Il tempo dei Sardi. Il tempo (1) [di Pietrino Soddu]
Pubblichiamo da oggi e ogni lunedì a puntate Il tempo dei Sardi di Pietrino Soddu. L’esponente politico, che è stato Presidente della Regione e Parlamentare, si misura con la scrittura poetica ed attraverso questa traccia un epos. Si tratta della storia della Sardegna ab antiquo filtrata attraverso un punto di vista di chi è stato protagonista e testimone delle vicende dell’isola dagli anni Cinquanta. Il suo sguardo tematizza una vicenda che dall’antichità arriva ad oggi nella convinzione che soltanto una diversa narrazione può restituire alla contemporaneità un senso per procedere e per oltrepassare un presente affatto confuso. L’opera fu presentata nell’iniziativa “Sardeide: dalla sarditudine alla Sardegna. Una narrazione da riscrivere” dall’Associazione Lamas il 12 luglio 2013 nella chiesa di San Giovanni a Pattada. A quell’incontro per dialogare della Sardegna con Pietrino Soddu parteciparono storici, filosofi, amministratori, sindacalisti e un pubblico numeroso e senza barriere anagrafiche. Quel dibattito lo vorremo aprire ad un pubblico più vasto. Soprattutto in questo momento è utile chiedersi e riflettere sui temi relativi ai quesiti “Chi siamo” e “Cosa saremo”. La prima parte che pubblichiamo oggi si chiama Il tempo. (Maria Antonietta Mongiu) 1 – Il tempo I. Noi siamo il tempo. Ogni cosa è nel tempo. Quando l’anima dopo la morte del corpo diventa luce il tempo scompare. Fino alla morte ognuno andrà come cieco incontro al futuro senza nulla aver appreso dal passato. Questa è la legge dura del tempo: ognuno ricomincia a vivere il suo tempo come se fosse l’inizio di tutto il tempo, lasciando sulla sabbia orme troppo fragili che altre orme subito cancellano. I confini si confondono sbiadiscono i segni del presente che diventa presto passato, perché la freccia del tempo va imperterrita sicura in una sola direzione, senza voltarsi indietro senza titubanza, ripensamenti, rimorsi. II. Nessuno conosce il tempo del seno materno, prima dei sogni che fanno piangere delle parole che il bimbo ascolta e ripete appena capisce che le labbra e la lingua possono dire mamma o nonno o patata. Una volta conosciuto, il tempo cambia di continuo. A volte sembra di vivere in un mondo senza tempo oppure in un tempo fatto solo di attesa che non passa mai, o che invece scorre veloce come un lampo. Nella primavera della vita il tempo è senza confini, poi man mano diventa sempre più breve, perché l’uomo non riesce a ignorare il suo passaggio: diversamente dagli uccelli o dalle piante o dai fiori che hanno la vita regolata non dalle passioni ma dal sole, dalla luce, dal buio della notte o dal grigio crepuscolo. III. Il nostro anno è solo di trecentosessantacinque giorni. Troppo breve se lo confronto a quello di altri sistemi stellari. Li un anno dura migliaia di giorni e si alternano molto più lentamente luce e buio. Il tempo non è la luce, non è il sole, non è il buio. È tutto questo, ma anche qualcosa di più e di diverso, qualcosa di inquietante che agisce in un Universo senza tempo, dove solo l’uomo conosce questa misura dolce e amara, tragica a volte, incomprensibile nella sua natura più profonda crudelmente onnivora che regola, scandisce e consuma la vita. Contiene tutto, il bene e il male. Quello che accade e quello che è già accaduto o che sta per accadere o che si spera che accada o che ancora più spesso si teme che accada e si prega che non venga mai. IV. È stato detto che c’è un tempo per tutto : c’è un tempo per nascere un tempo per morire, un tempo per vincere e perdere, per odiare o amare, per ricordare e per dimenticare. Nessuno può vivere fuori dal tempo e neppure in un tempo certo, già conosciuto prima che le cose accadano. Tutto è nel tempo e tutto è fuori del tempo. Anche se vivessi mille anni o un milione non sarebbe diverso. Il tempo sarebbe molto più lento ma passerebbe ugualmente inesorabile senza aspettare che le cose siano fatte a tempo debito evitando gli sbagli che, fatti una volta, non si possono più correggere quantunque sia la durata del tempo. V. Nessuno, neppure Mosè, Davide, Alessandro o Cesare e tanto meno chi è stato a malapena nella cronaca del suo tempo può decidere di modificare il senso del tempo, tornare indietro per cambiare gesti, parole, azioni e decisioni. Nessuno riesce a fare tutto a tempo debito senza lasciare niente al caso. Il tempo è prezioso. Si consuma in un attimo e non si può sprecare seguendo debolezze del cuore o nostalgie sentimentali; né perdere dietro emozioni amorose e tantomeno per compassione o pietà per i vinti, per i deboli, per gli indifesi; per compiangere le vittime, soccorrere i