Cronache di un partito marziano [di Raffaele Deidda]

MARZIANI

La Direzione Regionale del PD, che avrebbe dovuto decidere se confermare Francesca Barracciu candidata governatore della Sardegna, ha deciso di non decidere e di rinviare ad oggi, 30 dicembre. A leggere le dirette on line e i post dei militanti nei social networks, che hanno raccontato la giornata di Oristano, la sensazione che ne è scaturita è surreale. Anzi marziana, senza offesa per gli extraterrestri che non sono adusi a guardarsi l’ombelico anziché l’universo. Il viatico per le prossime regionali, indette per il 16 febbraio 2014 dal plurindagato Cappellacci, non poteva essere peggiore. A leggere i commenti dei militanti e degli elettori del PD sembra che abbiano assistito alle dinamiche della Direzione Regionale di ieri come se stessero assistendo a un convegno, per l’appunto, di marziani. Con conclusioni tristemente sarcastiche. Tra queste la speranza che i dirigenti regionali si rendano conto che i marziani possono essere anche divertenti o tragici  ma non si possono votare, perché non esistono nella realtà.

 

L’elettore non “correntista” o lobbista difficilmente potrebbe poi votare i protagonisti degli attacchi, dei veleni, degli affondi, delle lacerazioni che proiettano l’immagine di un partito diviso per correnti fino agli spifferi. Un partito di cui vorrebbero impadronirsi per ragioni di utilità personale anche in prospettiva, di comitati d’affari, di pezzi dell’economia che vorrebbero condizionare per dirigerlo più di quanto oggi stiano facendo. Un partito che si fa forte del ricambio “generazionale” decantato da Renzi e da Letta, Quest’ultimo di lungo corso, moderato e impassibile, incapace di manifestare emozioni, mai stato giovane. Fra i renziani che si celano dietro il progetto di innovazione del neo-segretario del Pd è difficile individuare quelli che non sono portatori di interessi individuali/locali. E’ difficile non vedere i giovanni-vecchi. Non diversamente i civattiani. Come nelle migliori tradizioni della vecchia Democrazia Cristiana. Oggi quasi da rimpiangere se paragonata all’avanzare del nuovo.

 

Eppure non mancano i proclami: “Abbiamo un obbligo morale e civile verso la società italiana (e sarda) che vive una crisi economica senza precedenti dall’immediato dopoguerra”. Mentre sembra di sentire le parole dell’ex-segretario della DC Forlani, del quale si ricorda una delle sue massime storiche: “Parlo senza dire niente? Potrei farlo per ore”. Quasi una metafora del partito oligarchico, autoreferenziale e chiuso in se stesso che il Pd oggi rappresenta in Sardegna soprattutto. Un partito che pensa di vincere con il falso “noi”, che non esiste. E che fa di tutto per perdere, pensando di aver già vinto. Perché comunque qualcuno perdendo ha già vinto. Individualmente e personalmente. Dimostrando, ancora, di non aver capito il dramma delle elezioni politiche, che sarà il dramma delle prossime elezioni regionali sarde. Con l’aggravante che in Sardegna è probabile che vinca ancora Ugo Cappellacci, il peggior presidente che l’isola abbia mai avuto.

 

L’astensionismo e l’esplosione di Grillo non sono sintomi di antipolitica. Sono segnali di una politica rabbiosa e sconfitta perché non ascoltata e interpretata. Perché affidata, a livello locale, a capibastone abituati soltanto a rispondere al capo più in alto e alle mire personali. Sono parole di Fabrizio Barca: “Il Pd non ha curato in questi anni, anzi ha accuratamente messo al cantone, i valori di sinistra,liberal-azionista, social-comunista e cristiano-sociale, sulla cui convergenza era nato”. E ancora: “Asseconda e talora coltiva comportamenti opportunistici, per cui l’appartenenza al partito è strumento per saltare il vaglio del merito, anche nell’accesso alla guida di enti pubblici”. Parole inascoltate perché scomode. Perché perseguire un ruolo del partito come “coagulo di sentimenti e conoscenze” quando è molto più semplice, comodo e vantaggioso quello del comitato elettorale per vincere le elezioni e, anzi, per essere eletti?

 

Si discuterà dei richiami di Barca nella direzione regionale convocata oggi alle 16,00? Oppure, dopo gli interventi degli allievi di Arnaldo Forlani, che parleranno per delle ore senza dire niente, si deciderà ancora di non decidere su una vicenda surreale a cui sarebbe semplicissimo trovare una soluzione se solo ricordassero le parole di Enrico Berlinguer: “Noi pensiamo che il privilegio vada combattuto e distrutto ovunque si annidi”? I marziani, curiosi, staranno comunque a guardare questi strani personaggi terrestri riuniti a discutere una vicenda mai vista neppure su Marte

One Comment

  1. nanni rocco ruiu

    Ho postato la mail riportata di seguito alla redazione.pdsardegna@gmail.com .

    Buonasera,
    sono un vostro elettore e voto a sassari, dove lavoro. Ho votato alle primarie per la designazione del premier e del segretario del partito
    a Dorgali mio paese d’ origine. Vorrei confermare la mia fiducia con il voto al PD nelle elezioni della Sardegna.
    Ma oggi leggo notizie di stampa che parlano di accordi con il Partito Sardo D’ Azione.

    ” Psd’Az. Il Psd’Az, il partito dei padri nobili Camillo Bellieni ed Emilio Lussu, da qualche anno sbanda tra destra e sinistra.
    Ora bussa alla coalizione di centrosinistra, ma dopo i 5 anni con Ugo Cappellacci fa fatica a trovare un apparentamento.
    Nello stesso tempo non abbandona la pista che lo porta al centrodestra. Due tavoli paralleli, ma il Psd’Az rischia di restare digiuno.” (la nuova sardegna)

    Siete liberi di inseguire i voti della stampella della peggiore destra che ha governato la Sardegna negli ultimi , in questo caso non intendo essere vostro complice, e credo di non essere l’ unico vostro potenziale elettore a pensarla in questo modo.

    Un saluto,

    Nanni Rocco Ruiu
    Sassari – Dorgali

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