Impressioni di superficialità [di Raffaele Deidda]

Stipendi

Nella commedia di Oscar Wilde “The Importance of Being Earnest” (“L’importanza di chiamarsi Ernesto”), c’è un passaggio in cui Lady Bracknell intervista Jack Worting, interessato alla mano di sua figlia Gwendolen. Lady Bracknell: “I suoi genitori vivono ancora?” Jack Worthing: “Li ho persi tutti e due”. Lady Bracknell: “Perdere un genitore, signor Worthing, può essere considerata una disgrazia. Perderli tutti e due crea un’impressione di superficialità”.

Il dialogo, carico di humor british, fa indubbiamente sorridere. Rattrista e sconcerta invece la notizia che in Italia si è perso un milione di posti di lavoro in tre anni fra gli under 35. Un numero così smisurato di posti di lavoro persi, direbbe Lady Bracknell, crea l’impressione di superficialità. Davvero distratti questi giovani che hanno portato il numero degli occupati da 6,3 a 5,3 milioni! Il dato è dell’Istat. Dalle tabelle del secondo trimestre 2013 si evince che il tasso di occupazione giovanile ha subito un crollo dal 65,9% al 60,2%. C’è poco da sorridere se si pensa quanti giovani adulti vivano al di sotto della soglia di sussistenza mentre sembra che anche l’attuale governo delle “larghe intese”, come gli altri, non vada oltre gli annunci generici di aiuti ai giovani e non sappia o non voglia realizzare che il problema della disoccupazione è generazionale e non solo anagrafico.

Che fine ha fatto il milione di nuovi posti di lavoro promessi da Silvio Berlusconi con l’eclatante contratto stipulato con gli italiani. Quel milione di posti promessi è pari a quello perso negli ultimi tre anni solo dai giovani fino ai 35 anni. E che fine hanno fatto i 100.000 nuovi posti di lavoro promessi in Sardegna dal duo Berlusconi-Cappellacci? Solo tra giugno 2012 e giugno 2013 la Sardegna ne ha perso 54.000. Si sono volatilizzati nella demagogia che la giunta Cappellacci ha creato grazie ai media regionali amici, sempre disponibili a decantare le prodezze e i programmi di aCappellacci per la Sardegna. Specie in quella Pubblicità Istituzionale che la Regione attiva, a pagamento, per l’appunto attraverso i media. Chissà perché i programmi di Cappellacci sono sempre al futuro, mai al presente. Ancor più nel finale di legislatura che motiva una campagna elettorale pressante, un presenzialismo asfissiante, suo e dei supporters, in tutti i media locali. Così è tutto un susseguirsi di presenze “istituzionali” che decantano il suo lavoro nell’impiego delle risorse regionali a favore delle attività produttive della Sardegna. Si citano cifre e spese. Appaiono consistenti. Si tace sul fatto che si tratta di percentuali molto basse in rapporto alle risorse, in gran parte, comunitarie. Intanto gli occupati sardi sono scesi da 606 mila a 552 mila, mentre sale il tasso di disoccupazione di oltre tre punti fino ad un drammatico 18,6%.

A fronte di questo disastro che Cappellacci cerca di occultare, che fanno il l’opposizione e soprattutto il Pd? Il Pd, in solitaria, fa campagna elettorale per le Primarie che dovranno indicare il candidato presidente da contrapporre al centrodestra. E’ una campagna elettorale densa di contenuti e di ricette unitarie per affrontare, senza demagogia, la crisi ormai strutturale della Sardegna? Non pare. Se anche Fabrizio Barca, reduce dagli incontri con il Pd sardo, alla festa nazionale dei Giovani Democratici ha detto: “In Sardegna sta partendo male lo scontro che sta avvenendo fra i quattro candidati alle primarie per la presidenza della Giunta. E’ tutto di personalismi, tutto di schieramenti, tutto di ex, ex. Si sono pure dimenticati di quante volte ex sono”. L’avrà colto il Pd il messaggio di Barca di “stare addosso alla vicenda sarda”, che “sta partendo male”? Probabilmente no se, a dirla con Alberto Asor Rosa, i partiti sono “ larve di organizzazione, non più in grado di secernere il grano dal loglio, perché la confusione sociale circostante si è riversata anche al loro interno” e la politica è oggetto di una crescente e motivata sfiducia nei suoi principali strumenti, i partiti e la loro “classe dirigente”. Così gli “ex ex” continuano a scontrarsi, dimentichi di quante volte sono “ex” ed indifferenti alla patente di trasformismo che gli elettori delusi gli attribuisce.

Uno dei candidati del Pd vincerà le Primarie in Sardegna non per la fiducia degli elettori ma perché avrà messo insieme più apparato. Sfiderà poi il candidato del centrodestra che probabilmente sarà ancora Cappellacci, il peggior presidente di sempre della Sardegna. Logica vorrebbe che con un avversario così sia facile vincere ma con un centrosinistra caratterizzato dai personalismi, dagli arrivismi, dagli schieramenti è molto facile perdere. E i posti di lavoro? Persi. Con impressionante superficialità.

One Comment

  1. Lisa

    Vi leggo dal Canada. Anche se la situazione qui non è grave come lì, è sempre la stessa storia. Dei Jean Valjean se ne trova pochissimi.

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