La memoria e la sciatteria [di Maria Antonietta Mongiu]

Mosaico3

L’Unione Sarda 8 maggio 2018. La città in pillole.  E’ dell’umano oltrepassare  infauste situazione mettendo in atto strategie di  autodifesa. Modalità efficace è quella dello straniamento che uno dei formalisti russi, Viktor Šklovskij, teorizzò come focus dell’opera letteraria che consente ai fruitori di non identificarvisi.

Una sorta di alienazione che colloca emittente e ricevente in un’alterità risolutoria. Lo straniamento agisce dalla prima forma letteraria, l’epica, fino alle pratiche del lavoro attoriale e accompagna l’agire umano. Cosa sono altrimenti le pitture paleolitiche di Lascaux in Francia? La più recente ipotesi sospetta che mani di donna vi raffigurassero gli animali che, affollando la quotidianità,  erano referenti di sopravvivenza e insieme di morte.

Pensieri e forse già parole di donne immaginarono che, astraendoli ed alienandoli dalle loro biografie, avrebbero rassicurato la precarietà dei loro destini. L’umanità si è infatti data senso trascendendo la contingenza e trasformandola in opportunità  e poi in attitudine alla commemorazione. Forse così si può riandare, oltre  lo spot o il fantasmatico, alla primavera  di quarant’anni fa. Anche quella del 1978 fu piovosa.

Nelle pagine dell’Unione Sarda la normalità affianca la morte annunciata di Aldo Moro. I cinquantacinque giorni con l’invisibilità di un corpo sequestrato sono in costante dialettica con la potente visibilità  delle foto degli scavi archeologici di Viale Trieste. Il fotografo del giornale materializzò  l’assunto di Roland Barthes che certe fotografie oltrepassano la banale riproduzione.

Con esemplare realismo l’obiettivo colse il desiderio collettivo di straniamento. Cinquantrè pezzi di marmo, comprese diverse statue imperiali, riusati dal tardo antico fino al medioevo, gli fornirono il pretesto.

Con insospettabile sciatteria istituzionale e scientifica, non ci sono riusciti i curatori della “Sardegna romana e altomedievale” che oltre alla damnatio memoriae di chi partecipò a quegli scavi e finanziò nel 2008, come amministratore, i monumentali Corpora delle antichità della Sardegna sbagliano persino l’ubicazione del rinvenimento del Dyonisos che abbellisce la copertina.

E’ ormai di evidenza che il problema dei tempi attuali non sono solo i decisori politici ma nondimeno chi è pagato e preposto per ricostruire memoria e storia.

Lascia un commento