Architetture interrotte (V) [di Franco Masala]

cristallo V dis

Nel giro di pochi mesi Cagliari perse i due principali teatri, il Politeama Regina Margherita (incendiato nel dicembre 1942) e il Teatro Civico (distrutto dai bombardamenti angloamericani nel febbraio 1943). Con la ricostruzione del dopoguerra, inaugurato rapidamente nel 1947 il Teatro Massimo sul luogo del Molino Merello, comunque privato, fu poi la volta di un ambizioso progetto che prevedeva la realizzazione di un locale per spettacoli affiancato da edifici per abitazione nella via Dante, sempre da parte di privati.

Era la parte urbana di Cagliari in piena espansione, a partire dalla piazza S. Benedetto e, quindi,   sembrava particolarmente adatta ad accogliere la complessa costruzione prevista su progetto dell’arch. Guido Vascellari (1949).

Il Teatro Cristallo prevedeva, infatti, un piano terra preceduto da un lungo porticato retto da colonne e, in arretrato, una facciata curvilinea vetrata (da qui il nome dell’edificio) che nascondeva l’ampia sala sovrastata da un altrettanto ampio anfiteatro che avrebbe consentito spettacoli all’aperto sulla copertura. I due palcoscenici posti in verticale l’uno sull’altro erano dotati di montacarichi che avrebbero consentito l’uso funzionale delle due sale.

Furono realizzati i due corpi laterali per le abitazioni, rispettivamente sulla via Tiziano e sulla via Cocco Ortu, frattanto in pieno fermento edilizio, mentre la parte centrale del complesso si fermò per lunghissimo tempo al livello delle fondazioni, rimanendo incompiuta.

Nonostante il tentativo di un comitato di appoggiare la ricostruzione del Civico proprio nell’area abbandonata, nell’estate del 1966 il bulldozer entrò in azione, rimuovendo le parti incompiute con la previsione di ridimensionare il vecchio progetto e realizzare un cinema per circa 1200 spettatori. Anche questa idea venne meno, certamente in rapporto con la presenza a Cagliari di altri edifici per spettacoli e problemi impresariali, così che nel 1972 l’ing. Luciano Deplano completò la parte centrale dell’edificio semiabbandonato con la costruzione tuttora visibile, destinata ad accogliere negozi al piano terra e uffici e abitazioni negli altri piani.

Si rinunciò quindi definitivamente a realizzare il nuovo edificio per spettacoli vagheggiato nell’immediato dopoguerra, tanto più che nel 1964 il concorso nazionale per la ricostruzione del Teatro Civico cominciò a far sperare nella realizzazione rapida del problema grazie anche all’erogazione del risarcimento dei danni di guerra al Comune. In realtà il nuovo teatro venne inaugurato soltanto nel 1993 dopo circa trent’anni di ritardi e di rimandi. Ma questa è un’altra storia.

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