Il giardiniere sardo – scozzese Willie de “I Simpson” e i giardini storici della Sardegna [di Antonino Soddu Pirellas]
Il giardiniere de “I Simpson” di Matt Groening parla inglese con accento scozzese, ed è stato naturale arruolare per l’Italia un doppiatore con accento sardo, per interpretare Willie, l’orgoglioso indipendentista, testardo e irriducibile difensore di una terra diversa dalle altre regioni, che oltreoceano è vista come un grande giardino isolato e aspro, con boschi e pascoli circondati dal mare. Il grande patrimonio naturale della Sardegna, ricchissima di boschi e paesaggi unici, doveva aver incantato anche i primi “giardinieri” alla fine dell’Ottocento: Patrizio Gennari, Evelina Mameli Calvino, Giuseppe Garibaldi, Benjamin Piercy, Ignazio Aymerich, Gaetano Cima, Giovanni Antonio Sanna, e altri. Perché i giardini storici che la Sardegna ha avuto in eredità sono unici nella grande ricchezza dei giardini italiani? certamente perché hanno unito paesaggi a tinte e profumi forti dell’Isola ad una visione innovativa delle risorse naturali di interesse economico con l’idea di sacralità dell’albero e dell’acqua, come simboli di vita. Un secondo aspetto fu l’uso dei giardini per la convivialità e le feste come segno di rinnovamento nella Sardegna di fine secolo, esaltando patrimoni immateriali di cultura e ospitalità dell’isola e nuove tendenze alla moda di origine britannica e francese; Garibaldi riceveva visite continue di amici e ammiratori nella sua Caprera, tanto che le tavolate si estendevano per metri tra olivi, “ajaci” (ginepri) e pini, mentre Piercy organizzava a Badde Salighes e Padru Mannu sfilate tra tassi e lecci, e i nuovi calocedri in acclimatazione come new boulevard, con premi per i costumi più belli e corse a cavallo con i nuovi ibridi anglo – sardi. I quotidiani del 1892 riportavano : “.. solo vecchi e ammalati rimasero a casa .. venne organizzato un servizio di treni speciali per facilitare il concorso del pubblico”. Un terzo aspetto riguarda la rete di amicizie e di interessi sui giardini tra Garibaldi, Piercy e Gennari, e del marchese Aymerich con Cavour e Gaetano Cima. La passione per i giardini di Aymerich fu tale che impreziosì le pareti del suo palazzo di Laconi con scene di vita in giardino in stile francese. Garibaldi studiava Botanica nella biblioteca componibile ricevuta in dono dall’Inghilterra, mentre mandava a prendere Patrizio Gennari da Cagliari per classificare con metodo scientifico le piante della flora locale e scegliere le migliori specie da coltivare nell’isola di Caprera che adorava “per la grande bellezza”. Il Generale, amico e compare di Piercy, aveva l’idea di sacralità degli alberi e piantò due pini domestici, uno alla nascita della figlia (Pino di Clelia) e un altro (come scrisse nel testamento) per ricordare con semplicità la sua morte (Pino delle ceneri). Un ultimo carattere dei giardini storici è che essi sono ritagli di paesaggi di eccellenza e rivelano la storia naturale e politica della Sardegna di fine Ottocento. Giovanni Antonio Sanna, imprenditore lungimirante e raffinato e deputato del Regno di Sardegna e Regno d’Italia, comprò il parco di Monserrato a Sassari. Il Marchese Ignazio Aymerich fu senatore del Regno del nuovo Parlamento Subalpino a Torino, e appassionato di agricoltura, introdusse i primi gelsi per l’allevamento del baco da seta e la prima mietitrebbiatrice. Benjamin Piercy fu innovatore in campo agro zootecnico (suoi il primo caseificio nel Marghine e i primi incroci dei cavalli anglo sardi); Piercy fu anche imprenditore delle miniere di Iglesias e Oridda, e nelle peschiere di Porto Pino. Per la sua opera in favore della Sardegna il Re Umberto I insignì Piercy del titolo di Commendatore della Corona d’Italia. Nel Parco di Santu Lussurgiu ha lasciato in eredità il culto delle acque e la grande ricchezza della convivialità attorno alle cumbessias. Il giardino degli agrumi e lo Stabilimento Pernis-Vacca e la Vega di Palazzo Boyl di Milis è stato il più grande allevamento di cavalli di razza anglo arabo sarda, e testimonia di una delle più antiche coltivazioni di agrumi in Italia, risalente ad epoca Medievale, come documentato nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado. |
Più un piccolo indennizzo, più facilmente visibile e accessibile anche allora quando vennero realizzati da alcuni dei principali imprenditori della deforestazione dell’Isola sempre allora molto meno visibile e accessibile se non dopo, a cose fatte.