Ecco i luoghi della Sardegna “vera” [di Maria Antonietta Mongiu]

Cripta 26_Lucifero

L’Unione Sarda 24/05/2017. La città in pillole. La ricerca ribalta irriducibili paradigmi: il capoluogo “è” l’Isola. Tra gli stigmi che abitano i Sardi uno domina: Cagliari non è Sardegna. Quella vera è altrove,  nei luoghi in cui piace autodefinirsi con insistiti richiami all’autenticità. A tanto pregiudizio si potrebbero trovare giustificazioni storiche, non ultima la seicentesca ricerca di “corpi santi”.

La storia racconta che la reconquista spagnola riportò l’orologio al cristianesimo primitivo e mise a ferro e a fuoco i luoghi sacri d’Europa col più grande scavo archeologico mai attivato. Tanto più un luogo fu romanizzato tanto maggiore fu la quantità di tombe e di loca martyrum. Infiniti furono i fraintendimenti sui contenuti delle iscrizioni funerarie negli Acta compilati.

Al variopinto campionario di martiri è dedicata la cripta della cattedrale di Cagliari che vinse la sfida con Turris Libisonis, in quanto città romana con più ricche e stratificate necropoli.

La querelle e la geografia dei rinvenimenti dei “corpi santi” furono l’opportunità mancata di ribaltare pregiudizi quali l’impenetrabilità della Sardegna; l’assenza del fenomeno urbano lontano dalle coste; la fabula che i sardi, compresi i nuragici, odiassero navigare.

Oggi la ricerca ribalta irriducibili paradigmi e l’isola è un campo di avanzate indagini non ultima quella genetica. Evidenzia che primati, autenticità, determinismi geografici non sono che forme di etnocentrismo in cui la costante resistenziale è stata declinata anche come alibi. Oggi corre l’obbligo di riaffermare una persistente resilienza, quella sì che richiede massicce dosi di responsabilità, specie dove si concentrano alti livelli di governo.

Pertanto Cagliari è Sardegna e la Sardegna è Cagliari.

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