Per il viso di Giulio il Grande Giostraio aveva scelto il ginepro o zinnibiri [di Franco Meloni]
La carovana infinita che trasporta i bauli dei personaggi che rendono il mondo animato permette al Grande Giostraio di assegnare compiti e parti secondo oscure trame. I materiali sono tanti, quante le combinazioni rese possibili da alchimie a volte perverse. Ai Sardi, pochi e con parti minori da comprimari, basta un po’ di granito e un po’ di legno incurvato dal vento. Per il viso di Giulio era stato scelto il ginepro, o zinnibiri, come avrebbe immediatamente puntualizzato. Un legno duro, adatto a trasfigurare crocifissioni e sostenere volte sopra camini infreddoliti. La sgorbia aveva lavorato bene. L’immagine rispondeva all’idea che dei Sardi è comunemente diffusa. Taciturno, serio oltre l’usuale, di pochissime parole. E sempre pensoso. Miracolo quindi, quando il durissimo legno si muoveva a sorriso. Magnifico l’effetto che comunicava agli occhi profondi un lampo di antica saggezza che smuoveva il rigore dell’espressione per fare intravedere scenari di poesia. E con la poesia, immediato, il profumo del ginepro. La Fisica è importante per me, ma a nulla serve la conoscenza delle leggi che governano la Natura se mancasse la conoscenza di chi la Natura fa vivere. Giulio Angioni mi ricorda tempi in cui con grandissima e supponente sicurezza si dibatteva sulla realtà delle due culture. E mi fa pensare ora come antropologia e scienza non possano procedere separate se si vuole arrivare a scrivere brani che allontanino la tragedia del vivere nel Copione della Grande Rappresentazione. Magari con l’Arte, con il Sapere ma soprattutto con la Poesia. Che il sorriso ti accompagni.
*Fisico e Narratore
|
Grazie per questo articolo. Pochi tratti di pensiero, dove togliendo si aggiunge, esattamente come sarebbe piaciuto a Giulio Angioni.