Giuseppe Zuddas, Sardista, antifascista, internazionalista [di Marco Sini]

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Perché ricordiamo Giuseppe Zuddas? Perché scrivere un libro su di lui? Innanzitutto perché l’ANPI Sardegna, tra i suoi obiettivi, ha anche la costruzione di una memoria civile che ricordi alle nuove generazioni i sardi che hanno lottato per la libertà e la democrazia in Sardegna, in Italia e nel Mondo.

In secondo luogo perché Giuseppe Zuddas, basta leggere le tappe essenziali della sua biografia politica e personale, deve essere additato come esempio alle nuove generazioni. Ha infatti fatto parte di quella schiera di giovani sardi reduci dalla “grande guerra” che partecipa alla nascita e allo sviluppo del primo sardismo e fin dai primi anni venti del ‘900 si oppose fermamente al sorgente fascismo e spese la sua vita per la libertà dei popoli.

Nel 1922, all’età di 24 anni, Zuddas è il segretario regionale dei giovani sardisti. Le elezioni politiche del 6 aprile del 1924, che hanno visto il listone fascista trionfare dappertutto, registrano a Monserrato la vittoria schiacciante del PSd’Az. Anche se solo un mese dopo, il sindaco sardista viene revocato e il Comune commissariato dal Prefetto Gandolfo. Dopo il passaggio al fascio di pezzi importanti di dirigenti sardisti e di compressione delle libertà fondamentali, quando l’aria diventa irrespirabile per lui, sia sul piano politico che per la sua sicurezza personale, prende la via dell’esilio verso la Francia.

Nell’autunno del 1924 lasciata la Sardegna per la Francia, Zuddas diventerà a Parigi un militante di Giustizia e Libertà e uno stretto collaboratore di Emilio Lussu che lo invia in Sardegna per tenere i contatti con i dirigenti sardisti. E’ un antifascista internazionalista che accorre in Spagna a difesa della Repubblica spagnola minacciata dall’esercito golpista di Francisco Franco e spende la sua vita per la causa della libertà.Ecco perché abbiamo pensato di rendergli memoria anche con una pubblicazione specifica a lui dedicata!

Già perché a Giuseppe Zuddas in diverse occasioni e in diverse forme è già stato reso onore, sia con citazioni nell’ambito di libri e pubblicazioni che hanno trattato in termini generali di sardismo, di antifascismo e degli italiani (e dei sardi) che hanno combattuto come volontari delle Brigate internazionali nella guerra civile spagnola, sia nei pochi atti che hanno trattato solo di lui: 1) la delibera del Comune di Cagliari del 1944 con il  sindaco Cesare Pintus, espressione della concentrazione antifascista, che gli ha dedicato una delle tre vie principali di Monserrato; 2) l’intitolazione di una sezione di partito; 3) un Docu-film interamente dedicato a lui.

Gli aveva reso memoria Emilio Lussu che lo ha ricordato in diversi suoi scritti e in interventi pubblici, a partire dalla sua prima visita a Monserrato nel 1944, appena rientrato dall’esilio. In particolare in un suo scritto Lussu accomuna il sacrificio di Zuddas caduto sul Monte Pelato nel 1936 a quello del cagliaritano Silvio Mastio, caduto in Venezuela nel 1931, come espressioni dell’impegno internazionalista dei sardi e dei sardisti per la libertà dei popoli.

A Zuddas avevano reso memoria i suoi compagni di Monserrato intitolandogli la locale sezione del neonato PSIUP nel 1964. Di quella Sezione a lui intitolata sono stato il giovanissimo segretario negli anni 1971 e 72 e, avendo conosciuto e avuto relazione con diversi vecchi compagni della generazione di Giuseppe Zuddas che lo avevano conosciuto, in me resta il rammarico di non aver colto quel momento e quelle conoscenze per chiedere informazioni e dettagli che oggi mi sarebbero stati utili per costruire un profilo biografico più completo e documentato su di lui.

Della vicenda di Giuseppe Zuddas in Spagna tratta Francesco Manconi in un apposito capitolo “Gli antifascisti sardi nella guerra di Spagna” nel libro curato dal Prof. Manlio Brigaglia “L’Antifascismo in Sardegna” – vol. 2.. Di Zuddas ha scritto Gianfranco Murtas, studioso di sardismo. Nel 2011, in una lettera a Vito Biolchini per i 90 anni del PSd’Az., tra i sardisti illustri che storicamente hanno onorato la Sardegna fa riferimento “alla militanza nell’esercito repubblicano in Spagna fino al sacrificio della vita (gloria di Giuseppe Zuddas nell’episodio di Monte Pelato)”.

Altri richiami alla figura di Zuddas sono contenuti in numerosi scritti e citazioni che riporto nel libro che gli ho dedicato. A Zuddas ha reso memoria nel 1990 l’artista monserratino Gianni Argiolas, che ha collocato la sua immagine, accanto a quella di Emilio Lussu, in un grande dipinto che ricorda un episodio dell’antifascismo monserratino avvenuto il 10 settembre del 1922, che lo vide tra i protagonisti.

Infine, la regista-documentarista Valeria Patanè, che ha indagato negli archivi della polizia politica fascista e negli archivi della guerra civile spagnola, gli ha dedicato un Film-Documentario intitolato “Zuddas” che ripercorre la sua storia e le vicende politiche e resistenziali antifasciste che lo hanno riguardato fino alla sua morte.

Il Film è stato proiettato in diversi comuni della Sardegna, a Torino in un convegno storico su Giustizia e Libertà e, nell’aprile del 2014, a Huesca (Aragona) nell’ambito della “Settimana per la Repubblica di Spagna” che il “Circulo Repubblicano di Huesca” celebra ad ogni biennio. In quella occasione, su invito di quel Circulo Repubblicano, con una delegazione di Monserrato ho partecipato a quel convegno nel quale Giuseppe Zuddas è stato ricordato e ho avuto modo di visitare i luoghi nei quali ha combattuto nella Brigata di Carlo Rosselli, è morto e vi è sepolto in una tomba comune, nel piccolo cimitero di Vicién.

Il 25 Aprile del 2015, in occasione del 70° anniversario della Liberazione, il Comune di Monserrato, su proposta dell’ANPI e della Pro Loco, ha collocato una targa di memoria, con la sua immagine e una didascalia che lo ricorda, di fronte alla facciata di quella che fu Casa Zuddas, in Via Giuseppe Zuddas.

Con la pubblicazione, che ho dedicato interamente a lui, ci proponiamo non solo di rendergli ulteriore memoria ma anche di approfondire alcuni aspetti relativi alle diverse fasi del suo impegno politico di militante sardista, antifascista, giellista e internazionalista, e, in particolare, ai suoi viaggi in Sardegna per conto di Lussu dall’autunno del 1929 fino alla metà degli anni ’30.

Per la ricostruzione dei suoi viaggi e della sua attività a Parigi ho fatto ampio uso dei “rapporti informativi” su di lui della polizia politica fascista e della corrispondenza privata sua, dei suoi familiari e dei suoi compagni di Giustizia e Libertà che venivano intercettate e visionate dalla stessa polizia politica. Le carte con gli “appunti informativi” e le lettere sono state messe a disposizione da Valeria Patanè, che le ha recuperate dall’Archivio del “Casellario Politico Centrale”. Un capitolo del libro è dedicato agli altri sardi che hanno combattuto nella guerra civile spagnola nelle file delle Brigate internazionali.

*Coordinatore ANPI Sardegna

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