Δώδεκα da Pitagora a Depero. Anna Saba e le sue sculture venerdì 2 febbraio a Cagliari nello Studio di Architettura LI-XI [di Franco Meloni]
Il Nilo è il grande Nutritore, ma come tutti gli antichi dei, deve essere interpretato. Porta vita ma contemporaneamente crea disordine. Per vivere in una società che esiste grazie all’acqua, bisogna cercare punti fermi quando gli argini scompaiono. Regole che si basino su misurazioni incontrovertibili. Se si dispone di 3, 4 e 5 pertiche si ha un angolo retto. Si può misurare la terra e creare le basi della geometria. Pitagora era sapiente e immaginava che la Matematica, potesse dare una risposta certa alle domande degli uomini, da poco usciti dal buio delle caverne. Spiegazioni razionali per chi doveva dare il nome ai fenomeni. Siccome la natura gioca a dadi, truccati, nel momento di massima certezza della forza dei numeri, proprio il Teorema di Pitagora, applicato ad un semplice quadrato, mostrava che il rapporto del lato e della diagonale è un numero con una serie infinita di termini. Si era trovata l’irrazionalità. Fortunatamente. La strada della conoscenza aveva inizio con la consapevolezza che solo un tempo infinito avrebbe dato le risposte. Ma bisogna affrontare un percorso sapendo che quello che importa è la serietà del metodo e non il traguardo. Si può scrivere nell’aria e sulla sabbia, e pure usando gelidi bit. Anna ha usato il suo materiale preferito per contenere sprazzi di vita in modo sicuro. Bianchi libri di marmo, dodici per ricordare Pitagora, che possono trattenere sogni e mostrare come l’irrazionale possa diventare poesia. Imbullonati, come si conviene al nobile e pesante materiale, per ricordare Depero. Bulloni che si devono svitare per aprire porte nascoste. |