L’aereo di Carmen [di Franco Masala]
A partire dalla novella di Prosper Mérimée il mito di Carmen si è ampiamente radicato e ha avuto una serie di trasposizioni che comprendono quella geniale di Peter Brook nell’indimenticabile spettacolo all’Anfiteatro del 1986, e anche la versione “nera” di Otto Preminger con il film Carmen Jones (1954) ambientato in una fabbrica militare durante la seconda guerra mondiale. È invece il dopoguerra ma di quella civile spagnola che fa da cornice alla produzione dell’opera di Georges Bizet, ora in scena al Teatro Lirico di Cagliari. La regia di Stefan Medcalf, insignita del Premio Abbiati 2006 e ripresa da Daniela Zedda, colloca la vicenda nella Spagna retriva di Francisco Franco pur conservando zingari, contrabbandieri, aficionados della corrida. Rimane certamente il contrasto tra Don Josè, unico personaggio che nel corso dell’opera ha un’evoluzione, anche se in negativo, e Carmen “nata libera e libera morrà” in una vicenda che conserva intatta la sua attualità nell’intreccio di amore, violenza e morte. Rinuncia però al bric-à-brac pseudo-spagnolo tipico di certe Carmen e gioca su colori ocra, sabbia e rosso con grandi pareti che si aprono e chiudono a formare i vari spazi scenici. Con la sola eccezione del terzo atto quando un aereo che trasporta le armi contrabbandate atterra in pieno palcoscenico. Il clima può ricordare quello del celebrato film Casablanca ma l’operazione funziona benissimo anche in virtù dei costumi poveri ma indovinati da dopoguerra e della essenzialità dell’azione, con l’eccezione dell’ultimo quadro che sceglie l’uccisione della protagonista fuori scena (e andrebbe benissimo) ma alla presenza di un torero imbambolato che non muove ciglio. Scene e costumi sono di Jamie Vartan (compreso il bel sipario coloratissimo riproducente un toro ferito che ricorda la fase futurista di Boccioni) mentre Luigia Frattaroli ha ripreso le coreografie funzionali di Maxine Braham e Marco Mereu le luci di Simon Corder. L’opera, rappresentata nell’originale francese con i dialoghi parlati secondo una prassi esecutiva che può scegliere tra versioni differenti che lo stesso Bizet, morto poche settimane dopo la prima del 1875, aveva cominciato a sperimentare, è stata diretta da Massimo Zanetti con qualche fatica riguardo ai tempi scelti con squilibri tra un inizio travolgente e l’andamento da funerale dell’attacco della Chanson bohème, e alla tenuta di certi pezzi d’insieme. Straordinaria e rarefatta invece la resa dell’Entr’acte precedente la grande scena dei contrabbandieri (ma qui vince comunque la musica). Buono il coro e bravissimo, anche nella resa scenica, il coro di voci bianche, molto impegnato sia nel primo che nel quarto atto. Sul palcoscenico Roxana Constantinescu, al debutto nel ruolo di Carmen, sembra bloccata da una voce non esattamente adatta al personaggio con carenze evidenti soprattutto nell’”Aria delle carte” dove i toni scuri, necessari anche per il momento tragico dell’azione, erano inesistenti. Più efficace Amadi Lagha quale Don Josè che esibisce una voce sonora e sicura in tutta la gamma, pur essendo privo di quelle mezze voci che pure non guasterebbero soprattutto nella famosa “Romanza del fiore”. Nell’insipido ruolo di Micaela emerge Francesca Dotto, con riferimento particolare alla grande aria del terzo atto, cantata con pienezza di voce e partecipazione emotiva. Vocalmente Marco Caria è un Escamillo discreto ma penalizzato da costumi discutibilissimi in tutte e tre le mises che esibisce. Negli altri ruoli si notano soprattutto la coppia femminile Daria Kovalenko e Marina Ogii, più a fuoco di quella maschile (Mauro Secci e Enrico Zara, non abbastanza distinti vocalmente), Gianni Giuga e Francesco Leone, decisamente il più adeguato anche nella recitazione. Ciò che manca, però, è il gioco di squadra che in un’opera spesso corale come Carmen dovrebbe balzare in primo piano e che in questa edizione stenta a comparire. *Foto di Priamo Tolu © Carmen opéra-comique in quattro atti libretto Henri Meilhac e Ludovic Halévy, dalla novella omonima di Prosper Mérimée musica Georges Bizet Esecuzione in lingua originale francese con dialoghi parlati, e sopratitoli in italiano venerdì 22 giugno, ore 21 – turno A sabato 23 giugno, ore 21 – turno G domenica 24 giugno, ore 21 – turno D martedì 26 giugno, ore 21 – turno F mercoledì 27 giugno, ore 21 – turno B giovedì 28 giugno, ore 21 – fuori abbonamento venerdì 29 giugno, ore 21 – turno C sabato 30 giugno, ore 17 – turno I domenica 1 luglio, ore 21 – turno E martedì 3 luglio, ore 21 – fuori abbonamento
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