G7 dei Trasporti in Sardegna: più vetrina o più sberleffo? [di Andrea Sitzia]

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I prossimi 21 e 22  giugno si terrà a Cagliari il G7 sui trasporti. Il dispiegamento di autorità coinvolte o interessate sarà, come sempre in queste occasioni, di tutto rispetto! La stampa  informa che “Oltre al commissario dell’Unione europea, Violeta Bulci, saranno presenti i ministri di Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Usa che incontreranno il ministro dei Trasporti italiano Graziano Delrio per discutere l’agenda del meeting.”

Nel mentre che l’enfasi giornalistica definisce gli altolocati partecipanti “i magnifici sette dei trasporti”, un gran numero di professionisti lavora per garantirne la sicurezza, nel perimetro blindato, tra l’hotel Regina Margherita e l’ex Manifattura Tabacchi, una decisione dettata anche dalla volontà di facilitare le cose proprio sul piano della sicurezza. Ai ministri basterà quindi attraversare la strada per raggiungere la sede dei lavori.

Niente paura quindi:  nessun Yul Brynner o Steve MCQueen si lancerà ventre a terra sulle praterie dell’interno dell’Isola “ferrate” nel 1880 dal gallese Benjamin Piercy, o dovrà sperimentare di persona le attuali vie di comunicazione del nostro Sandalo in mezzo al mare. Tutto resterà circoscritto nel Capoluogo Regionale.

Sempre per solleticare la nostra atavica pazienza va notato che il tema di questo G7 è “Riscoprire il valore sociale delle infrastrutture”, a cui il sito del MIT aggiunge seraficamente: “… In questo contesto le infrastrutture di trasporto che generano accessibilità, sono uno strumento per l’integrazione e per recuperare il senso di appartenenza ad una comunità attraverso quelle forme di coinvolgimento e partecipazione dei cittadini nelle decisioni pubbliche che possono contribuire a creare una coscienza civica (“civicness”) … “ delizioso, chissà che applausi nelle nostre zone interne!

I cultori del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, potrebbero piuttosto trovare stimoli in qualche dato ed in qualche riflessione, magari più prosaici e lontani dallo scintillante parterre di Viale Regina Margherita, ma forse più utili a farsi un’idea propria e motivata.

La Sardegna, che è in 231esima posizione su 270 regioni europee per infrastrutture secondo Confcommercio, arriva a questo appuntamento, che sa molto di autocelebrativo e pochissimo di politico/trasportistico isolano, con un assessore ai Trasporti con le valige in mano (peraltro pronte da tempo), ed un altro in arrivo, che ragionevolmente, dovrà nei mesi a venire capire dove è atterrato (sic).

Quanto ai numeri veri dell’Isola in materia di trasporti non c’è che l’imbarazzo della scelta per deprimerci. Da ultimo ci hanno pensato perfino i vescovi a ricordarci che il complesso degli extra costi (da extra tempi) per merci e passeggeri, rapportato al traffico reale, raggiunge i 600 milioni di euro/anno nel solo trasporto marittimo. Per non parlare degli indici di infrastrutturazione secondo l’istituto Tagliacarne: solo quello aeroportuale ci vede adeguati, quello delle strade nel 2001 era 63,2 adesso (2012) è del 43,9 mentre la media nazionale del Mezzogiorno è 88,2. Delle ferrovie è quasi pietoso tacere: l’indice del 2001 era pari al 24,5 sceso già nel 2012 al 17,4 mentre il resto del Sud si colloca al 76,3.

Del resto perché meravigliarsi di questa maglia nera? La Sardegna è l’unica regione italiana totalmente esclusa dai 250 miliardi di fondi europei programmati da spendere fino al 2050. Nello specifico della programmazione trasportistica basta poi vedere che nel progetto europeo dei corridoi TEN-T (Trans European Network-Transport), definito dal Regolamento Europeo 1315/2013, quattro corridoi interessano l’Italia, attraversandola da nord a sud e da ovest ad est: il Baltico-Adriatico, lo Scandinavo-Mediterraneo ,il Reno-Alpi, il Mediterraneo. Naturalmente la Sardegna non compare neppure per scherzo in nessuno dei quattro. In compenso nel corridoio Scandinavo – Mediterraneo compare felicemente perfino Malta.

Con tutto il rispetto per i maltesi, Malta ha un PIL che è circa un quarto del nostro, più o meno lo stesso reddito pro capite, non ha più ferrovie dal 1931, e una infrastrutturazione votata ormai al solo turismo che produce il 75% del PIL. Eppure è presente (e noi no) nel corridoio Scandinavo – Mediterraneo.

In compenso continuiamo ad avere Nuoro non collegata alla rete ferroviaria FS, giacché perfino Matera sta per esserlo. Dei tempi di spostamento sia interni che esterni che ci confermano, ahinoi, europei di serie B (forse). E siccome al peggio non c’è mai fine, solo in casa FS che spenderanno 20 miliardi di euro nei prossimi 10 anni al Sud, applaudiamo entusiasticamente al progetto di buttare 250 milioni di euro in due varianti ferroviarie che (forse) tra 8/10 anni (galleria di Campeda docet) faranno risparmiare qualche minuto ad una ventina di trenini tra Cagliari e Sassari.

Anche tralasciando pietosamente il problema del permanere antistorico dei passaggi a livello, con una somma non superiore si potrebbe raddoppiare il binario tra Oristano e San Gavino e tra Decimomannu e Villamassargia con benefici infinitamente superiori per il servizio ferroviario in TUTTA l’Isola, come potrebbe tranquillamente confermare chi si intenda di circolazione dei treni.

Non si tratta del solito benaltrismo, ma di puro buon senso!

Nel frattempo L’ANAS, la stessa della nostra SS 131 “Carlo Felice” (in su chelu de sutta che siat acchicande fogu), ed il cui ingresso nella galassia FS ha già avuto il benestare del Governo), ha ospitato qualche giorno fa l’ultima autocelebrazione del nominato corridoio Scandinavo – Mediterraneo, il più lungo dei corridoi europei con oltre 9.300 km di rete ferroviaria, a cui si aggiungono 6.372 km di strade, insieme a 25 porti, 19 aeroporti, 45 piattaforme multimodali e 19 aree urbane strategiche.

Una profusione di potenza infrastrutturale e viaria in cui la Sardegna si colloca semplicemente come, una volta, la temperatura di Mosca: NON PERVENUTA.

Qualcuno avrà il coraggio, l’autonomia politica e lo spessore intellettuale per dirlo apertamente durante il prossimo scintillante G7 casteddaiu? Certamente non lo farà  Pigliaru che chissà se in quell’occasione avrà sulle sue spalle anche l’interim dei trasporti…

 

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