Francesco Pigliaru è una speranza per la Sardegna [di Attilio Mastino]
La discussione interna al centro sinistra per la scelta del candidato governatore è stato un momento alto del dibattito politico in Sardegna: prima la mobilitazione del popolo delle primarie, poi il lungo dibattito nella direzione regionale del PD, infine la scelta di un gruppo di candidati tra i quali è emerso Francesco Pigliaru rappresentano una novità e insieme una speranza per il futuro del centro sinistra. In particolare il PD pone al centro del dibattito elettorale la questione morale e conferma la volontà di operare per una forte convergenza tra il mondo cattolico, quello socialista e quello progressista, in un pacchetto elettorale che combatta quella frammentazione che non può che causare sciagure alla nostra isola. Sono affettuosamente vicino a Francesca Barracciu e personalmente molto soddisfatto per il risultato finale che avevo in qualche modo previsto: sostengo con convinzione la candidatura di Francesco Pigliaru e lavorerò per mettere al sicuro il risultato elettorale, per allargare il dibattito, per evitare che la classe dirigente del PD rimanga paralizzata proprio nel momento in cui la Sardegna ha un disperato bisogno di politiche progressiste, uscendo dalle città e entrando nei territori, nelle scuole, nelle università, nelle aziende. Ho apprezzato molto il fatto che Pigliaru abbia parlato nel suo primo discorso di lavoro e di pari opportunità. Sono due temi centrali, che ci sono cari, nel momento in cui esplode la disoccupazione giovanile, l’emigrazione, lo smantellamento del sistema industriale. Gli ultimi dati della Banca d’Italia e di Crenos raccontano a che livello è la condizione di povertà, testimoniata dal basso reddito degli under 25, del precariato, dal disagio sociale, dalla crisi del mercato del lavoro, dalla situazione finanziaria delle imprese, dal crollo dell’export, dalla riduzione del credito, dalla scarsa efficienza dei servizi pubblici e in particolare dei servizi sanitari. Mentre restano sul tappeto i cruciali temi dell’inquinamento e degli investimenti speculativi, le mancate bonifiche a Porto Torres e nel Sulcis, il degrado dell’ambiente, il dissesto idrogeologico del territorio, le minacce al patrimonio archeologico. E poi le politiche dei Parchi ferme a vent’anni fa. Infine il tema dell’insularità e dell’isolamento, lo spopolamento inarrestabile delle aree interne, una catena da spezzare per crescere, per ridare speranza ai giovani, alle donne, per combattere la perdita di competitività. Ho letto recentemente il giudizio di parificazione della Corte dei conti in occasione della discussione sul bilancio 2012: viene fortemente stigmatizzata la perdita finanziaria causata dalla flotta sarda che supera i 10 milioni di euro e si raddoppia se si calcolano le perdite della Saremar. Sono i risultati amari di 5 anni di governo del centro destra. Non c’è nessun motivo che impedisca al centrosinistra di governare nella prossima legislatura: auguro a Francesco Pigliaru di saper ascoltare, di riuscire a suscitare passioni profonde, di raccogliere idee nuove, proposte non convenzionali, disponibilità non interessate, generosità vere. Di uscire dal Palazzo e di vivere tra la gente. Guardiamo verso una Sardegna di qualità, più identitaria e insieme più internazionale. In Consiglio Regionale c’è bisogno di aria nuova, di aprire le finestre, di far arrivare più giovani, più donne, più esponenti della società civile. Legarsi alle associazioni, ai gruppi di impegno politico, al mondo del volontariato e dello sport., ai sindacati, agli insegnanti. Di fronte ai giganteschi problemi che abbiamo, la Sardegna deveosaredipiù,puòporsiobiettivipiùalti, nondevebalbettaremaparlareforteechiaro, partendo dalla sua identità culturale e civile e dalla sua ricchezza ambientale, declinata nel senso della biodiversità. La cultura, l’apertura internazionale, la ricerca devono imporsi nei programmi. Dobbiamo fare appello al. senso della responsabilità e richiamare le giovani generazioni per sviluppare generosità, altruismo, impegno personale, indicando la strada del dialogo e del confronto. Sassari, 8 gennaio 2014
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