Le prevedibili conseguenze del “facite ammuina” della giunta Pigliaru [di Angelo Careddu]
“All’ordine facite ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa [….] chi nun tene nient’ a ffà, s’ aremeni a ‘cca e a ‘llà……”All’ordine facite ammuina, tutti coloro che stanno a prua vadano a poppa….e chi non ha niente da fare, si dia da fare qua e là“. C’è migliore espressione di questa napoletana genialità per riassumere il far finta di fare se si verifica la politica sarda? La verifica era l’ossessione del prof. Pigliaru prima di fare l’assessore nella XIII Legislatura; da dimissionario dalla stessa; e soprattutto quando scaldava i muscoli per diventare presidente della Regione. Verifica di programmi, progetti, proposte. Era come la lampada di Aladino. Bastava pronunciare la parola magica. Non si contavano, in un suo blog, le disquisizioni sulle procedure per attuarla. Grazie a ciò la Sardegna finalmente avrebbe svoltato. I sardi ci credettero. Ci si chiede che fine ha fatto quanto predicava. Non ce n’è traccia in questo triennio che, se si mettono in fila tutte le competenze di una regione a statuto speciale, è tanta roba. Si immagini la verifica, assessorato per assessorato, ed bilanci del loro operato resi pubblici! Un esempio di onorabilità del patto con i sardi e di partecipazione attiva. Dio solo sa quanto sia necessario in politica. Se non accade, come non è accaduto in Sardegna, ci penseranno le elezioni. Verifica alla mano, le ultime, amministrative e referendum, sono state nell’isola una catastrofe per il centro sinistra a significare la bocciatura della giunta regionale, delle amministrazioni locali e del governo. Nessuno butti la croce sull’altro. Altro che rimpastini, l’azzeramento della giunta regionale, ad esempio, avrebbe, prima delle ultime amministrative, mandato un messaggio, forte e chiaro, che il presidente aveva capito la lezione delle precedenti amministrative e del referendum. In un’isola vissuta come una scontata prateria del centro sinistra autonomista si registra la progressiva disaffezione degli elettori e la ripresa della destra anche nei piccoli centri. Disastri annunciati di conseguenza per le politiche e per le regionali prossime venture. Bisogna correre ai ripari altrimenti, di questo passo, l’attuale governo regionale ci farà perdere. Non è credibile che Cucca non ne abbia consapevolezza e non lo abbia posto come primo punto della sua agenda di segretario del Pd. Lo stesso Renzi spesso utilizza il ministro Del Rio come tutor, specie nelle faccende delicate tipo Qatar. La giunta Pigliaru, lasciata a se stessa, pratica di norma il facite ammuina avendo come esito, in un’isola anestetizzata, crolli elettorali e manifestazioni di piazza, partecipate come mai. Una giunta che ha rinunciato ad avere una politica industriale, vagheggiando la chimica di base e facendosi prendere in giro dall’ENI col discusso progetto di Matrica; che non ha politiche del lavoro o del diritto allo studio; incapace di pretendere dai gruppi industriali di bonificare il territorio dai disastri ambientali che non riguardano solo Santa Gilla ma porzioni consistenti del territorio da Porto Torres al Sulcis Iglesiente. Una giunta che piuttosto che difendere il territorio sardo ha come obiettivo rassicurare il Qatar che farà quello che gli pare nel feudo gallurese. Cosa ha detto ad Arzachena Erriu, assessore all’urbanistica, se non rassicurare costruttori ed albergatori sul DDL sull’urbanistica, approvato della giunta Pigliaru? Applicando il sistema della verifica, anche in forme rozze, si scopre che non è migliorato il sistema dei trasporti e il settore agropastorale. Mentre la sanità ed i servizi sociali stanno regredendo. Così raccontano i sindacati. Francesco Pigliaru col suo facite ammuina non ha risolto i problemi della Sardegna come promise col rigore dell’uomo di studio. Non vi è dubbio che la delusione è accentuata dall’attesa e dall’enfasi giornalistica, imbarazzante in qualche caso, che sostenevano che un pugno di professori avrebbe legittimato una compagine, modesta per curricoli e debole politicamente, messa insieme per fini elettorali ma poco rappresentativa. Bisogna ammettere il clamoroso fraintendimento; tanto più grave dopo i disastri della giunta di centro destra. La crisi economica e la disoccupazione giovanile stanno lì come un incubo a ricordare che la Sardegna retrocede. Giacchè di mestiere il presidente fa l’economista dovrà pur spiegare perché il mondo è in ripresa tranne la Sardegna e perché i ceffoni che il governo da tre anni gli somministra vanno aumentando e rendono improbabili annunci, conferenze stampa, G7. Forse la giunta Pigliaru nel fare ammuina ha fin qui battuto la giunta Cappellacci. Che è tutto dire!
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