feriti, rivestire gli ignudi, dar da mangiare agli affamati. VI. Il tempo non è uguale per tutti. A certi manda carestie, terremoti, pestilenze, guerre, angoscia, depressione, fame e malattie; ad altri successo, bellezza, soldi, amore e salute. Per alcuni il tempo è silenzioso, muto, ostile, per altri rumoroso, lieto, benevolo; ma è sempre la stessa cosa, che anche quando sembra assente e indifferente governa gli uomini, li unisce o li divide, li incoraggia e li spinge o li impaurisce e li frena. Il pericolo è nascosto dal rumore di fondo delle vite dilapidate, delle vite senz’anima né cuore, né coscienza, né affetti, né coraggio di rischiare oppure delle vite cariche di delusione e amarezza perché il tempo donato ai figli, ai familiari, agli amici non è stato restituito. VII. Bisogna sempre fare i conti con il tempo. Dall’inizio alla fine tutto è sempre questione di tempo, non c’è mai tempo per fare ciò che desideri, per un corteggiamento come il cuore vorrebbe, per essere ascoltati e ascoltare gli altri, per seguire lo spirito del tempo, per evitare di fare le cose nel tempo sbagliato. VIII. Tante volte il tempo scompare prima dei risultati corre via prima di sciogliere un problema o una storia penosa di cuore, pagare un debito di gioco, smettere di fumare, cedere alle lusinghe. Oppure dura troppo a lungo, lasciandoti in balia di cortigiani infidi o di donne e uomini spregiudicati. Tante volte non consente di vigilare, evitare gli errori, scansare i pericoli, respingere le illusioni che fanno sembrare tutto più facile, specie nella giovinezza. Che però non è eterna, gli anni passano per tutti e viene prima o poi il tempo della resa, della paura e della fine di ogni illusione. IX. Anche quando qualcuno sogna di essere in un altro tempo o addirittura fuori dal tempo, in un tempo virtuale e in un mondo sconosciuto dove non c’è alba né tramonto, dove niente distingue notte da giorno, in un mondo senza lune né stelle né orologi, dentro di lui c’è sempre il desiderio di dominare il tempo, di venderlo magari avvolto in pacchi regalo da mettere sotto l’albero di Natale, o di riceverlo in dono dagli amici, meglio se provvisto di fari, di bussole e di mappe aggiornate della strada più sicura per non smarrirti nella nebbia, non naufragare nelle tempeste, non perdere l’itinerario del tempo migliore. X. Oggi il tempo non è più compatto né stabile. È diviso in tanti scampoli: uno scampolo per la famiglia, uno per gli estranei, uno per gli amici, uno scampolo per lo sport e uno per la politica, uno per la religione e uno per la cultura. E uno scampolo degli scampoli per tutto il resto. L’unità del tempo è quasi scomparsa. Il suo senso cambia di continuo non si fa in tempo neppure a scusarsi di non poter arrivare in tempo all’appuntamento più desiderato. XI. Una volta i signori si lamentavano che “tutti, anche i servi, avevano acqua fresca d’invernoˮ . La consideravano un’ingiustizia, una pericolosa ambizione di essere tutti uguali, avere gli stessi diritti. La natura vuole invece le differenze, gli uomini li fa nascere ricchi e poveri, belli e sani o poveri e malati, liberi o servi, deboli o potenti. Accade così in ogni tempo, né può cambiare e infatti in questo senso il tempo non è cambiato. XII. Il tempo a volte è crudele, a volte benevolo, a volte ti fa disperato e altre volte fiducioso del futuro. A volte il cuore batte a tempo con quello delle persone amate, a volte ognuno pensa solo a se stesso: magari pensa cosa farà domani, se potrà andare in campagna oppure al mare. O magari comprare qualcosa e dopo andare in palestra, o in piscina la sera e poi in discoteca oppure finire quella relazione lasciata a metà perché trattenuti troppo al telefono, anche se non si è come tutti gli altri che perdono tempo a spettegolare, a sentire le storie di questo o di quello nell’orario di lavoro. Anche questo è un tempo breve, anche se a volte sembra che non finisca mai e allora ti cerchi qualcuno o qualcosa che aiuti ad ammazzare il tempo che si sta guastando come raccontano i bollettini del mare che parlano di tempo incerto, avvertono i naviganti che ci sarà un rinforzo per i venti di ponente che portano freddo e burrasche e mare agitato a forza sette, raro nel tempo estivo che così sembra quasi autunnale. XIII. Forse domani però ci sarà un miglioramento, perché il tramonto rosso acceso predice che il tempo sarà ventoso, ma sereno. Chissà dove sarai domani, che cosa penserai seguendo il vento. Certo non penserai alle tragedie del mondo ma a trovare il tempo per telefonare, per stipulare un contratto, per non perdere un affare e guadagnare tempo per gli altri impegni. O magari per fare un viaggio