Milioni per la clinica e cemento sul mare: corte del Pd dall’emiro [di Nicola Girau]
il Fatto quotidiano, 3 novembre 2017. da Gentiloni a Pigliaru tutti d’accordo per svendere le coste della Sardegna ai potenti petrolieri arabi. Arriveranno a cedere la sovranità?prima bisognerà sbaraccare il Piano paesaggistico di Renato Soru. Pigliaru ha già cominciato…..«Sardegna – Il milionario del Qatar ha comprato mezza Costa Smeralda e spinge per costruire. Intanto rimanda il via all’ospedale». Via Qatar si trova a Olbia, fra la zona industriale e il mare. È solo uno degli omaggi alla trasformazione della Gallura in colonia benedetta dal governatore berlusconiano Ugo Cappellacci e oggi ancor di più dal renziano Francesco Pigliaru. Colonia al punto da poter confezionare una legge urbanistica per tutta l’isola a misura degli interessi immobiliari dell’emirato in Costa Smeralda nelle vesti di salvatore dell’economia isolana. Chissà se ne hanno parlato mercoledì a Doha il premier Paolo Gentiloni e l’emiro del Qatar, Tamin bin Hamad Al-Thani. Prima la bandiera granata a nove punte ha sventolato sugli hotel dorati di Porto Cervo, poi sul grande ospedale che fu di don Verzé, infine sulla compagnia aerea Meridiana. Quando lo sbarco nell’isola ha passaporto qatariota è tutto un inginocchiarsi. Defunta la Sir di Rovelli e circoscritta la Saras dei Moratti nell’area di Cagliari, l’emirato è oggi la presenza economica estera più forte in Sardegna. Tutto è avvenuto in cinque anni: il primo colpo fa data al 2012, quando la Qia (Qatar Investment Foundation) compra la Costa Smeralda dall’indebitato finanziere americano Tom Barrack. Il pacchetto comprende quattro resort tra i più prestigiosi al mondo, la Marina, il Pevero golf club e 2.300 ettari di terre ancora vergini. Oggi l’unico proprietario è lui, l’emiro Tamin bin Hamad Al-Thani. Un solo ostacolo rallenta l’espansione del suo braccio immobiliare “Sardegna Resort”: il Piano paesaggistico regionale (Ppr) del governatore Renato Soru: dal 2006 obbedisce al Codice del Paesaggio ed è l’unico argine all’avanzata del cemento. Per i qatarioti è un problema: i petroldollari ci sono, ma i progetti si infrangono sulla legge. Per fortuna c’è il Pd e il suo governo: nel maggio scorso Mario Ferraro, manager di Sardegna Resort e Qatar Holding ha consegnato alla commissione urbanistica regionale una nota in cui si chiede di alleggerire nella prossima legge urbanistica il vincolo di inedificabilità entro i 300 metri dal mare. La politica isolana si piega docilmente e conferma nel disegno di legge il regalo già anticipato ai costruttori col piano casa firmato dall’assessore all’urbanistica Cristiano Erriu: via libera agli aumenti di cubatura per le strutture già esistenti. Se il contestatissimo disegno di legge supererà lo scoglio del Consiglio regionale e della protesta ambientalista, hotel, resort e seconde case potranno allargarsi di un quarto “anche in deroga agli strumenti urbanistici”. E addio Ppr. Un’inversione di tendenza inspiegabile, a meno di non pensare a uno scambio. La salvezza dell’ospedale Mater Olbia per il via libera alle nuove cubature: “Un’eccellenza sanitaria che darà lavoro a 600 persone” (Regione dixit) che non guasta mai in campagna elettorale. Clinica sottratta a morte certa ma pagata col sacrificio del paesaggio. Basta unire i punti di questa storia coloniale. Il Mater è nato come struttura privata del San Raffaele di don Verzé e finito nel crac della Fondazione Monte Tabor. Nell’estate 2014 arriva il fondo dell’emiro che lo rileva per 1,2 miliardi di euro dalle banche creditrici. Un’operazione costruita in anni di relazioni diplomatiche condite dai viaggi a Doha di Mario Monti ed Enrico Letta e che avrà in Matteo Renzi il suo più autorevole sponsor nonché padrino al taglio del nastro (maggio 2015). Il progetto sembra già approvato nel 2013 quando viene sottoscritta una manifestazione di intenti tra Cappellacci, allora governatore, Rashid Al Naimi, Ad del fondo Qatariota, e Giuseppe Profiti manager del Bambin Gesù (poi rinviato a giudizio in Vaticano per distrazione di fondi nella vicenda dell’attico del cardinale Bertone). Cinque mesi dopo cambia la Giunta, ma il neo-presidente dem Pigliaru firma un protocollo d’intesa in cui la Regione si impegna, se la Fondazione qatariota comprerà l’ospedale, a “porre in essere tutte le autorizzazioni e accreditamenti”. Poi, nel luglio scorso, il partner del Qatar diventa l’ospedale cattolico Gemelli di Roma. Come dire “Comprate e avrete tutte le porte aperte”. Appena cinque giorni dopo (21 maggio 2014) arriva l’intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri sottoscritta da Renzi: pieno sostegno all’iniziativa, deroghe per il tetto di spesa regionale e per il numero dei posti letto. Una bella corsia preferenziale, anche se passerà un altro anno prima che possa sbarcare in Sardegna con tutti gli onori per inaugurare il cantiere. Renzi twitta entusiasta: “Oltre un miliardo di investimenti dal Qatar e si sblocca finalmente il Mater Olbia. Prezioso non solo per la Sardegna #lavoltabuona”. Ma il Mater rimane un’incompiuta e l’inaugurazione slitta: doveva arrivare a marzo 2015, ora pare si arrivi al 2018, ma c’è anche chi teme non aprirà prima del 2020. E mentre le date si rincorrono, la politica lavora per il Qatar. La cosa importante è non far scappare l’investitore d’oro, e così nell’imponente riforma sanitaria che ridefinisce la rete ospedaliera di tutta l’isola succede che il consiglio regionale voti a maggioranza bipartisan per posticipare al 2020 l’assegnazione dei posti letto per la sanità privata: fate con calma, la Regione e i malati possono aspettare. “Questa è buona politica, il Mater figlio di tutti, Cappellacci e Pigliaru, rende giustizia a un’intera classe”, festeggia il deputato Pd Giampiero Scanu. La strada sembra tracciata: più cemento e deroghe, in cambio dei petrodollari in un’isola martoriata dalle crisi industriali. L’ultimo salvataggio riguarda Meridiana, compagnia aerea di Olbia fondata dal principe Karim Aga Khan mezzo secolo fa, da tempo in grave sofferenza con oltre 1600 esuberi. Un mese fa la Qatar Airways ha acquisito il 49% di Meridiana Fly assumendone però il pieno controllo col plauso di politica e sindacati. La promessa è un nuovo piano industriale e il raddoppio della flotta. Un negoziato durato tre anni col sostegno del governo e il raccordo con l’ambasciatore Qatariota in Italia. Solo l’ultimo segno dell’asse renziano Italia-Qatar con la Sardegna targata Pd principale avamposto. |