Augusta oppure Brindisi, Taranto oppure Gioia Tauro. Oppure, in alternativa, Cagliari. Questo riportavano i principali quotidiani e settimanali nazionali nei giorni scorsi, in relazione al porto italiano in cui sarebbero dovute transitare le armi chimiche provenienti dalla Siria depositate in circa 1500 container sulla nave danese Ark Futura, per essere trasbordate successivamente sulla nave americana Cape Ray. La scelta è ricaduta, come noto, su Gioia Tauro. Con le motivazioni fornite dal ministro degli Esteri Emma Bonino e da quello delle Infrastrutture Maurizio Lupiin un’audizione parlamentare, alla presenza del direttore generale dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, Ahmet Uzumcu,
Gioia Tauro sarebbe stata scelta in quanto rappresenta “un’eccellenza italiana e un porto specializzato in questo tipo di attività”. Un porto che nel 2012-2013 ha già trattato 3000 container di sostanze chimiche, pari a 60 mila tonnellate. Quelle che arriveranno dalla Siria, è stato detto, saranno solo 570 tonnellate in 60 container, imballate e sigillate secondo standard internazionali di sicurezza. I due ministri hanno anche precisato che il carico di armi chimiche non toccherà suolo italiano in quanto il trasbordo avverrà da nave a nave e senza bisogno di stoccare i container a terra.
Pericolo scampato per la Sardegna, quindi? Parrebbe proprio di si anche se, alla luce dei fatti, c’è da chiedersi se per l’isola si sia realmente trattato di un pericolo. Il dubbio è legittimo se è vero quanto riferito alla stampa dal senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Cotti, il quale sostiene che “La Maddalena e Cagliari non sono mai stati presi in considerazione come luoghi di transito o di destinazione delle armi chimiche siriane”. La conferma Cotti dichiara di averla ricevuta dai ministri Bonino e Lupia margine di un’audizione alla Camera.
Se questo è vero, perché il governatore Cappellacci ha trionfalmente comunicato: “Le armi chimiche siriane non passeranno nei nostri porti. Abbiamo sventato quello che sarebbe stato un vero e proprio delitto contro la nostra isola. La Sardegna non vuole e non può essere destinataria di tutti i carichi indesiderati dello Stato centrale. Al contrario, per i il pregio del suo paesaggio, del suo ambiente e delle sue tradizioni merita un’attenzione di segno opposto. Il transito delle armi chimiche nei nostri porti avrebbe anche causato un danno all’immagine di una terra che vuole rialzarsi dalle macerie della crisi puntando sulle sue eccellenze turistiche ed agroalimentari.”? Chi avrebbe sventato cosa?
Il Cappellacci che ha proclamato di volersi opporre con ogni mezzo all’eventuale transito di armi chimiche nei porti sardi è per caso lo stesso che ha sempre incassato senza battere ciglio le imposizioni e le prevaricazioni calate nell’isola dal governo centrale guidato dal suo mentore Silvio Berlusconi? E si che è lo stesso! E’ lo stesso clone di Berlusconi, ricandidato presidente della Regione per volontà del Cavaliere decaduto e imposto dal suo gruppo di potere che ha ridotto la Sardegna a luogo di speculazioni immobiliari, eoliche e di ogni interesse privato contrario al principio di bene pubblico.
E’ lo stesso Cappellacci “zonafranchista” che continua a prendere in giro i sardi non dicendo che, seppure si rendesse praticabile il complesso processo di attivazione della zona franca che coinvolge la Regione, il Governo italiano e l’Unione Europea, in Sardegna si pagherebbe forse meno la benzina ma si dovrebbe rinunciare al recupero dallo Stato del 90% dell’IVA e del 75% delleaccise? Percentuali che vanno poi , ovviamente, tradotte in risorse economiche indispensabili per finanziare la spesa sanitaria, il trasporto pubblico locale e i servizi sociali. E’ lo stesso Capellacci “antinuclearista” che ha cavalcato il referendum sardo sul nucleare, tanto era solo di tipo consultivo? E si che è lo stesso!
E’ lo stesso Cappellacci in perenne campagna elettorale che nella vicenda delle armi chimiche siriane ci ha “sguazzato” utilizzandole come armi di distrazione di massa, alimentando paure e allarmi, lanciando proclami rivoluzionari e indipendentisti (sic!) per potersi ripresentare come un novello Amsicora. Il salvatore della patria sarda che combatte strenuamente contro i soprusi dello stato centrale e – smettetela di ridere! – contro i “poteri forti” che vogliono affossare la nobile terra di Sardegna eroicamente difesa dai cloni berlusconiani.
Il 16 febbraio prossimo i sardi hanno l’opportunità, col voto, di mandare a casa il feudatario di Berlusconi. Se non lo faranno è perché chi lo voterà e simile a lui: bugiardo, opportunista, egoista.
Che non vuole il bene della sua terra
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Vi è ,nella vicenda delle armi chimiche Siriane, qualcosa di illogico, di sospeso, di incongruente . I ministri che dichiarano che le armi chimiche “non toccheranno il suolo Italiano” che il trasbordo è previsto da nave a nave “senza stoccare i containers a terra”. Ma allora cosa diavolo ci fanno in Italia? E ancora: perchè si sono liberati i depositi sotterranei di Santo Stefano? Il pensiero corre alle armi sequestrate alla nave Russa. Finirono, chissà perchè, in Sardegna e vennero utilizzate per la guerra alla Libia ,contro gli interessi dell’Italia.
Si ha l’impressione che i ” lachè ” governativi abbiano sospeso o rinviato qualcosa,almeno fino a metà Febbraio, ad elezioni concluse.