Hic et Nunc il Duo De Rege [di Maria Antonietta Mongiu]
Come molte persone che passano per essere quasi austere e seriose dichiaro, al contrario, la mia passione per l’atellana. Che cos’è si chiederà chi non abbia dimestichezza con la latinità. Si tratta di una arcaicissima forma di rappresentazione. Fondata su un canovaccio e soprattutto sull’improvvisazione, l’atellana era un genere popolare. A tratti osceno e con un retrogusto triste. Gli attori, girovaghi, utilizzavano maschere caricaturali. Pappus raffigurava un vecchio rimbambito, Buccus uno smargiasso che millanta cose non fatte, Dossennus il furbacchione che cerca di gabbare il prossimo, Maccus uno che si abbuffa e non ce le ha tutte, ed infine Kikirrus che, evidentemente, richiama il gallo. Forse questa passione si è alimentata perché nelle nostre semplici e ruspanti infanzie ci è stata negata quella promessa di spasso che era il Circo Zanfretta erede inconsapevole, come la commedia dell’arte, dell’antica atellana. Si sistemava in un luogo seminascosto e periferico quanto raggiungibile. Solleticava la fantasia perché si bisbigliava di animali mai visti, di oscenità, di nani e di donne perdute. Un caravanserraglio incasinato ed improbabile che non manteneva affatto quanto nelle narrazioni veniva amplificato. Nelle nostre comunità il Circo Zanfretta è metafora di luogo che rasenta il comico per l’enfasi della propaganda e la cialtroneria dell’esito. Prometteva di movimentare freddi autunni e gelidi e tristi inverni che tali rimanevano. Federico Fellini in una celebre intervista in coppia con Ugo Pirro apostrofava quest’ultimo perché sembravano il Duo De Rege, visto l’effetto comico della gara a chi cacciava più balle ed aveva più vuoti di memoria. Discendente consapevole il regista di quell’antico teatro popolare come d’altronde il Duo comico a cui si riferiva. Si trattava di due fratelli Guido e Giorgio, meglio noti come Bebè e Ciccio. Le loro esibizioni sono un topos dell’avanspettacolo. I figli diretti Carlo Dapporto, Carlo Campanini e Walter Chiari ed il loro Vieni avanti cretino, o Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, o Lino Banfi, o infine Lillo e Greg ed i loro tormentoni. In Sardegna oggi abbiamo avuto una esaustiva prova di questa antica e perdurante tradizione comica. Scelga il lettore a quali maschere o comici associare quei birichini che stamane hanno dato vita ad una commedia delle menzogne alla Fiera Campionaria di Cagliari. Io l’ho seguita in streaming. Speriamo che l’abbiamo fatto moltissimi sardi chiamati a decidere il 16 Febbraio che il posto di questa compagnia di giro non è il governo della Sardegna. . |
Grande Maria Antonietta. Come la madeleine di Proust l’atellana mi ha richiamato alla mente figure dimenticate … ma fortunatamente bene sostituite dai guitti attuali …
E brava professoressa! Articolo da diffondere.
Mi ricordano tanto Gianni e Pinotto
Letto,firmato,e sottoscritto. . . Come dal Notaio
E meno male che Maria Antonietta c’é!
Ma Berlusconi quando lo faremo sparire?
articolo spassoso e tristemente reale.
L’autrice “…brucia su un rogo cannibalesco un catalogo totale di emblemi deficienti, sotto miserabili sembianze antropomorfe, in una grandiosa e rabbiosa impressionante metafora”.
(parafrasi di un passo da L’ingegnere in blu, dove Alberto Arbasino parla della rabbia con cui C.E. Gadda descrive gli ideali e gli usi di una società stupida, conformista, bigotta, timorata di tutto).