ASL all’Opera [di Franco Masala]
Niente paura: non è l’Azienda Sanitaria Locale che si ricicla in musica (anche perché ha ben altri problemi da affrontare …). È l’Alternanza Scuola Lavoro che il triennio finale delle scuole superiori italiane prevede per i suoi studenti e che molto raramente dà risultati apprezzabili. Se gli istituti tecnici e professionali possono avere, forse, qualche possibilità nel praticantato presso aziende o imprese ove siano disponibili, è ben più difficile per i licei classici e scientifici che hanno un indirizzo di studi non finalizzato al lavoro. Non è un caso che l’ASL abbia avuto contestazioni vigorose da parte degli studenti ma anche di molti docenti date le difficoltà di portare a compimento il progetto triennale, considerato che le attività devono essere “finalizzate ad offrire agli studenti occasioni formative di alto e qualificato livello”, secondo il dettato del MIUR. Nel Teatro Lirico di Cagliari si sono avvicendati gli studenti di undici scuole di Cagliari, Quartu e Selargius e ciascuno di loro è stato in teatro per circa 20-25 ore, articolate in 4-5 incontri durante i quali ha avuto modo di osservare le diverse tipologie di lavoro legato alla messinscena dell’opera riguardanti i settori artistico e tecnico-artistico; impiantistico; organizzativo e amministrativo. Alcuni sono andati oltre e hanno prodotto una rappresentazione di circa dieci minuti dove, in una libera drammatizzazione, hanno condensato le vicende de La fanciulla del West di Puccini, partendo dal libretto, e, la volta successiva, il romanzo La Ciociara di Alberto Moravia in occasione della prima europea dell’opera omonima di Marco Tutino. Una bella sfida, affrontata dalla III C e dalla IV C del Liceo Classico Musicale del Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” di Cagliari con l’ausilio delle professoresse Antonella Cantori e Luisella Sanna. Approfittando della frequenza del Conservatorio di musica di diversi studenti, è stato possibile udire alcuni temi musicali, eseguiti da loro stessi, mentre altri si sono cimentati in una recitazione più gestuale che di parola con un momento di vero brivido quando, all’inizio del lavoro tratto da Puccini, i giovanissimi hanno intonato sommessamente il coro dei minatori nostalgici di casa. L’impegno è stato grande e ha consentito di sviluppare attitudini alla scrittura e alle capacità di sintesi oltre che riflessioni su grandi temi come quelli della paura e del rifiuto del diverso, dell’opportunismo che non esita a tradire per i propri fini, della condizione femminile e della violenza. Insomma un’impresa positiva che fa sperare che chi si è impegnato diventi d’ora in poi spettatore assiduo dello spettacolo in musica anche per rinnovare un pubblico che, generalmente, non è composto da adolescenti… Nella stessa occasione è stata presentata anche una mini-conferenza su “Il neorealismo nel romanzo di Moravia” a cura della V A del Liceo Scientifico Statale “Michelangelo” di Cagliari con la tutor ASL professoressa Paola Aste, ma per forza di cose questo intervento è parso più scolastico e sicuramente meno creativo degli altri. Comunque, onore al merito. *I ragazzi del “Convitto”, foto di Priamo Tolu ©
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