Io so’ io e la Sardegna ‘un conta un…[di Nicolò Migheli]
Trecento ettari di terreno di prima qualità impegnati per un impianto di solare termodinamico. Il Ministero dell’Ambiente dà l’autorizzazione, quello dei Beni Culturali no. Un no che si aggiunge a quello della Regione, dei comuni di Gonnosfanadiga e Guspini, dei cittadini organizzati in comitati ed associazioni. Sull’inutilità del progetto e sull’assurdità dello spreco di terreni di prima qualità è importante leggersi gli articoli di Sergio Vacca pubblicati da questa rivista, http://www.sardegnasoprattutto.com/archives/11203 e http://www.sardegnasoprattutto.com/archives/12466, dove si offrono ragioni convincenti. Ancora una volta, caso mai si avesse bisogno di riconferma, prevale l’interesse privato su qualsiasi bisogno ed esigenza pubblica, sulla salvaguardia dell’ambiente e sul rispetto del paesaggio. È Land Grabbing? I panglossisti, gli innamorati dei progetti pro domo loro, sostengono di no. Non siamo mica in Africa? Qui si hanno tutte le garanzie che le leggi e lo stato di diritto offrono in casi come questo. Resta però che secondo le leggi in vigore la Gonnosfanadiga Ldt, può procedere a esproprio, caso mai i proprietari delle aree si oppongano alla vendita o affitto. Perché però ciò possa avvenire deve prevalere la pubblica utilità. Un impianto del genere è di pubblica utilità in Sardegna? Risponde alle esigenze di un piano energetico regionale? È importante coprire ancora i terreni migliori di pannelli? O quest’ impianto, come quello previsto a Decimoputzu ed altri nell’isola, sono solo la sperimentazione di tecnologie per poi partecipare alle gare che si stanno facendo nella penisola arabica? Tutte domande senza risposta. Come da sempre lo sono quando l’interesse strategico della Sardegna si scontra con quello italiano. Quale deve prevalere? Ecco un bel tema per tutti quelli che rifiutano ogni accenno all’autodeterminazione e credono che l’appartenenza all’Italia sia immutabile perché è per la Sardegna il migliore dei mondi possibile. Questa volta il Ministero dell’Ambiente come un qualsiasi Marchese del Grillo sentenzia: Io so’io e voi ‘un siete ‘un cazzo! Incurante del No della Regione e delle comunità che in quei luoghi ci vivono, dimostrandone l’inutilità davanti ai livelli superiori. È sindrome NIMBY? È lotta contro il progresso? No è solo una difesa della terra fertile, della fonte della vita, che nei decenni futuri diventerà sempre più rara. La mancanza di pensiero strategico è tipica delle società che dipendono culturalmente, prima che economicamente, da interessi altrui. Eppure basterebbe poco. Se il parlamento italiano non ha nessun interesse ad una legge di protezione dei suoli, lo faccia il Consiglio Regionale, un tema che dovrebbe essere trasversale. E’ la difesa della nostra terra. Una legge composta di pochi articoli: In Sardegna nei terreni agricoli è possibile coltivare solo specie destinate all’alimentazione umana ed animale o per attività tradizionali artigiane ed industriali. Gli impianti energetici possono essere realizzati solo in funzione delle esigenze aziendali. Gli altri impianti si potranno localizzare nelle aree industriali. Per evitare il Land Grabbing, un articolo che preveda che nessun privato può detenere terreni agricoli con una superficie superiore ai mille ettari. Così come fece la Riforma Agraria degli anni 50, aveva espropriato chi eccedeva quella quota. Terreni che possono essere acquistati solo da società e persone che risiedano nell’isola da almeno cinque anni. Una legge simile potrebbe essere impugnata dal governo italiano? Forse no, visto che a termini di Statuto la titolarità dell’ambiente è nostra. Se questo non avverrà, i casi come l’impianto termodinamico di Gonnosfanadiga, la distruzione dei nostri luoghi, continueranno e si moltiplicheranno. A poco varranno le lamentele. Se si comporteranno come il Marchese del Grillo, avranno ragione. La colpa e l’ignavia tutte nostre a partire dai decisori politici di questa tristissima stagione di decadenza! |
in corsica le restrizioni agli acquisti da parte dei non residenti,su beni immobili gia’ esiste,proprio per evitare certi sopprusi…Non vedo perche’ non debba esistere in Sardegna ,terra dael tutto simile,morfologicamente non solo. Ma questa e’ solo la punta dell’ iceberg dei nostri beneamati amministratori di turno,che a tutto pensano,fuorche’ alla difesa della propria terra ed alla sua giusta integra crescita
L’Italia è un “Competitor” (per usare il termine dell’Assessore Maninchedda) della Sardegna?
Questo pomeriggio su Rai3 Sardegna bel servizio.
Gonnosfanadiga e cittadini locali giustamente protestano:
Zone agricole di pregio, solo trecento ettari come scrive prof. Migheli, vengono sacrificate per un impianto di solare termodinamico.
A chi serve ?
A chi conviene ?
Non certo ai Sardi che, come al solito, perdono bellezza e ricchezza.
Per fortuna il Piano Paesistico Regionale vecchio o nuovo ed ecosostenibile (?), poco importa sempre di cemento in più sulle coste si tratta, sta per essere approvato dal Consiglio Regionale.
Con gioco d’ azzardo i Sardi primi in Italia, sarà il massimo.
Meglio di così !
A questo articolo ho già inviato delle controdeduzioni, ma non credo che saranno mai pubblicate.
Quella di oggi è manifestazione oscurantista, che impedisce un cambio di sistema produtivo dell’energia, da sistema a combustibili fossili altamente inquinanti, a sistema con energia rinnovabile pulita come eolico o solare; non interessa a nessuno la salute dei cittadini che vivono vicino a queste centrali produtrici di morte e malatie tumorali di ogni genere. Si deve constatare che anche ISDE medici per l’ambiente è schierato su questo fronte contravenendo alla sua missione a favore della salute e della difesa dell’ambiente.