Osservazione di Legambiente sul Progetto Eurallumina [di Stefano Ciafani e di Vincenzo Tiana]

veleni

Osservazioni al Progetto di ammodernamento della raffineria di produzione di allumina ubicata nel comune di Portoscuso, Z.l. Portovesme (Cl). Proponente Eurallumina spa – Procedimento di valutazione d’impatto ambientale regionale.

Legambiente esprime la forte preoccupazione per il progetto della Società Eurallumina che in estrema sintesi propone di lasciare in eredità alle nuove generazioni una collina artificiale di fanghi rossi da circa 90 milioni di tonnellate in riva al mare, in un territorio pesantemente inquinato da metalli pesanti e con le prospettive allarmanti dei cambiamenti climatici, l’accentuazione degli eventi estremi e dell’erosione costiera.

Legambiente chiede che qualsiasi nuovo intervento sia subordinato alla riabilitazione del territorio con la indifferibile bonifica delle falde. Portoscuso diventi un grande laboratorio di applicazione degli ambiziosi propositi assunti dall’Italia alla COP21 e COP22.

Premessa:Legambiente è pienamente consapevole che i problemi del polo industriale di Portoscuso non possono essere affrontati in maniera isolata e localistica ma nel contesto degli impegni assunti dall’Italia a livello internazionale alla COP21 in risposta alla allarmante evoluzione dei cambiamenti climatici. Inoltre occorre tenere presente la grave e perdurante crisi economica ed occupazionale che da tempo e tuttora affligge la Sardegna e che induce ad una profonda riflessione sulla ricerca di potenziali alternative di sviluppo, diverse da quelle che, nel recente passato, hanno generato grandi illusioni e pesanti delusioni.

Abbiamo già espresso le nostre valutazioni rispetto al progetto presentato dalla società Eurallumina (in allegato). Abbiamo svolto incontri di approfondimento ed esaminato i documenti presentati dalle diverse Istituzioni. Vogliamo richiamare l’attenzione sul bacino fanghi rossi e sulla proposta di ampliamento con sopraelevazione. Riteniamo necessario richiamare lo spirito del Piano di disinquinamento del 1993 che sottolineava la necessità di inquadrare sempre le dinamiche della zona industriale nel suo complesso. Pertanto appare necessario inquadrare la proposta nel contesto territoriale e globale.

-Allo stato attuale si registra che:

  1. A) Il piano di disinquinamento che avrebbe dovuto concludersi in 4 anni, dopo oltre vent’anni non si è ancora concluso e soprattutto non ha risolto la grave situazione di compromissione del territorio nelle diverse matrici ambientali aria, acqua, suolo. Il piano comprende anche una attività di monitoraggio di una pluralità di parametri, in capo agli enti abilitati.
  1. B) La situazione è talmente compromessa che nonostante la fermata produttiva di due grandi aziende come l’Eurallumina (da 7 anni) e l’Alcoa (da 3 anni) persistono ancora le condizioni di inquinamento diffuso come esposto di seguito.
  1. C) QUALITA’ DELLE ACQUE DI FALDA

Tutte le analisi già dal 1990 avevano evidenziato una situazione di inquinamento diffuso e profondo tanto che il Piano di disinquinamento del 1993 aveva previsto tra le prime azioni la Bonifica della falda.

I dati recenti di monitoraggio 2014 sia per le zone interne all’area industriale che esterne segnalano, con diversa distribuzione planimetrica “Pozzo o piezometro particolarmente contaminato” da metalli pesanti ( Mercurio, Ferro, Cromo, Alluminio, Boro Solfati, Arsenico, Cadmio, Nichel, Piombo, Fluoruri, Selenio, Cobalto, Tallio, Berillio, Manganese, Tallio). Oppure in altri documenti si legge “la falda risulta diffusamente e intensamente contaminata da metalli e non metalli, fenoli, fluoruri e idrocarburi, con valori di concentrazione dei contaminanti spesso superiori a 10 volte le csc”.

