FREEMMOS/LIBERI DI RESTARE. Il Progetto della “Fondazione Maria Carta” approda Domani Sabato 18 Novembre a Fonni [di Redazione]

Fonni

Il progetto Freemmos, progettato e promosso dalla Fondazione Maria Carta , è un’ iniziativa culturale pensata per sollevare l’attenzione sul tema dello spopolamento che interessa in particolare modo numerosi piccoli comuni delle aree interne della Sardegna, ma che coinvolge direttamente anche alcuni dei principali centri urbani regionali. Consci che la scomparsa di intere comunità rappresenta una grave perdita culturale, sociale ed economica, i responsabili della Fondazione Maria Carta hanno ideato questo progetto seguendo ciò che prevede il loro statuto, ossia la valorizzazione e la diffusione della cultura sarda per la crescita del territorio e delle sue popolazioni.

Free-mmos è parola che evoca il termine sardo Fermi risemantizzato e rilanciato dal Presidente della  Fondazione Leonardo Marras  in una nuova e suggestiva versione. Racchiude il concetto di libertà (free) e di permanenza con la parola sarda “frimmo” fermo, per condividere con i sardi, soprattutto i giovani,  una precisa volontà ossia quella di poter rivendicare il diritto di rimanere nella propria terra: “liberi di restare”, magari dopo aver fatto un percorso formativo e professionale, ma con la possibilità di “ritornare” per vivere attivamente le comunità locali, l’economia e la cultura sarda.

Ad oggi il progetto vanta 3 eventi culturali e musicali, che hanno visto Monteleone Roccadoria, Baradili, Sassari al centro di tre appuntamenti con protagonisti diversi intellettuali sardi, giornalisti e opinion leader, sociologi ed economisti e soprattutto tantissimi musicisti, che hanno animato dibatti e concerti con un pubblico sempre maggiore via via che l’evento ha avuto la sua visibilità attraverso i media regionali.

in allegato le invio dei link sulle uscite stampa unitamente alle immagini e alla rassegna stampa, che le  consentiranno di entrare nel cuore delle iniziative svolte finora a Monteleone Roccadoria, Baradili e Sassari.

La quarta e ultima  edizione di Freemmos per il  2017 è fissata il 18 novembre a Fonni, con una ‘versione al femminile’ dell’iniziativa, che vedrà protagoniste tutte le donne Sindache della Sardegna, la Rettora  dell’Università di Cagliari, Maria Antonietta Mongiu e Antonietta Mazzette, docenti ed intellettuali ben note per i loro studi ed impegno; alcune  testimonianze di imprese di successo fondate e condotta da donne sarde. In questa occasione si porrà ulteriormente l’attenzione sull’importanza del sistema imprenditoriale che a fianco degli amministratori e delle amministratrici può agire per arginare il fenomeno e individuare misure ed interventi di impatto economico e sociale per ‘rianimare’ le comunità minori e frenare la tendenza demografica già in atto anche nei centri urbani.

Sono numerosi i documenti e i gli strumenti di programmazione territoriale che contengono analisi sul fenomeno, a partire dal PRS 2007-2009 che rilevò”… l’assetto territoriale della Sardegna si caratterizza per la storica fragilità dell’armatura urbana e per la prevalenza del tessuto rurale. Questa condizione che, in passato, ha trovato punti di equilibrio, in tempi recenti si è profondamente modificata dando luogo a una migrazione interna epocale, durante la quale quasi un sardo su tre si è riversato dall’interno verso la costa e le agglomerazioni urbane. Il risultato più evidente di questo processo è il fenomeno dello spopolamento delle zone interne e la contestuale congestione delle aree urbane e costiere . [1]

Tale analisi si ritrova anche in documenti successivi, come ad esempio il rapporto a cura del CRP “Comuni in estinzione- Gli scenari dello spopolamento in Sardegna”  in cui  vari esperti (demografi, statistici, sociologi ed economisti) oltre a delineare il progressivo aggravamento della tendenza negativa,  con indicatori del cosiddetto ‘disagio demografico’ che va via via interessando anche alcune delle aree urbane in ambito regionale, hanno valutato alcune azioni in ambito internazionale volte a affrontare il fenomeno attraverso politiche di sostegno economico o fiscale, per favorire la permanenza o l’attrazione di flussi demografici. [2]

Da tali considerazioni, emerse grazie alle illuminate testimonianze degli esperti ospiti dei tre eventi di Fremmos, nasce l’idea dei dirigenti della Fondazione  di far crescere il progetto  attraverso l’interlocuzione con attori istituzionali, pubblici e privati, che possano affiancare la Fondazione Maria Carta per un percorso più vasto volto a sollevare l’attenzione sullo spopolamento a livello regionale e nazionale al fine di individuare progettualità e misure per la creazione di circuiti virtuosi, in cui cultura ed economia consentano la rinascita delle piccole comunità e favoriscano la permanenza e il ritorno dei residenti, in particolare modo i giovani.

Rilanciare sul tema dello spopolamento infatti significa ampliare le aree di intervento che vedrebbero coinvolti non solo i protagonisti del sistema dell’offerta culturale regionale, ma anche i protagonisti del sistema economico più vasto, con funzioni e interessi specifici:

  • il settore dell’edilizia per il recupero dei centri abitati
  • il settore dell’agro-alimentare per la valorizzazione e il rafforzamento delle produzioni locali
  • il settore del turismo per la creazione e la promozione di circuiti territoriali tematici
  • il settore dell’innovazione tecnologica sia per l’infrastrutturazione di base che per la creazione di servizi ICT

Tutto ovviamente all’interno di un quadro istituzionale che veda coinvolti gli amministratori delle piccole comunità, possibilmente attraverso un protocollo d’intesa, per la creazione di un progetto sovraterritoriale da inserire negli strumenti della programmazione regionale.

Per questo motivo il CdA della Fondazione,  sta valutando la possibilità di predisporre un progetto di più ampio respiro che, attraverso partnership consenta di accedere a finanziamenti comunitari che abbiano il tema dello spopolamento e della rivitalizzazione dei luoghi di margine gli asset prioritari.

L’obiettivo è quello di far crescere il progetto iniziale mettendo in campo azioni di valorizzazione della cultura locale e delle tradizioni, con il coinvolgimento del sistema imprenditoriale regionale, che possa a sua volta individuare opportunità di crescita attraverso attività, sia tradizionali che innovative, da mettere in campo nei territori al centro del progetto.

[1] PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2007-2009, Consiglio Regionale della Sardegna, p. 23. Crenos,

[2] RAS – CRP, Comuni in estinzione- Gli scenari dello spopolamento in Sardegna Progetto IDMS-2013

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