L’audizione del responsabile di SardegnaResort alla commissione regionale Governo del territorio interpella la comunità regionale sui pericoli che corre il paesaggio sardo [di Redazione]

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 “Vogliamo puntare al mercato mondiale del turismo congressuale e non possiamo farlo solo riqualificando l’esistente, abbiamo bisogno di utilizzare volumi residui nella zona di Porto Cervo per realizzare nuovi alberghi in due siti a basso impatto paesaggistico, nelle adiacenze del Cala di Volpe e nel golfo del Pevero”.

Lo ha dichiarato l’Ad di Sardegna Resort Mario Ferraro nel corso di una audizione sul Dl 408 dell’urbanistica davanti alla commissione Governo del territorio, presieduta da Peppino Pinna (Udc).

Dopo aver ricordato che il sistema Costa Smeralda “sfrutta attualmente solo il 5% delle potenzialità che offre la Sardegna”, Ferraro ha affermato che, “per competere con altre località come la Costa Azzurra e Capri che hanno una stagione di 8-9 mesi l’anno, è necessario diversificare ed ampliare l’offerta e i nostri dati la dimostrano: con gli interventi del Piano casa del 2009 il fatturato è cresciuto di 30 milioni e l’occupazione del 25% ed abbiamo ampi margini di crescita”.

Serve però, ha precisato, “un quadro normativo chiaro e comprensibile; la Qatar Foundation è arrivata in Sardegna nel 2012 con molto entusiasmo ma è difficile mantenerlo senza la possibilità concreta di valorizzare l’investimento”.

A proposito di investimenti Ferraro ha ribadito la visione di Sardegna Resort per una programmazione ispirata al profondo rispetto per il paesaggio, confermando un articolato programma che, con una spesa di 120 milioni, punta a riqualificare e ristrutturare il patrimonio esistente con gli obiettivi di allungare la stagione e conquistare nuovi spazi di mercato. Fra le attività previste, la realizzazione di centri benessere, ristoranti concept di alta gamma, l’infrastrutturazione delle spiagge (accessibilità, parcheggi, servizi).

L’Ad di Sardegna Resort ha poi espresso un giudizio sostanzialmente positivo sull’impianto del Dl 408, consegnando alla commissione un documento di dettaglio su alcune parti del testo e formulando puntuali proposte tecniche, illustrate alla commissione con l’assistenza dell’avvocato amministrativista Paolo Giovannelli.

Nel successivo dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Giuseppe Meloni e Antonio Solinas (Pd), Piefranco Zanchetta (Cps), Giuseppe Fasolino e Antonello Peru (Forza Italia). Nella fase precedente dell’audizione la commissione ha ascoltato alcune associazioni di categoria e l’Anci.

A nome della Cna costruzioni Francesco Porcu ha apprezzato il contenuto del disegno di legge che “operando sulla semplificazione consentirà al sistema di migliorare la sua competitività”, esprimendo però preoccupazione per il calo degli investimenti pubblici destinati alle infrastrutture. Porcu ha poi proposto alcune modifiche riguardanti il patrimonio edilizio delle campagne “che ha bisogno di essere riqualificato anche se i proprietari non sono imprenditori agricoli a titolo principale” e la rappresentanza delle associazioni datoriali nell’osservatorio previsto dalla legge.

Per l’Ance (l’associazione dei costruttori edili) Pierpaolo Pinna ha criticato in apertura la legge 8/2015 sostenendo che “ha sulla coscienza altri 10.000 posti di lavoro persi in Sardegna, mentre il vecchio Piano casa del 2009 aveva prodotto ben 46.000 interventi”. Con il Dl 408, ha aggiunto, “si va nella direzione giusta soprattutto per la semplificazione ma si può e si deve fare ancora molto per migliorare il nostro patrimonio edilizio”.

Sempre per l’Ance Maurizio Spiga ha richiamato l’attenzione della commissione sulla necessità di sbloccare i Piani di risanamento urbanistico, molti dei quali finanziati dalla Regione.Da Casa Artigiani, con Sebastiano Liori, sono arrivati invece il suggerimento di puntare sui materiali tradizionali per tutti gli interventi di recupero e la proposta di abbinare ai progetti edilizi nelle zone rurali i progetti agronomici, “per dare spazio ai progetti di persone che investono sulla terra e creano valore, pur non essendo coltivatori diretti”.

Emiliano Deiana, presidente di Anci Sardegna, ha parlato del Dl 408 come di “una legge fondamentale per lo sviluppo della Sardegna ma non vorremmo che fosse una legge solo per le coste”. Al nostro interno sono presenti sensibilità diverse, ha precisato Deiana annunciando una consultazione dei Sindaci a tutto campo i cui risultati saranno trasferiti alla commissione ed un confronto aperto con l’assessore Erriu, e trovare una posizione comune non è facile.

Tuttavia, ha concluso, “sul piano politico generale invito tutti a stare attenti per non compromettere, con interventi finalizzati a bypassare il Ppr, lo sviluppo della Sardegna per i prossimi decenni”.

 

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