Quali Ferrovie per la Sardegna di oggi e di domani [di Franco Annunziata]
Sul Corriere della Sera di domenica 8/10 erano due pagine dedicate alla situazione che hanno determinato le TAV nell’organizzazione e nell’integrazione tra le Città italiane servite, nella pianura padana e nel corridoio Milano/Napoli. Noi non avremo mai un servizio ferroviario ad alta velocità, a causa delle situazioni demografiche ed orografiche attraversate ed alla difficoltà tecnica di riqualificare la ferrovia esistente, conferendole caratteristiche di progetto di una TAV. Ma comunque abbiamo linee ferroviarie di differente scartamento tra Cagliari, Iglesias e Carbonia, tra Cagliari e Portotorres, tra Portotorres e Olbia, ed ancora (con scartamento ridotto) tra Cagliari ed Isili, tra Macomer e Nuoro e tra Sassari ed Alghero. Cosa ne vogliamo fare ? Sono possibili e convenienti anche nell’Isola integrazioni urbane tra i centri maggiori, quantomeno nelle regioni ferroviarie, e tra questi e le periferie che vi gravitano ? A mio avviso, realisticamente devono diventare itinerari di collegamento e di integrazione nei territori attraversati; devono diventare un’alternativa all’uso dell’autovettura privata e, perchè questo sia, devono dare tempi di viaggio confrontabili con quelli offerti dalla strada e dall’autovettura, cioè minori. Devono essere organizzate, perchè le stazioni diventino nodi di interscambio e di integrazione tra l’autovettura ed il trasporto collettivo, riducendo le pendolarità veicolari verso le maggiori aree urbane. Devono produrre processi di intermodalità non solo tra autovetture e ferrovia, ma anche tra ferrovia e trasporti urbani di superficie, e tra ferrovia e nodi di trasporto verso l’esterno – aeroporti. A quando l’integrazione con l’aeroporto di Alghero e quello di Olbia ? Credo che non sfugga ad alcuno la convenienza di impiegare meglio il proprio tempo leggendo o lavorando, invece di stare dietro un volante di guida, con maggiori situazioni di affaticamento.E’ evidente che sto prefigurando un potenziamento dei servizi ferroviari e del trasporto collettivo in sede propria, là ove esistono linee ferroviarie. In altre aree non si può che ragionare in termini di riqualificazione delle strade esistenti, e di quelle secondarie in particolare, perchè queste implementino il servizio al territorio dei corridoi regionali. Il potenziamento dei maggiori corridoi stradali regionali produrrebbe maggiori benefici ai contesti attraversati con una rete viaria interconnessa di penetrazione verso i territori attraversati. Accessibilità territoriale, continuità territoriale, recupero e riqualificazione delle aree marginali. anche attraverso un’adeguata politica dei servizi, non sono aspetti delle stesso problema ? Non si identificano quali sotto-obiettivi sulla strada di un complessivo sviluppo equilibrato della Sardegna ? E’ evidente che questo mio non intende essere un trattato di trasporti, ma potrebbe essere uno spunto di discussione e di lavoro perchè non si parli più di “leggende metropolitane” quando si parla di ferrovie e si determini una cultura che non veda più solo l’autovettura come mezzo di trasporto per i Sardi.
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