A quali criteri dovrebbe corrispondere una legge elettorale per poter essere considerata costituzionale? [di Giovanni Scano]
Secondo me, i criteri dovrebbero essere quelli di rappresentanza e di governabilità. Di rappresentanza, perché ciascun cittadino ha il diritto di potersi, almeno in parte, riconoscere nelle istituzioni rappresentative; di governabilità, perché lo Stato ha comunque bisogno di essere governato. A meno che non si pensi che la società civile sia in grado di autogestirsi. In parte potrebbe essere così, ma solo in parte. Qualcuno, in passato (Lenin in Stato e Rivoluzione), ha pensato che lo stato potesse gradualmente estinguersi e i cittadini convivere liberamente senza vincoli di alcun genere. Ma credo che la cosa, se si dovesse verificare, richiederà tempi lunghi. Più lunghi di quelli che ciascuno di noi si può per ora permettere. La legge elettorale deve essere coerente col sistema statuale in cui si inserisce. Escludendo a priori la monarchia, potrebbe trattarsi di un sistema presidenziale, come negli Stati Uniti; di un sistema semipresidenziale, come in Francia; di un sistema parlamentare con bicameralismo perfetto, come nell’Italia della Prima Repubblica; di un cancellierato con sistema bicamerale differenziato, come in Germania; di un sistema parlamentare monocamerale, come in Portogallo. È quest’ultimo che secondo me potrebbe andar meglio per l’Italia. Un’unica assemblea nazionale legislativa composta da 300, al massimo 400 deputati eletti a suffragio universale diretto. Così non dovrebbe esserci bisogno né del ballottaggio nazionale, già dichiarato incostituzionale dalla Corte, né del premio di maggioranza, anche questo in forte odore di incostituzionalità. Forse bisognerebbe ricordare che anche la legge Acerbo, quella che ha portato i fascisti al governo (con la complicità della monarchia), sia pure in coalizione, nei primi anni, col centro cattolico e con parte dei liberali, aveva un premio di maggioranza. Simile era la legge elettorale della Germania di Weimar, e simile è stata la soluzione cui ha portato (anche per la miopia di molti politici dell’epoca, bisogna dire). Una legge di tipo proporzionale sarebbe altamente rappresentativa, ma si verrebbe a creare una situazione politica estremamente frammentata che porterebbe certamente all’ immobilismo e magari subito dopo alla ricerca dell’uomo forte che ci risolve tutti i problemi. |