Certo che richiedere il “voto utile” in questo frangente significa che, a conti fatti, la candidatura di Francesco Pigliaru non ha sfondato il muro del suono. E’ il sussurro di un uomo buono, un galantuomo, che avrebbe avuto bisogno ancora di qualche mese per “farsi il fiato”. Non è un caso che l’ultimo appello polmonare a non “sprecare” voti venga da Renato Soru in persona che, nonostante non sia riuscito a governarci insieme e l’abbia defenestrato al secondo anno di collaborazione, oggi, volente o nolente, deve stare con Piglaru, e sostenerlo a spada tratta.
Un contrappasso dantesco per mister Tiscali che ha riformato una coppia davvero strana. Come Albano e la Lecciso, Soru e Pigliaru si lasciarono platealmente al colmo della fama e si ritrovano, in mutua sussistenza, anni dopo quando i riflettori si vanno spegnendo. A quale voto utile si faccia riferimento per questa tornata elettorale è un mistero considerato che più del 50% degli elettori sardi ha comunicato che al momento non ha ancora deciso per chi voterà. Come fare i conti senza l’oste o pretendere il conto al ristorante ignorando il costo del vino.
E’ piuttosto ingenuo pensare che le elezioni siano concluse quando i sondaggi sembrano favorevoli. I sondaggi sembravano favorevolissimi per Renato Soru nel 2009, quando perse grazie a un 9% di progressisti appassionati di voto disgiunto che votarono a sinistra per le liste, ma indicarono Cappellacci come governatore. I sondaggi sembravano favorevoli quando Antonello Cabras perse le primarie a Cagliari. Sembravano favorevoli quando Bersani vinse senza vincere contro un Berlusconi resuscitato per l’ennesima volta.
Avviso ai naviganti: i tempi del controllo capillare delle sezioni di partito è finito, roba vecchissima. E chiedere il voto utile con oltre metà dell’elettorato che non si esprime è davvero la dimostrazione che ci si fa guidare da un’idea vecchissima della politica, e cioè dalla presunzione che i giochi siano fatti. E’ probabile che anni luce fa i giochi sarebbero effettivamente stati fatti, non oggi, con due partiti tradizionali, PD e PDL, che ragionano come se ancora avessero il controllo dell’elettorato, quando è evidente, che dell’elettorato sardo, a questo punto, ne sanno ben poco. E con il principale partito sardo, il M5S, che ha stravinto, col 29%, le recenti amministrative, e che non ha espresso alcun candidato per le regionali.
Ci si può anche voltare da un’altra parte, far finta che tutto ciò non esista, che gli elettori sardi siano solo quelli che, chissà quanto sinceramente, hanno risposto alle insistenti domande dei sondaggisti. Ci si può anche rassicurare con l’ennesima kermesse dei soliti intellettuali locali che negli ultimi anni sono transitati negli uffici dei potenti di turno, più che nei palchi, nelle librerie o nelle sale cinematografiche. Le tornate elettorali costringono a sintesi spesso spietate in cui si tende a confondere la realtà con l’immaginazione, e la realtà, soprattutto per coloro che implorano a questo punto il cosiddetto voto utile, è che sull’arena delle elezioni regionali esiste una compagine, si chiama Sardegna Possibile, che da zero tondo è data oggi al 21%.
La realtà dice che se anche solo la metà degli indecisi andasse a votare per ribadire il suo fastidio per i partiti tradizionali che vincono anche quando perdono, allora vuol dire che i giochi non sono affatto chiusi fino al 17 Febbraio. E che, in termini di voto, è utile quanto si decide per convinzione non per ricatto o per disperazione.
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Ero un po preoccupato, non era ancora arrivato il più grande scrittore sardo vivente a dirci come andrà a finire. Per fortuna adesso con questo prezioso contributo, pur con grossolane imprecisioni, sappiamo quale sia la linea
Paura eh?
Nessuna paura, visti i precedenti articoli con nefaste previsioni, confido nel suo innegabile fiuto all’errore. D’altra parte per chè non dovrebbe perseverare dopo aver sbagliato clamorosamente e ripetutamente. Confido nella conferma della assoluta non conoscenza delle cose di Sardegna.
