Le storie di Lucifero e di Saturnino [di Maria Antonietta Mongiu]

san saturnino

L’Unione Sarda15/02/2017. La città in pillole. Sulle tombe dei due santi insistono oggi due straordinarie chiese.  “Nel nome il destino”, adagio di molte culture, messo in questione dalla psicoanalisi quando si tratti di persone, nel caso di luoghi, apre fascinosi scenari, oltrepassanti tempo e spazio.

Toponomastiche e topologie  costruiscono variegati percorsi e geografie, talvolta arbitrari ma sempre inclusivi, perché sommano, nella struttura e nella sonorità delle parole, continue traduzioni e corruzioni. La macchina del tempo ne retrodata molte a tempi antichissimi perché nell’isola l’uomo è presente, senza soluzione, dal Mesolitico e, ad oggi, a Cagliari dal Neolitico antico.

Al di là della strumentalità di un nome così come è percepito, c’è sullo sfondo un’infinita catena che, nel succedersi di generazioni e di etnie, occulta, del tutto o in parte, ciò che un onomaturgo, in qualche momento, pronunciò creando un nome e spesso quel destino a cui si accennava. Quali intricate identità, al di là della biografia, celano ad esempio Lucifero e Saturnino che convivono in uno dei luoghi più intriganti della città?

La recente  microstoria li restituisce come luogo nuziale, non dissonante dalla presenza di un preesistente tempio di Apollo, il cui simbolo è il sole, persistito nei due nomi che significano portatore di luce il primo e connesso al tempo e al sole il secondo. Referenti di luce a conferma dell’ubicazione in partibus orientis del sito,  scelto da cartaginesi, romani, vandali, bizantini, come casa di defunti perché, specie per i cristiani, il giorno della morte è il dies natalis.

Sulle tombe “privilegiate” dei due oggi insistono due straordinarie chiese che con le loro millenarie stratificazioni, specie San Saturnino, sono spesso precluse.

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