Cagliari, la città dai bianchi colli [di Maria Antonietta Mongiu]

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L‘articolo è la versione estesa di uno pubblicato da L’Unione Sarda il 4/02 2014 (ndr). Dobbiamo allo storico Fernand Braudel, autore del memorabile Civiltà e imperi del Mediterraneo in cui scrive anche di noi, il concetto di storia come lunga durata. Non solo eventi ma intrecci che per essere spiegati necessitano di molte discipline. Il concetto di lunga durata ha nel tempo assunto molteplici valenze ed applicazioni. Un luogo o un oggetto sono di lunga durata al di là del tempo e dello spazio che l’indagine gli riconosce. E’ più rilevante oggi quanto del loro passato incida nel presente e metta nelle condizioni di riconoscere e spiegare quest’ultimo.

La Sardegna ha un’illimitata casistica di lunga durata nei luoghi, nelle consuetudini, nel cibo, nella lingua, nelle geografie. Abbiamo la fortuna di vivere in luoghi di lunga durata e di irripetibile bellezza di cui non andiamo abbastanza fieri. A Cagliari negli stessi spazi dei nostri antenati neolitici e nuragici, fenici, punici, romani, vandali, bizantini, catalani spagnoli, piemontesi. Spesso la matericità di quel passato viene alla luce o sopravvive fuori terra restituendo un paesaggio storico incomparabile. In tanti ne abusano. I più per massima incultura.

E’ di lunga durata persino il nome di Cagliari. Che vertigine confrontare le new towns anonime con il poleonimo (nome di città) Cagliari che i fenici e punici chiamavano KRLY, i greci KARALIS, i romani KARALIS/CARALIS/CARALES, i catalani CALLER, gli spagnoli CALLARI, i piemontesi CAGLIARI. Adattamenti tutti del toponimo paleo sardo, substrato linguistico di prenuragici e nuragici insediati nelle lagune e sui colli del luogo KRLY. Il significato più attendibile è [luogo] delle rocce. Formato infatti dalla radice *kar(r)a = pietra, roccia e dal suffisso-ali dal valore collettivo per identificare le molte rocce.

Già il linguista Max Leopold Wagner riconobbe l’origine paleosarda del poleonimo. Il lessicografo Emidio De Felice né spiegò il significato: [  con la particolare condizione geofisica: le imponenti masse di rocce calcaree nude e scoscese dell’attuale castello e del monte S. Elia, biancheggiantisono lelemento più caratteristico e suggestivo]. Più semplicemente KRLY / CAGLIARI è luogo dei colli bianchi. Mai l’espressione latina Nomen omen (un nome un destino) è stata più calzante.

Il luogo Cagliari è dunque il suo nome da migliaia di anni perché allora come oggi la percezione di Cagliari è fisicamente la città o il luogo dei colli. Li elenco nella sequenza che riconosciamo dall’analisi geografica di Angela Terrosu Asole. Il colle di S. Michele (m 120), il colle di monte Claro (m 61), il colle di Tuvixeddu Tuvumannu (m 96) – monte Is Mirrionis (m 112), il colle di Castello (m 97), il colle di monte Urpino (m 98), il colle di monte Mixi (m 65), il colle di Bonaria (m 50), il colle di San Bartolomeo (m 94) ed il colle di monte Sant’ Elia (m 165).

Il promontorio di Sant’ Elia a sud è unito agli altri da terre alluvionali del pleistocene. Ad est ed ad ovest i depositi miocenici sono chiusi da lagune e stagni. Santa Gilla ad ovest è una laguna, oggi molto ridimensionata nelle sue dimensioni, originata dalla paleo valle fluviale dei fiumi Cixerri e Mannu. Ad oriente persistono, tuttora molto vasti, gli stagni di Molentargius e di Quartu, luoghi di saline almeno dalla fase tardo punica.

Il luogo Cagliari in sintesi è identificabile con il sistema dei colli che ne ha prodotto persino il nome. Questo è persistito fino a noi inalterato i colli un po’ meno e qualcuno di loro per niente.

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