Marcello Fois in realtà un errore , anche clamoroso, lo ha fatto : non ha previsto un sardo, un sardo residente in Sardegna, così preparato, così critico. Temo che…non se lo perdonerà mai !
Articolo acido…E commenti piuttosto acidi…Io sono convinto che sia F.P. sia M.M. siano due persone credibili e “fresche” ( e meno male, perchè ce n’è un gran bisogno), che cercheranno di operare per il bene del popolo sardo. La posizione di Soru è di grande lealtà nei confronti di F.P. Sono anche certo che se si fosse trovato a dover sostenere M.M. lo avrebbe fatto con uguale lealtà. Non c’è bisogno di spargere acido…ci sono anche persone oneste e leali, perbacco; e in questo frangente mi sembra lo siano tutti e tre.
Ammirazione e rispetto nei confronti degli intellettuali che si pronunciano e cercano di farlo argomentando, offrendoci così interessanti spunti di riflessione.
Ciò che non condivido, pur non potendo sottacere né dimenticare gli errori e l’autolesionismo del Pd fino a poche ore dalla presentazione della candidatura di Pigliaru, è la pretesa che qualcosa che ancora non conosciamo poiché non ne abbiamo fatto esperienza, debba essere considerato migliore e diverso rispetto ai propri concorrenti.
Da dove deriva l’idea di purezza e la patente di onestà e rettitudine cui viene ammantata la candidatura della Murgia? Quali sono le sue comprovate competenze amministrative?
Per quanto mi riguarda la sua candidatura da avversaria di Pigliaru è l’ennesima sconfitta delle forze progressiste, perché l’idea di Sardegna del Soru dei primordi, di Pigliaru stesso e di Sardegna Possibile non mi sembrano poi tanto diverse.
Se parliamo di utopie, visioni, archetipi e spersonalizziamo la politica, il modello di sviluppo proposto da Sardegna Possibile e dal Pd è se non speculare quantomeno complementare.
La furia iconoclasta obnubila la vista e sparando nel mucchio si uccidono anche i propri simili. Il nemico caro Marcello mi pare abiti da un’altra parte e continuando a perpetrare questa lotta fratricida il futuro dell’isola sarà costellato di: campi da golf; cemento; subalternità culturale e via discorrendo.
Questa è realpolitik e ci faremo i conti per i prossimi 5 anni, i quali, farebbe bene la Murgia a trascorrere facendosi un’esperienza da consigliere di minoranza e studiare, studiare e poi ancora studiare per maturare, crescere.
Caro Fernando,
se i prossimi 5 anni saranno costellati di campi da golf, cementom subalternità culturale e quant’altro voglia riservarci il destino, andrei a ricercare le ragioni nei comportamenti del PD sardo.
Possiamo ricordare come è stato gestito il ruolo di principale partito di opposizione per 5 lunghi (suggerimento: in modo pavido e indolente?); possiamo ricordare anche come è stata gestito il caso Barracciu (suggerimento: pura ipocrisia?); possiamo ricordare come è stata gestita la formulazione di un programma di coalizione (suggerimento: arrogante incapacità); possiamo ricordare come è stata considerata la questione morale nella formulazione delle liste (suggerimento: in modo vergognoso).
Per quanto riguarda la scelta del candidato (dopo aver trucidato la povera Barracciu) mi ricordo anche che si esprimeva la necessità di abbandonare le scelte tecniche (eccessivamente orientate a stabilizzare il mondo finanziario a scapito della dignità sociale) per trovare nell’ambito politico soluzioni in grado di compensare i disequilibri causati dai fondamentalisti in stile FMI.
Per completare il filotto, la scelta è caduta sul Monti sardo, di cui tutti vogliono ricordare solo lo scatto d’orgoglio (eroico) contro Soru, ma dimenticano gli insuccessi di due anni di assessorato (progettazione integrata, trattativa Stato/regione, Master&Back).
Siamo stanchi di difendere la linea del Piave dal nemico che è alle porte,
Siamo stanchi di “voti utili”.
Purtroppo un altro nemico ce lo siamo allevati in seno, caro Fernando, e questo, mi creda, fa molto, molto male.
Saluti.