Memorandum 12. Il Disegno di Legge sull’urbanistica della giunta Pigliaru? Una proposta da riscrivere [di Salvatore Multinu]
www. sardegnasoprattutto. com 4 giugno 2017. Autorevoli esperti hanno già espresso critiche articolate al Disegno di legge urbanistica approvato dalla Giunta regionale: Stefano Deliperi, Sandro Roggio, Giorgio Todde, i documenti del Fai, di Italia Nostra, del WWF hanno messo in evidenza, in articoli recentemente pubblicati su questo giornale, alcuni punti della proposta che rischiano di segnare un arretramento rispetto alla coscienza ambientale cresciuta nei sardi dopo l’approvazione del PPR, pur con tutti i limiti di quello strumento che occorre non sottacere e sui quali sarebbe opportuno intervenire. In particolare le critiche hanno riguardato gli incrementi volumetrici consentiti per le strutture alberghiere, ritenuti capaci di produrre nel settore economico del turismo, certamente strategico per la Sardegna, i più apprezzabili benefici: prolungamento della stagione, miglioramento della qualità dei servizi, etc… E tanta è la fiducia in questi benefici da aver indotto addirittura ad infrangere quel tabù della fascia di 300 metri dalle coste entro la quale ogni tipo di intervento è, dalla legislazione vigente, precluso. Alle strutture alberghiere, anche se situate in quella fascia, sarebbe consentito un incremento volumetrico considerevole, purché realizzato nella parte dell’edificio retrostante rispetto alla costa e previa un’approvazione regionale che servirebbe, secondo l’assessore Erriu, a garantire la qualità dell’intervento. Alle considerazioni di carattere urbanistico e ambientale già espresse negli articoli citati, vorrei aggiungerne un’altra che attiene, invece, al più generale equilibrio territoriale della Sardegna, da declinare negli aspetti economici, sociali, culturali, istituzionali. Pongo, cioè, la seguente domanda: un provvedimento legislativo di questo tipo va nella direzione di quel riequilibrio tra territori sempre declamato e mai perseguito? O non si rischia forse, con questo ulteriore tassello, di incrementare la differenza, lo squilibrio? Credo che si possa considerare la domanda retorica, e che la risposta non possa essere che negativa. Dal punto di vista economico è ovvio che il provvedimento determini investimenti nelle zone costiere, mentre la Sardegna interna continua ad essere abbandonata a sé stessa; dal punto di vista sociale si produce un ulteriore drenaggio di risorse umane, per altro temporaneo e precario, dai paesi dell’interno verso le coste; dal punto di vista culturale si rafforzano – invece di indebolirle – situazioni di vere e proprie enclaves che isolano porzioni di territorio sardo dal resto dell’isola, aree nelle quali viene contrabbandata una Sardegna che niente ha a che vedere con la sua storia, la sua lingua, le sue tradizioni, cioè, appunto, la sua cultura; dal punto di vista istituzionale, infine, si ha ancora una prevaricazione della Regione (onnipresente, onnisciente, onnipotente) sulle istituzioni locali. Non si fa dunque, con la proposta di legge, un buon servizio a quel turismo sostenibile definito dalla Carta di Lanzarote come fondato su tre obiettivi: la protezione delle risorse ambientali; il beneficio per le comunità locali in termini di reddito, qualità della vita e autenticità socio-culturale; l’integrazione del turista con la comunità ospitante, nel rispetto dei lavoratori e della crescita economica dell’intera società. Ma, soprattutto, si aggrava la condizione di squilibrio territoriale, laddove un’azione di perequazione e di riequilibrio è richiesta nell’interesse non solo delle aree interne ma dell’intera Sardegna. E poiché tale azione – questa è la convinzione di Sinistra Italiana in Sardegna – dovrebbe costituire il nerbo di tutte le politiche regionali almeno per i prossimi vent’anni, se si vogliono davvero combattere i fenomeni (spopolamento, invecchiamento e via dicendo) che vengono quotidianamente denunciati, questa proposta di legge, come tutte le altre che andassero in direzione opposta a quella del riequilibrio territoriale, deve essere, negli aspetti richiamati, profondamente modificata o respinta senza esitazioni. *Segreteria regionale di Sinistra Italiana |