Narciso in crisi [di Carla Deplano ed Efisio Carbone]
Il mito di Narciso è la metafora della crisi contemporanea dei rapporti intra-interpersonali della società 2.0, laddove la comunicazione mediata dalla tecnologia permette una connessione globale costante e simultanea in un modo disumanizzato e sempre più virtuale, che procede inesorabilmente per filtri e parole chiave e in cui tutto è indicizzato e controllato. La logica dell’apparire, nel processo edonistico della rappresentazione del sé, è motore trainante e causa scatenante della fortuna dei social network. Appaio dunque sono: il rischio del Narciso del XXI secolo è quello di affogare nella dimensione virtuale perdendo il contatto con il reale. Midnightoclock fonda in questo rischio la propria esistenza: dichiarandosi “attimo”, mezzanotte in punto, trova nelle possibilità infinite e costanti del web un modo per rigenerarsi e perpetuarsi, poiché in ogni momento in un determinato luogo è sempre mezzanotte. Il gioco perverso di Midnightoclock consiste nel sottrarre al mondo virtuale le vittime pescate dal suo network per consegnarle al mondo reale sotto forma di ritratti. Secondo un procedimento invertito, l’artista dimostra come le teorie semiologiche sulla percezione dell’immagine trovino oggi più che mai un proprio fondamento, risultando quasi profetiche rispetto alla dimensione virtuale. Quanto siamo lontani dalla Pipa di Magritte? Sui ritratti. Immagini cariche di materia e di colori simbolici vissuti come valori autonomi mettono in mostra l’interiorità con le sue ferite morali, materiali e simboliche. Svelano la forza e la fragilità di ritratti che assurgono ad archetipi di un’umanità straniata e intimamente dolente, consapevole del vuoto di senso e di prospettiva in cui sembra consumarsi passivamente l’esistenza. Punto di partenza per una riflessione sulla funzione dell’arte e sulla condizione dell’uomo, le immagini evocano sentimenti e sensazioni prodotti da una realtà “esteriore” di cui si avverte un senso di angoscia e turbamento. La ricerca artistica va oltre un destino superficiale di evasione per inoltrarsi nella rete delle relazioni che collegano l’individuo al suo tempo. L’isolamento dei personaggi nello spazio, l’antinaturalismo dei colori acidi e la deformazione al limite del grottesco che disvelano un processo di disfacimento psico-fisico riflettono le ricerche artistiche maturate nel solco dell’esistenzialismo da pittori neoespressionisti, ed in particolare da Freud e Bacon, che comunicano il senso di una vita solitaria e vuota dominata dalla perdita di valori ideali e dalla crisi esistenziale dell’uomo contemporaneo. Laddove la deriva culturale e la crisi economica diventano, oggi, occasione per riflettere sulla fragilità, la solitudine e il limite di ogni uomo, nel trionfo degli egoismi individuali. È l’essere umano il soggetto privilegiato di una ricerca artistica che dà volto e forma ad un dramma di cui egli è ad un tempo artefice e vittima. Figure tese, squadrate, a tratti allucinate, forme sintetiche ed espressivamente deformate riflettono il disagio di modelli che esprimono nella loro fredda crudezza una sostanziale incomunicabilità. Attori di una ordinaria quotidianità e autoritratti privi di autocommiserazione sottoposti ad un’autoanalisi impietosa trasudano disagio fisico e psicologico e una condizione di profonda solitudine. Come maschere, i volti con le loro masse e cromie dense riflettono una lacerazione interiore, punto di arrivo di un processo psicanalitico di scavo interiore che riflette l’interesse per le possibilità espressive e psicologiche del mezzo pittorico. Sulla mostra. Nella serie di ritratti in ordine scomposto, segnati da pause di silenzi, tele bianche ritmate, ogni soggetto parla una propria lingua. Una coralità enarmonica. Una dimensione fluida, straniante, priva di riferimenti spazio-temporali. Un destino comune, forse irreversibile, trascina individui-isole in un continuum esistenziale di pause, cesure e accelerazioni, crisi cicliche e ribaltamenti prospettici-semantici. La serie si arricchisce in itinere di nuovi ritratti, in un processo creativo bulimico non risolutivo, perché senza catarsi finale. L’artista-demiurgo plasma nuovi soggetti pescando dal suo quotidiano. Con un telefono cellulare di ultima generazione trae istantanee dalla società 2.0 per rielaborarle secondo una sensibilità e una formazione che attinge a piene mani alla lunga tradizione del ritratto nella storia dell’arte, dai maestri fiamminghi del ‘400 per arrivare ai linguaggi contemporanei. Biografia. L’artista nasce a Como nel 1946. Terminato il liceo artistico di Brera, prosegue gli studi laureandosi in architettura al Politecnico di Milano nel 1973. Tra il 1971 e il 1976 partecipa a mostre personali e collettive a Como. Dal 1976 al 2006 esercita la professione di architetto, urbanista e designer fra la Lombardia e la Sardegna. Continua la sua attività artistica con una serie di mostre personali e collettive a Cagliari, Castiadas e Bosa tra il 2006 e 2013. Spazio (IN)VIIBILE presenta: “NARCISO IN CRISI”.Mostra personale di MIDNIGHTOCLOCK Evento curato da Carla Deplano ed Efisio Carbone. Inaugurazione: 4 gennaio 2014, ore 19, Via Barcellona75 Cagliari. Apertura dal giovedì al sabato ore 19-21 fino al 25 gennaio 2014.
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