La luce della luna di Marco Delogu [di Roberta Vanali]
“Non sono andato in Sardegna per moltissimi anni e per il mio “ritorno” fotografico ho scelto un’isola che non conoscevo, così piena di ricordi dolorosi a contrasto con il grandissimo senso di bellezza e libertà che ora si prova.” Terra antica quanto selvaggia, tragica e violenta. Isola ancestrale di demoni e dei dominata da leggi arcaiche, la Sardegna, magica terra travolgente e rigogliosa dalla vegetazione intricata e dai paesaggi lussureggianti battuti dal vento, ha tra i suoi tesori un paradiso naturalistico che è l’essenza più autentica dell’isola: l’Asinara. Isola nell’isola, luogo disabitato e incontaminato che sprigiona i profumi intensi del ginepro, dell’elicriso e del lentischio. Eden dove vivono piccoli asini bianchi tra colline rocciose e stradine di terra battuta che conducono al mare, è protagonista dei 25 scatti di Marco Delogu, fotografo di fama internazionale, nonché direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Londra dal 2015, che ritorna in Sardegna per una ricognizione sul paesaggio notturno sfruttando la sola luce della luna d’agosto. Il risultato sono paesaggi sospesi, scorci metafisici che restituiscono un’isola apparentemente tenebrosa dove stratificazioni di memorie funeste lasciano ora spazio ad un’isola fortemente connotata, luogo disabitato e incontaminato che diventa paradossalmente massima espressione di libertà. Perché questo luogo, che vede la presenza dell’uomo già dal Neolitico, è stato sede di una colonia penale e di un carcere di massima sicurezza che ha ospitato tra i più sanguinari criminali italiani, tra brigatisti e mafiosi. Il Bunker, l’Ossario, il Faro, il Cimitero, il Macello, ruderi di edifici che ora appaiono decontestualizzati dal territorio, sono appena lambiti dal bagliore della luna che ne delinea i labili contorni. In antitesi allo stereotipo da cartolina, attraverso uno sfumato che rende tremuli e vibranti i ruderi fantasma, conferendo una dimensione onirica all’intera serie, la bellezza di una natura incontaminata si concede all’obiettivo dopo l’affrancamento durato oltre un secolo (l’isola è rimasta chiusa al pubblico dal 1885 al 1999 dopo l’istituzione del Parco Nazionale, isolamento che ha consentito di preservare l’ambiente naturale). Chiude l’esposizione il video di Fausto Ligios che immortala Marco Delogu intento a rubare scatti nella notte accompagnato dal fruscio del vento e dai versi degli animali notturni, restituendo tutta la poesia che distingue il luogo. Affiancate dai testi di Eduardo Albinati – Premio Strega 2016 e insegnante per vent’anni nel carcere di Rebibbia – le opere fotografiche vanno a costiture una pubblicazione deluxe edita da Punctum, voluta dalla Fondazione di Sardegna, nell’ambito di AR/S – Arte Condivisa in Sardegna, che ha dato luogo anche ad una residenza sull’isola riservata ad entrambi. “La vibrazione e il tumulto della vita si sono assottigliati in modo fiabesco, le strade bianche s’intravedono appena, i segnali di pericolo sono stati spenti perché non vi è più alcun pericolo, uomini e animali possono andare liberi e senza paura.” Chiosa in catalogo Albinati. |