Bocciare non è la soluzione per migliorare l’istruzione [di Giovani Scano]

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Vorrei dire qualcosa riguardo alla bocciatura. Per quanto mi riguarda, (io faccio l’insegnante dal 1981, i primi cinque anni alle superiori, poi alla scuola media), la ritengo una cosa inutile, anzi dannosa. Nella maggior parte dei casi, l’alunno bocciato viene inserito l’anno successivo nella stessa classe (la prima, la seconda, la terza …), il più delle volte con gli stessi insegnanti, (che adottano presumibilmente le stesse metodologie di insegnamento-apprendimento), assieme ad alunni che hanno mediamente un anno di meno.

Un nno in più o in meno, negli anni dell’adolescenza, vuol dire molto. Dalla mia esperienza posso dire che nella grande maggioranza dei casi non si hanno miglioramenti, anzi spesso si hanno dei peggioramenti. E l’inserimento di alunni ripetenti contribuisce a peggiorare di solito la situazione complessiva della classe che li riceve.

La soluzione potrebbe essere trovata, secondo me, nella rimozione del limite dei sei decimi, (che in effetti è un limite convenzionale, una specie di tabù, che si potrebbe benissimo decidere di togliere), per passare alla classe successiva. Al termine di ciascun anno scolastico si valuterebbero i risultati conseguiti da ciascun alunno e si procederebbe semplicemente alla certificazione delle competenze acquisite. La stessa cosa si farebbe al termine del ciclo.

Naturalmente non basterebbe questo a risolvere tutti i problemi della scuola italiana. Per migliorarne l’efficacia formativa, essa andrebbe cambiata da cima a fondo. A partire dagli edifici per continuare con le attrezzature, la differenziazione delle metodologie, la flessibilizzazione e la personalizzazione del curricolo, la funzionalità complessiva del sistema.

Non basta certo, non dico che è inutile, sia chiaro, meglio di niente, quanto previsto nella 107. E neppure nei suoi decreti attuativi. La parte più positiva riguarda forse quanto previsto, se verrà davvero attuato, la fascia di età da 0 a 6 anni.

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