  1. D) INQUINAMENTO DEI SUOLI Gli esiti delle indagini mostrano una diffusa contaminazione dei suoli da metalli, in particolare Cd, Cu, Hg, Pb, Zn.
  2. E) ARIA

Tutti i rapporti ARPAS evidenziano criticità in ordine al PM10

  1. F) INQUINAMENTO DELLA CATENA ALIMENTARE

Quale indice della generale situazione di inquinamento diffuso è da sottolineare il fatto che nel marzo 2014 il Sindaco di Portoscuso è stato costretto, a seguito di un preciso rapporto della ASL, ad emanare l’ordinanza per raccomandare alla popolazione la limitazione per uso alimentare dei prodotti alimentari ed ortofrutticoli. Molluschi e pesci sono contaminati da Piombo.

  1. G) EFFETTI SANITARI

-La zona ad alto rischio ambientale di Portoscuso presenta un aumento di patologie a caricodel polmone come asma bronchiale nei bambini, bronco pneumopatie in genere e tumori polmonari negli adulti maschi. E’ opportuna la adozione di misure per la mitigazione delle problematiche succitate. Si segnalano anche i notevoli effetti sanitari del rumore.

-Ancora si registrano casi di piombemia nei bambini, per fortuna molto inferiori ai livelli degli anni ’80.

  1. H) CLIMATE CHANGE

Alle risultanze già evidenziate negli anni ’90 ora vanno sommate le analisi recenti e sempre più allarmanti del CLIMATE CHANGE che è diventata la priorità a livello Europeo ed internazionale.

H1) CAMBIAMENTI CLIMATICI

Autorevoli istituti di ricerca hanno elaborato studi sui cambiamenti climatici che ipotizzano dopo il 2050 un innalzamento del livello del mare di 60 cm.

H2) EVENTI ESTREMI

Lo scorso mese di ottobre si è svolto a Cagliari un convegno della CMCC nel quale esperti di varie nazionalità sono stati concordi su un punto che si prevede anche nel mediterraneo laaccentuazione degli eventi estremi quali venti di burrasca, mareggiate violente ed impattanti ed in prospettiva veri e propri cicloni.

  1. I) EROSIONE

– Esistono numerosi studi che documentano il fenomeno dell’erosione costiera in tutta la Sardegna ed anche nel Sulcis che sarà necessariamente influenzata dall’accentuazione degli eventi estremi. In particolare si registra il fenomeno dell’erosione nel SIC di punta S’Aliga.

DATI DEL PROGETTO EURALLUMINA

In estrema sintesi viene proposto con la sezione BFR la sopraelevazione dell’attuale bacino fanghi rossi fino all’altezza di 46 metri s.l.m. Allo stato attuale si registrano abbancamenti per circa 20 milioni di metri cubi di fanghi rossi, residuati da 30 anni di produzione dell’Eurallumina, che occupano un immenso bacino esteso per 150 ettari con una altezza di 25 metri s.l.m. sul litorale di Portoscuso, che corrisponde ad un accumulo di oltre 40 milioni di Tonn. di fanghi rossi.

Il progetto presentato prevede di ampliare l’area dei moduli A e B fino a comprendere i moduli C e D, per una estensione totale di 180 ettari e sopraelevare con l’accumulo ulteriore di fanghi disidratati con altri 25 milioni di mc che equivalgono a 50 milioni di Tonn. Viene proposta la innovazione di un impianto di filtro-pressa che dovrebbe ottenere dei fanghi disidratati, la cui movimentazione sarebbe possibile con macchinari standard.

Considerando altri 2 metri di terra di copertura, nel 2050 si dovrebbe ottenere una collina artificiale in riva al mare di 90 milioni di Tonn.

