L’accordo Lega-Psd’Az nel segno dell’ipocrisia: anche di Soru e di Massimo Zedda [di Vito Biolchini]
Ciò che colpisce dell’accordo Lega-sardisti è l’alto grado di ipocrisia che lo sorregge. Ipocrita è colui che si copre il viso con una maschera, e la maschera che nasconde la vera natura dell’accordo tra i Carroccio e i Quattro Mori è quel federalismo spacciato per punto di contatto tra i due partiti, quando sappiamo benissimo che ciò che oggi connota politicamente la Lega sono le sue posizioni estreme sui migranti e sull’Europa, non certo il federalismo a cui non credono più neanche loro. Questa ipocrisia balza prepotente agli occhi all’opinione pubblica sarda, scandalizzata dalla strumentalità delle argomentazioni portate dai vertici del Psd’Az, impudenti e sfacciate, ma che non trovano sanzione in un giornalismo farisaico che si limita a registrare ma non ad analizzare la natura dell’accordo osceno, come se un fatto politico si potesse raccontare alla stregua di un banale incidente stradale. Tutto d’altronde si regge, soprattutto nel rapporto informazione-politica: lo sguardo acquoso e distratto dell’osservatore che non si posa sulle contraddizioni in cui cade l’osservato, amplifica l’inconsistenza di quest’ultimo, in una spirale continua di pochezza e irresponsabilità. Se in Italia e in Sardegna il livello della politica è così scadente è perché lo è anche quello dell’informazione. Le contraddizioni, dicevamo: sciamano dappertutto, come se niente fosse. Quei sardisti ora alleati delle Lega erano stati invocati solo una decina di giorni fa come salvatori del centrosinistra nientemeno che da Renato Soru: come all’europarlamentare del Pd sia venuto in mente di fare una apertura del genere, a favore di una forza politica ballerina per definizione, non lo sapremo mai. Qualcuno oserà mai chiedergli conto della sua sconcertante proposta, figlia quanto meno di una assoluta mancanza di fiuto politico? Così come forse non conosceremo mai la valutazione politica che dell’accordo dà il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, raffigurato dai nostri giornali nei panni improbabili dello statista, ultima speranza del centrosinistra (così dicono loro) per provare a vincere le elezioni regionali del prossimo anno. Zedda in effetti se l’era studiata bene: imbarcando nel suo schieramento proprio i sardisti (allora, e anche adesso, all’opposizione del centrosinistra che governa alla Regione), grazie ai loro voti era riuscito due anni ad riconfermarsi miracolosamente al primo turno (riguardatevi i dati se non ci credete). La storia poi doveva continuare con l’enfant prodige della sinistra italiana e i Quattro Mori ancora a braccetto, fino all’apoteosi regionale del 2019, con Zedda presidente e i sardisti traghettati nel centrosinistra dal sindaco di Cagliari, finissimo stratega. No, non andrà così. Il piano di Zedda è fallito, al momento, miseramente. Certo, tutto ancora può accadere, le via dell’ipocrisia sono infinite. Ma in attesa di nuovi colpi di scena, c’è comunque qualcuno che vuole osare l’inosabile e chiedere al sindaco Zedda e a tutto il centrosinistra se intendono continuare a governare a Cagliari con i sardisti, alleati della Lega? Non percepiscono una contraddizione crescente in questa situazione che vede i sardisti avversari del Pd e della sinistra sia alla Regione che in parlamento ma non al comune di Cagliari? Non sentono un qual certo imbarazzo nel dover governare assieme a questi Quattro Mori il capoluogo di regione? Come è possibile individuare nella Lega il nemico numero uno della democrazia italiana e al contempo governare con i loro rappresentanti isolani? Domandare è lecito, rispondere è cortesia. Ma ancora una volta, temo, nessuno risponderà. |