Memorandum 81. Il DdL sull’Urbanistica della giunta Pigliaru è segno della mancanza di competenze e di visione sulla Sardegna [di Gianvalerio Sanna]

sito-inquinato

www.sardegnasoprattutto.com  4 agosto 2018. La Giunta Pigliaru  – con essa anche il Consiglio regionale della Sardegna –  mette il silenziatore alla sentenza della Corte Costituzionale n.178/2018, tentando di derubricare una penosa “figuraccia” a “problemi di procedura” (sic!). L’intento è evidente.

Non sfugge più a nessuno infatti che il messaggio è rivolto principalmente agli interlocutori che del Disegno di legge sull’urbanistica sono i committenti ed i primi potenziali fruitori e si pone in questi termini: “state tranquilli, neppure la Corte Costituzionale ci fermerà”.

Che il messaggio sia rivolto ai Comuni della Sardegna è da escludere. Questi nell’attuale fase di irriducibile neo centralismo regionale sono ormai ridotti a riconsegnare le chiavi perché non hanno più mezzi per dare i servizi elementari ai cittadini. Figuriamoci se possono reggere il peso organizzativo e strutturale di una complicazione burocratica e procedurale che questo DDL certamente comporterà.

Si può tuttavia immaginare a cosa si riferisca con insistenza l’assessore Erriu quando evoca banali problemi di procedura, considerando che la stessa Corte Costituzionale richiama la Regione alla possibilità di modifica del PPR attraverso lo strumento della copianificazione come stabilito dal Codice Urbani.

Ma se così fosse perché non è stata fatta prima e non si attiva ora anche per il DDL sull’Urbanistica? La risposta è scontata quanto semplice.

Fare copianificazione significa avere una visione complessiva della Sardegna, profonda conoscenza della stessa e di conseguenza consapevolezza e idee. Significa anche mettere in campo competenze, impegno e fatica per argomentare e giustificare allo Stato le ragioni di una diminuzione o di una eventuale eliminazione dei regimi di tutela stabiliti congiuntamente nel PPR.

La giunta Pigliaru in verità ha in questi anni vistosamente dimostrato di non avere visione e un progetto di Sardegna al punto che l’isola è ridiventata Regione Obiettivo 1 ovvero è nuovamente tra quelle più sottosviluppate d’Europa. Va da se che una giunta così sprovvista di competenze e così sprovveduta non è in grado di giustificare in alcun modo come la diminuzione della tutela nei 300 metri più delicati di tutto l’ecosistema sardo, possa rappresentare un vantaggio per l’interesse pubblico e per l’isola in generale, soprattutto perché lo sviluppo delle attività umane e  quindi anche turistiche, non può più realizzarsi al prezzo del consumo dei beni comuni e delle risorse non rinnovabili.

Questo passaggio epocale è stato stabilito una volta per tutte dalla Convenzione Europea sul Paesaggio a Firenze nel 2000, recepita dallo Stato con il Codice Urbani e in seguito dal PPR della Sardegna e nessun potere regionale può modificarlo unilateralmente.

La verità, per altro indicata in tutti gli orientamenti e sondaggi, dice che la giunta Pigliaru, come per altri ambiti, non ha idee e strategie nel turismo e ribadiamo, più in generale, non sa in che cosa debba consistere il futuro della Sardegna. Come dunque potrebbe cimentarsi nella fatica della copianificazione e nella complessità di un pensare così alto come ha potuto fare a suo tempo, nella sua filosofia intrinseca, il PPR della Sardegna?

La Sentenza della Corte non è silenziabile soprattutto per il richiamo severo che essa  indirizza alla Regione:” Questa Corte ha già avuto modo di affermare, anche di recente, proprio con riferimento alla Regione autonoma della Sardegna, che «la conservazione ambientale e paesaggistica spetta, in base all’articolo 117, secondo comma, lettera s), Cost., alla cura esclusiva dello Stato [e che ] le disposizioni del Codice dei beni culturali e del paesaggio si impongono al rispetto del legislatore della Regione autonoma della Sardegna, anche in considerazione della loro natura di norme di grande riforma economico-sociale e dei limiti posti dallo stesso statuto sardo alla potestà legislativa regionale (sentenze n. 210 del 2014 e n. 51 del 2006)» (sentenza n. 103 del 2017).”

Emerge, al contrario da tale richiamo, la nota propensione del governo regionale alla “protervia” ovvero a quella arroganza ostinata di chi non intende sentire ragione alcuna rispetto alle proprie decisioni, neppure al cospetto di chi dalle sedi giurisdizionali più alte dello Stato richiama al rispetto della Costituzione.

Dunque il silenziatore deve essere utilizzato per rassicurare qualcuno in particolare secondo quel noto detto “parlare a nuora perché suocera intenda”? Ma perché? Forse per inseguire un consenso che ha già staccato il biglietto della prossima legislatura per altri lidi? Pare davvero poco e meschino, se così fosse!

Il DDL sull’Urbanistica così come si sta cucinando nella Commissione Urbanistica del Consiglio regionale, presieduta da Antonio Solinas e pattugliata quotidianamente dall’assessore  Erriu,  è nato dall’esigenza e dall’idea di coniugare, saldandoli,  il Piano casa (provvedimento nato temporaneo e straordinario e ormai prorogato fino al 2019) con la ordinarietà e la continuità temporale della legge urbanistica.

L’idea dell’urbanistica classica e oggi quella nei luoghi che hanno a cuore il bene comune, al contrario,  è sempre stata quella di “determinare” e non di “derogare” ordine urbano e territoriale, fatto di limiti, di convenzioni e di cautele motivate e differenziate fra loro.

Questo concetto è stato fatto saltare fin dalla genesi del DDL sull’Urbanistica perché le sue redazione ed attuazione sono state poste nella mani interessate di chi non ha mai agito nell’interesse della collettività ma secondo altre logiche di opportunità. E’ qui, in questo tornante difficile, che si è persa la politica e con essa si sono smarriti competenza, rigore e  passione civile di coloro che dovrebbero, prima di ogni cosa, tutelare l’interesse generale.

Diceva un indimenticabile amico e “profeta” della buona politica :”non abbiamo mai visto dei naufraghi che si salvino aggrappandosi alla forza delle onde”. Non succederà neppure questa volta.

Lascia un commento