complessa e intricata. Con un lavoro di ricerca paziente, accurato e preciso, la giornalista Maria Francesca Chiappe riesce a condurre il lettore all’interno delle vicende, districando ogni nodo per permettergli di vedere personalmente le stratificazioni politiche, sociali, culturali, antropologiche e individuali dei numerosi personaggi che si muovono dentro un teatro dell’essere senza apparire, dell’apparire senza essere. Calato all’interno della corruzione, del potere, delle invidie, della malavita locale, della politica immorale, delle banche manovrate, delle lotte operaie fomentate spesso da invidie, gelosie e campanilismi, partecipe della violenza, delle minacce, degli attentati, delle lettere minatorie e di eccessi di ogni genere, il lettore viene catturato da un vortice di avvenimenti spesso solo sottilmente collegati tra loro, senza che gli sia preclusa la visione intima e la percezione di ciò che traspare di meschinità e povertà morale nell’animo dei protagonisti, di ogni personalità di spicco e di ogni comparsa. La controversa figura di Rosanna Fiori, una donna bionda, alta e snella, rigorosa e determinata nel salvare la sua azienda a tutti i costi, moglie e madre di tre figli, emerge fra tutte le altre. Caparbia nelle sue certezze (“in Sardegna le donne non le tocca nessuno”), è convinta che aiuto e protezione le possano essere dati dagli ambienti malavitosi locali e lei stessa, in virtù delle sue conoscenze, pronuncia minacce e assume atteggiamenti che esorcizzano le sue stesse paure per incuterle in chi, nelle sue terribili ossessioni sempre più martellanti, vorrebbe farla andare via dalla Sardegna e costringerla a svendere la sua azienda, non lesinando sopraffazioni e sgarbi ai suoi stessi operai e scontrandosi continuamente con i sindacati fino ai limiti della provocazione. E parla Rosanna, parla con la Polizia, con i Carabinieri, con la Criminalpol, presenta denunce alla Procura, fa nomi e cognomi di ogni persona sospetta, prendendo su di sé il grande rischio della ritorsione. Sono stati individuati addirittura cinque delitti legati alla Barbagia Flores e armi, fucili e pistole, usate in più occasioni e che farebbero pensare ad una stessa mano o perlomeno ad un unico mandante, ma la realtà possiede mille facce che non conosceremo mai. Resta soltanto la fine di una vita, di più vite, restano le macerie di ciò che fu la Barbagia Flores, resta l’abbandono ricoperto dalla ruggine del tempo, resta il silenzio interrotto solo dal sibilo del vento e le storie che fluttuano ancora nell’aria insieme alla verità, una verità ormai muta, priva di parole per testimoniare.
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