Urbanistica e sostenibilità: un confronto che deve coinvolgere tutto il popolo sardo [di Mauro Gargiulo]
Continua a far discutere il Disegno di Legge sul Governo del Territorio sardo (ddl Erriu) e si moltiplicano le prese di posizioni critiche. Ultima in ordine di tempo, ma non certo per autorevolezza, la voce del Soprintendente Fausto Martino, che in un conciso ma esauriente post ha denunciato i sottesi intendimenti del ddl, quali la volontà di rendere permanenti le prese di beneficio in cubature elargite dal Piano Casa per un limitato arco temporale, il tentativo di vanificare i contenuti della pianificazione di settore (in particolare il PPR) attraverso le concessioni volumetriche in ambiti vincolati e le “licenze di deroghe” sdoganate come Accordi di programma o camuffate da Progetti ecosostenibili (art.43). Non usa mezzi termini Martino: quel Disegno di Legge è “una boiata!”, per citare l’efficace etimo di un funzionario pubblico sempre in trincea, ma misurato nel dire e alieno da sterili polemiche. Bisogna riconoscere a Sardegna Soprattutto il merito di aver dato prima inizio e poi alimentato il dibattito ospitando contributi di notevole spessore culturale, per l’indubbia autorevolezza degli autori (Salzano, Urbani, Roggio, Batzella, Numerico, Migheli, Biolchini, Mongiu, Mazzette, Batzella, Multinu ecc.), ma anche tecnico per i contenuti puntuali anche se talvolta di ostica lettura per la necessaria tecnicalità con cui sono stati redatti. L’audacia dimostrata dalla Redazione nel farsi carico di veicolare e rendere fecondi temi così complessi, ai più ignoti e resi sterili dai meandri della letteratura specialistica, attraverso le pagine di una rivista on line, è stata premiata sia per il coinvolgimento della stampa su scala nazionale, sia per l’attenzione dell’opinione pubblica sarda al tema della gestione del territorio. Tema che, come in tanti hanno scritto, deve diventare popolare e coinvolgere il popolo sardo nella sua totalità specie se l’attuale presidente è stato eletto col mandato di estendere il PPR all’intera isola e non di renderlo inefficace. Lungi dal cogliere la portata di un dissenso di così ampia portata e competenza, la politica isolana prima ha reagito con una stupefatta indignazione, poi sotto l’incalzare di una sempre più estesa ed avversa marea contestatrice ha iniziato a far trapelare tenui segnali di marginale ravvedimento. Più che una convinta disponibilità a una revisione testuale, si è cercato goffamente di far fronte alle voci di dissenso interno che venivano emergendo e di imbastire un tentativo di rottura del fronte dell’opposizione con irricevibili ipotesi di mediazione. Non è mancato il becero ricorso allo stantio repertorio degli epiteti (“fanatismo”, “leninismo”, “ideologismo”, “falsificatori”), con cui si è soliti etichettare il mondo ambientalista responsabile dell’eterno immobilismo a fronte di un’esplicita volontà di “fare ammuina”. Il coro ha trovato un’inattesa eco sulle opposte sponde del Tirreno, dove l’illustre dispensatore di fritti di pesce, dalle polveri di Casamicciola ha lanciato analoghi anatemi, forse nel tentativo di distogliere dalla sua Giunta un’infausta ipotesi di correità nell’eventuale mancato scioglimento dei sangui campani. La difesa più coerente del ddl Erriu è stata fatta sulle pagine de La Nuova dall’ad della Smeralda Holding. Leggendo in filigrana il felpato intervento di Marco Ferraro si può intuire quanto vi è di sotteso. “Pacta servanda sunt” e quindi la Regione non si sogni di cambiare i contenuti del Disegno di legge, in particolare quell’art.43, la cui cancellazione precluderebbe lo sviluppo strategico dell’Isola. L’ipotizzato impulso centripeto al turismo verso l’interno dell’isola può passare solo dagli aumenti di cubatura dei Resort di lusso. La Sardegna ancora selvaggia deve restare intonsa per tramutarsi in un diffuso polmone naturalistico interposto tra strutture alberghiere che utilizzando il brand culturale e stilistico