Pensieri su Antonio Gramsci in forma di poesia: Ad aprile, con Gramsci, un futuro [di Vittorio Sella]

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La cenere del tempo

non ti ha coperto

e appari in questo giorno d’aprile

chiuso in un angolo in penombra

solo chino imprigionato

come nel cunicolo oscuro di una miniera.

 

Ma sei vena viva che scorre

disseta indica ancora la strada.

 

Di quel tempo ignobile

vena viva rimani

di pensiero mai assopito

che vola via da quelle sbarre.

 

Perché sei qui ora

muore

il silenzio grigio di questi anni

e si fa di nuovo alba.

 

Ritornano le tue lettere dal carcere

riposte a malincuore negli scaffali

e altro ancora.

 

Questa era la nostra gioventù

col cuore che pulsa nei muri

i manifesti incollati alle pareti

nei paesi senza futuro

il granito in mezzo alle strade ricordi

per bloccare i passi delle fraternità disperse

e le corriere azzurre sempre in moto

la sera verso il mare.

 

Era questo

il tempo della nostra gioventù

e ora sei qui

con una fotografia opaca

in bianco e nero una fronte ampia

il corpo ingobbito e una penna in mano

che indica il futuro in mille pagine.

 

All’orizzonte appare

il compito dimenticato

incompiuto

sperduto nei secoli ciechi dopo Cristo

senza fioriture e rose.

 

Ma ha senso ancora in questa terra

un nuovo frammento di sole

che rischiara la via

le utopie del domani

e risveglia la ragione esultante

la tua lettura riposta

senza meditare negli scaffali

nelle cattedre.

 

E siamo maestri smarriti senza forze

che si rialzano nei pensieri

con altri allievi in altri luoghi

in altre terre

lontane dalla meta dolente

in questo tempo

ridotto a titoli di credito

e azioni in banca.

 

Anche questi

sono versi di memoria

distanze che si risvegliano

pensieri che irrompono

nel silenzio del tempo addormentato.

Siniscola, 2017

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