La tutela del paesaggio urbano [di Maria Antonietta Mongiu]

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L’Unione Sarda 15/03/2017. La città in pillole. Aumentano i rischi:l’unico faro deve essere la Costituzione. Molte le definizioni di paesaggio e mille le ricette per tutelarlo. Ma se il Mibact decide che il 14 marzo è “Giornata nazionale del Paesaggio” significa che chi è posto dalla Costituzione a sua tutela, avverte un aumentato rischio.

Diversi ministeri ineriscono sul paesaggio, spesso in conflitto col Mibact; a sua volta, spesso, contestato da regioni e comuni e viceversa. Fra tanti, basti citare i casi del termodinamico di Gonnosfanadiga o di Eurallumina o i decreti del governo che oltrepassano i dettami costituzionali.

La ricorrenza del 14 marzo è dunque abitata da troppe contraddizioni e, non a caso, aumentano mobilitazioni e comitati che prescindono dall’ambientalismo convenzionale.

Ben prima dell’art. 131 del  “Codice dei beni culturali e del paesaggio” che recita che “per paesaggio si intende una parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni”, a calco della “Convenzione europea del paesaggio”, a Cagliari si attivarono comitati per due luoghi, cardine dell’identità sarda e fotografia di quella definizione.  Anfiteatro e Tuvixeddu.

La pubblica opinione ebbe la meglio. Mezze vittorie perché le condizioni dei luoghi ci interrogano sulle responsabilità dei pubblici amministratori: quelli che la Costituzione ha posto a loro tutela e quelli eletti per attuarla.

Perché si agisca la volontà dei costituenti e quella recentemente scaturita dal referendum, è necessario che si apra in città una discussione sull’attuazione dell’art.9 della Costituzione per evitare un altro annunciato disastro per il paesaggio urbano: i parcheggi in Via del Cammino nuovo

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