smeraldino possano giustificare picchi di richiesta da oltre 4000 euro a notte. Se alla condivisa strategia qatariota del modello turistico da adottare, si associa il progetto di metanizzazione dell’Isola, la proliferazione degli impianti energetici da fonti rinnovabili, l’ostinata e fallimentare reindustrializzazione di Portoscuso e Porto Torres, le ricerche metanifere e geotermiche nel sottosuolo condotte dalla SARAS e company, la tollerata e colpevole inerzia nelle Bonifiche dei SIN, il carico insostenibile delle passività militari, si definisce quel quadro strategico che la giunta Pigliaru intende attuare a compimento del suo “proficuo” mandato. Resta l’incognita delle scorie nucleari, ma il silenzio della Regione nella procedura VAS per la realizzazione del Deposito nazionale, al momento in corso presso il Ministero dell’Ambiente, induce a ben sperare in una meritata pol position al momento dell’imminente pubblicazione della mappa nazionale dei siti di stoccaggio! Alla luce di un tale scenario assume interesse vitale per l’isola l’iniziativa di cui l’associazione LAMAS di Pattada e la Rivista SardegnaSoprattutto si sono fatte promotrici per il prossimo 28 agosto. Si tratta di un Seminario di studi dal quale dovrebbero scaturire materiali preparatori per un ben più ampio Convegno sul tema “Sostenibilità come opportunità di sviluppo della Sardegna”, da tenersi qualche mese dopo. Si intende ragionare insieme sulla possibilità che in Sardegna la Sostenibilità, considerata nei suoi tre diversi ambiti (ambientale, sociale ed economico), non si limiti ad un astratto Principio, un’Utopia priva di coordinate spaziotemporali, ma diventi humus in cui possa radicare il DNA della cultura isolana. Il Territorio sarà dunque al centro del dibattito con la prioritaria necessità di salvaguardare le funzioni ecosistemiche, l’esigenza indifferibile di non consumare il suolo, l’obbligo etico e sociale di tutelare l’Ambiente tout court. Si tratta di porre a base della Governance una scala di valori che abbia il coraggio di fissare le invarianti strutturali del sistema, che si ispiri ad un’economia circolare e non speculativa, che miri ad accrescere e non depauperare le risorse, che tuteli le specificità e le differenze senza tentare di normalizzarle, che sia socialmente coinvolgente e non escludente. Si troveranno insieme e dialogheranno (la dialettica e la partecipazione sono pericolose armi ambientaliste!) tecnici provenienti da molteplici aree disciplinari e semplici cittadini, ciascuno con il proprio bagaglio di esperienze e di conoscenze, non spinti dalla ricerca del profitto, ma motivati dalla gratuità del contributo, con l’intento di iniziare insieme un lungo cammino che possa condurre in concreto a un futuro davvero sostenibile per questa Terra. Andausu! *Responsabile Energia talia Nostra Sardegna
|
Oggi Rai3, TGR Sardegna, Emiliano Deiana parla, giudica negativamente la scelta del Qatar sui campi da golf e fa bene.
Divorano troppa acqua, che nutre i Sardi, preziosa per i contadini, per gli allevatori, per i cittadini normali che con quei campi fortunatamente non hanno niente a che fare perchè hanno molto a che fare con la fatica di tutti i giorni dico io.
Se il ricco Qatar volesse davvero bene alla Sardegna che merita tutto il bene compreso il loro, basterebbe poco per dimostrarlo.
Grandi navi cisterna dalla modernissima capitale Doha portano l’ acqua dissalata in questa Isola prediletta e inondano i loro campi prediletti.
Grazie Qatar, ti voglio bene direi io.
Davanti al potere del petrolio chi sono io ?
Ci siete Voi e questo basta !
Qatar? Fino ad ora abbiamo visto solo operazioni di pura pirateria imprenditoriale pagata da noi Sardi. Ospedale (?) di Olbia, Costa Smeralda ,per esempio.
Purtroppo sono in molti a non aver ancora capito chi si nasconde sotto i Kefiah . I “Borsalini” nostrani non possono comparire e, come universalmente noto, il Qatar è da tempo la migliore piazza mondiale del riciclaggio.