Il “legittimo” populismo di governo [di Nicolò Migheli]
Il vento elettorale deve essere particolarmente forte in quel del Parlamento se la maggioranza di governo cerca di sfilare alla destra l’arma della legittima difesa. Nel fare questo partorisce una modifica all’art.52 del Codice Penale definito pastrocchio dallo stesso Matteo Renzi. Nel passaggio al Senato, quell’articolo, verrà di sicuro ampiamente modificato. Di una modifica simile se ne sentiva il bisogno? A giudicare dai dati sui delitti denunciati all’autorità giudiziaria sembra proprio di no. Dal dopoguerra ad oggi il calo dei delitti è diventato una costante, viviamo il tempo più sicuro in assoluto. Nel 2015- ultima annualità disponibile- i delitti denunciati all’autorità giudiziaria sono diminuiti del 4,5%, 2,7 milioni contro il 2,8 del 2014. La diminuzione delle denunce riguarda tutte le tipologie di reato. I furti sono calati del 7%, i furti dentro casa dell’8, 3% pur restando la sottocategoria più numerosa. Le rapine sono diminuite del 10%, 35.000 nel ’14. Gli omicidi volontari sono stati 459. [Fonte Sole 24 ore] Peraltro l’art.52 che si vuole modificare afferma che il cittadino che spara ad un ladro non è punibile se: ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionale all’offesa. Se questo avviene per difendere: la propria o l’altrui incolumità, i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo di aggressione. Ovvero se il cittadino è direttamente aggredito, ma non se il ladro desiste dal furto e scappa. E lo si può fare sia di giorno che di notte. A chi conviene questo populismo di governo che ha portato a modificare un articolo così chiaro, peraltro scritto da un governo di centro –destra con ministro il leghista Castelli? Di sicuro con un accentuare la non punibilità si pensa di recuperare voti a destra, ma la maggior beneficiaria di una norma simile sarà l’industria armiera. Perché è impensabile che un cittadino normale si difenda da un’aggressione usando un coltello, un bastone, uno spray urticante, comprerà una pistola, possibilmente di grosso calibro. Oggi in Italia circolano 7 milioni di armi detenute legalmente, 11,9 cittadini su cento sono armati. Una percentuale in linea con altri paesi come Francia, Spagna e Germania. Un mercato che agli occhi dell’industria ha notevoli spazi di crescita. Una delle leggende che la destra fa circolare è che il cittadino armato sia un deterrente contro la delinquenza e i furti. I dati dell’FBI dimostrano il contrario. Nel 2013 negli Usa sono avvenuti 8 milioni di furti, contro il milione in Italia. Siccome la popolazione Usa è maggiore di quella italiana di 5 volte, vuol dire che oltre Atlantico sono avvenuti un terzo di furti più che da noi. Il dato degli omicidi con armi da fuoco è più impressionate: 33 mila all’anno contro i circa 390 da noi. Data la disparità di popolazione il conto lo lascio a voi. Insomma il detenere un’arma può essere un incentivo ad usarla non solo per difesa, ma per compiere omicidi premeditati o addirittura togliersi la vita. Vi sono vari studi che confermano la relazione diretta tra il possedere un arma e la facilità del suicidio. La non punibilità notturna si traduce in una caduta della soglia d’impiego. Oggi la legge obbliga i possessori d’arma da fuoco a detenerle dentro armadi blindati accessibili solo al titolare del permesso. Con la modifica dell’articolo 52 potrebbe esserci anche una crescita della paranoia. Chi si ritiene obbiettivo potenziale, inizierà a dormire con la pistola con il colpo in canna sotto il cuscino, un’altra- perché non si sa mai- infilata nei recessi del divano del soggiorno. Il rischio di incidenti fatali aumenterà in maniera esponenziale. Gli stessi ladri tenderanno a proteggersi e lavoreranno armati. Aspetti che sembra non siano stati considerati dalla maggioranza di governo. L’importante è fare qualcosa rincorrere su di un piano inclinato gli imprenditori della paura, essere “populisti” quanto e più di loro. Ormai sono anni che tv, media, reti sociali, sono diventati l’amplificatore di pochi casi. La percezione del cittadino comune è quella di vivere in una società pericolosissima mentre i dati raccontano l’esatto contrario. Non si venga a dire che le denunce sono diminuite perché molti evitano di farlo; potrebbe essere giusto per gli scippi ma i furti in casa si denunciano, eccome! Anche perché spesso il danno è coperto da una polizza assicurativa. In troppi però sentono la vocazione ad essere i giustizieri della notte. Una delle condizioni fondanti dello stato moderno è stata quella del monopolio della violenza, il cittadino non è più legittimato ad esercitarla se non nei casi estremi della difesa personale. Oggi però in tutto il mondo si registra una corsa alla privatizzazione della sicurezza, guardie armate ovunque, contractors nei conflitti, cittadini armati in strada e dentro casa. C’è un nuovo sceriffo in città, ma non dà più sicurezza; tutt’altro, aumenta il rischio. E al populismo degli imprenditori della paura si risponde con il populismo di governo. Gente che si racconta di sinistra questi ultimi, mica pionieri del West.
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