PROPOSTE

La generale situazione di inquinamento impone una serie di scelte e di priorità:

  1. La bonifica dei siti inquinati, a nostro parere, costituisce la priorità, da cui non si può prescindere e da attuare in tempi stretti: non sono più accettabili i tempi del piano di risanamento di Portoscuso ancora non concluso dopo oltre venti anni.
  2. A parere di Legambiente non appare corretto che il territorio di Portoscuso venga considerato un’area condannata alla compromissione irreversibile. Si assuma invece l’obiettivo stringente del generale disinquinamento e rigenerazione del territorio, quale banco di prova degli autorevoli impegni assunti a livello internazionale in riferimento alla riduzione delle emissioni climalteranti.
  3. E’ necessario che vengano affrontati con urgenza i problemi connessi con l’inquinamento

diffuso del suolo al fine di giungere rapidamente al superamento dell’ordinanza di limitazione al consumo per i prodotti alimentari. Pertanto proponiamo la formazione di potenziare la cabina di regia del Piano di Disinquinamento per formare un vero e proprio laboratorio.

  1. Qualsiasi nuovo intervento deve essere subordinato al disinquinamento assolutamente indifferibile della falda e dei suoli (già previsti 20 anni fa dal piano di disinquinamento) ed assicurandosi il più efficace funzionamento di questa opzione tecnologica che in altri SIN ha dimostrato diverse lacune;
  2. Poiché l’assoluta priorità consiste nel disinquinamento dell’area, risulta contradditoria ed inaccettabile la proposta di sopraelevazione del bacino fanghi rossi nei moduli A e B che comporterebbe di lasciare in eredità alle generazioni future una collina artificiale di fanghi rossi da circa 90 milioni di Tonn. in riva al mare. Esclusa categoricamente la proposta di sopraelevazione dell’attuale bacino dei fanghi rossi, si potrebbe tuttavia considerare la possibilità di utilizzare il modulo C ed il nuovo modulo D fino alla quota attuale dei moduli A e B.
  3. Si chiede di sviluppare ulteriormente la innovazione tecnologica nel trattamento dei fanghi rossi per sperimentarne le possibilità di recupero o individuare una nuova discarica distante dall’ambito costiero. Tenendo comunque conto di quanto prescritto dal Piano Regionale di gestione Rifiuti che “individua, per i grandi produttori, la necessità di adozione di soluzioni gestionali che possano consentire I’autonomia delle capacità di smaltimento per un periodo pari a non oltre un decennio. I progetti, inoltre, dovranno dimostrare l’assenza di alternative tecnicamente ed economicamente sostenibili allo smaltimento in discarica. Al fine di contenere lo smaltimento in discarica dei rifiuti, l’autorizzazione deve essere pertanto rilasciata per lotti di 10 anni, al termine di ciascuno dei quali andrà verificato il volume autorizzabile nel successivo decennio alla luce dell’evoluzione degli studi che il proponente dovrà compiere sul recupero dei fanghi rossi”.
  4. La proposta di realizzazione di una nuova centrale termoelettrica a carbone è assolutamente inaccettabile.
  5. Legambiente è convinta che l’aggiornamento del Master Plan delle bonifiche e la messa in sicurezza ambientale del territorio oltre che risanare l’ambiente possa generare centinaia di posti di lavoro.
  6. Fissate le sopraelencate priorità, relativamente ai progetti che riguardano il futuro degli stabilimenti Eurallumina ed Alcoa, si considera opportuno che le due problematiche vengano affrontate e inquadrate in una nuova prospettiva unitaria. Legambiente ritiene che se il Governo considera utile per l’Italia un polo produttivo dell’alluminio primario, appare allora necessario predisporre un progetto integrato innovativo con standard tecnologici di avanguardia e commisurati al contesto nel quale si inserisce, caratterizzato da una situazione di grave compromissione ambientale. Pertanto tale progetto dovrebbe prioritariamente contribuire a ridurre le attuali matrici inquinanti.
  7. Più in generale, per quanto riguarda i parametri ambientali delle emissioni Legambiente considera ormai ineludibile assumere da subito le nuove coordinate imposte dai recenti accordi di Parigi.
Cagliari li, 6/02/2017 Il direttore di Legambiente nazionale

Stefano Ciafani

Il presidente del Comitato scientifico di Legambiente Sardegna

Vincenzo Tiana

 

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