sempre rinviato per mancanza di tempo. XIV. Con il tempo fresco i cacciatori porteranno i cani in campagna perché si stancano meno. Anche i vecchi sopportano meglio il tempo e si illudono di bloccare la freccia che invece non si ferma e tantomeno torna indietro anche se a volte si dice che non succede niente di nuovo. A volte sembra che il tempo si fermi sulla soglia perché ha paura dell’ignoto che lo attende. Invece è il nostro cuore che sente e teme le insidie e gli inganni delle parole e dei sensi, e non sa se ci sarà tempo per curare le ferite, per le mani che non vedono l’ora di carezzare la persona amata, di sentire il tepore della sua pelle, dicendo parole sottovoce, ripetute a lungo insieme a sospiri, tenerezze e preghiere, o per seguire il senso delle labbra che vorrebbero incontrare la bocca amata, trovare la lingua, sentire più veloce e più caldo scorrere il sangue nei lombi e nell’inguine impaziente di cancellare l’attesa, sperando che per l’amore non valga il detto che l’inizio è già la fine e non c’è ritorno perché tutto si consuma, si perde, si allontana, diventa passato. XV. Il tempo però non scompare mai del tutto e neppure si consuma, ma si trasforma Diventa un cumulo di memorie e rimpianti, di pensieri per i giorni ancora a venire. Diventa presente e insieme passato e futuro. Nella mente si congiungono preoccupazioni, memorie e speranze realtà e immaginazione, paura e audacia temeraria, rispetto delle regole e voglia di trasgressione senza artifici né perdite dannose di tempo, perché non c’è tempo per bloccare le mani, non c’è più tempo per distogliere lo sguardo dal seno desiderato e offerto agli occhi appannati che vorrebbero contemplarlo senza veli prima che passi il tempo dell’ardore e senza perdere altro tempo in gesti e parole vane semplicemente seguendo l’impulso di stenderla sul pavimento per rispondere all’inconfessato desiderio che sale dal suo corpo eccitato, morbido e sodo che canta senza parole un tempo sospeso sul mondo. XVI. La vita non ha mai i tempi supplementari. Nessuno viene avvisato in tempo dei pericoli e delle difficoltà lungo strada. E nessuno riavrà indietro il tempo perduto in una partita senza vincitori né vinti. Nessuno acquisterà il tempo necessario per guadagnare altro tempo e raccogliere le forze necessarie a fare le cose che vorrebbe. Soprattutto in amore, quando ognuno sta pensando che l’altro misuri il suo tempo dimenticando che il tempo è fatto di stagioni, ognuna con il suo profilo che non si può cambiare né fermare, neppure quando perduti negli occhi dell’altro/a il tempo sembra immobile, il corpo perde la sua gravità e si mette a volare e la mente non controlla più l’ora che passa, si consuma in un attimo senza curarsi se la misura è giusta. XVII. Un giorno o l’altro tutti i nodi vengono al pettine. Tutto viene a galla, inevitabilmente: è solo questione di tempo, un giorno ognuno guardandosi allo specchio dirà come sono stanchi i miei occhi, come sono diventati opachi i miei denti, quante rughe nella fronte e che sorriso malinconico, quasi sofferente, solo perché c’è stato un no che ha generato il dubbio e fatta declinare l’autostima. XVIII. Il tempo è sempre scarso. Per quanto sia lunga una vita non basta a scoprire tutti i segreti del cuore, né appagare tutte le fantasie gelosamente custodite nel punto più segreto già da quando, guardando la luna, ognuno comincia a sognare l’amore. Il fuoco che si è acceso suscita un vento impetuoso. Il desiderio scioglie i sensi, rende il suono del tempo più incerto e confonde i ricordi in un duro tessuto di rimproveri e rimpianti. Il tempo perduto da un uomo che sogna di sposare un altro uomo non è diverso da quello di una donna che sogna di avere un figlio senza conoscere l’amore carnale. XIX. Dentro l’ombra del tempo tutto si confonde. Pubblico e privato, personale e collettivo. Le bandiere di pianto urlano il dolore dei vinti per le cose amate, le ore d’amore perdute e per la sorte crudele che inaridì le terre, dissecò i fiumi e le fontane e fece insopportabile la vita.
XX. Ci vorrà molto tempo perché rinascano le verdi foglie, le api tornino a riempire di miele gli alveari e una pioggia risanatrice cancelli tutti i segni delle occasioni mancate quando non hai risposto alle spinte del cuore, o quando hai sopportato tante insane violenze senza reagire, convinto che la pace sarebbe comunque tornata e che dopo la quaresima e la penitenza, viene sempre il tempo del perdono e dopo la morte c’è la risurrezione, quando le campane suonino per annunciare il tempo nuovo e riguadagnare il tempo perduto a coltivare una vigna che non era tua, seguendo un tempo che non era più e non è ancora. |