Senatus populusque…[di Franco Meloni]
Appartenendo alla parte ormai minoritaria degli elettori per le prossime regionali, seguo con stoico interesse il procedere della conquista del consenso da parte degli aspiranti governatori. La diffusione di face book amplifica, a volte con intensità inutilmente stridula, la sequenza di notazioni, non sempre motivate, su aspetti ritenuti importanti in una frammentazione di giudizi su aspetti che vanno dalla nota di folklore puro a esami accurati di profonde motivazioni politicamente definite. L’attenzione, nella nostra Isola disperata, sembra esclusivamente focalizzata su previsioni che abbiamo imparato essere basate sul senso di gradimento di persone e meno di idee che dovrebbero essere rappresentate. Intanto la storia procede. La Svizzera riesce a ribadire, se pure con un minimo scarto, la propria intolleranza nei confronti degli stranieri senza iban, nei sacri valori dell’unità del franco. Il Governo è meno tranquillo calcolando la quantità di lavoro che non potrà essere fatto da cittadini rassicurati ma poco desiderosi di tenere immacolati gli impianti igienici. E i padani sono sconcertati nell’accorgersi che altri sono più a nord del dio Po. In Francia macina consensi ad una signora che, molto gentilmente, annuncia propositi bellicosi. Il resto e’ confusione. Quella che nei sogni dei Padri dell’Europa sarebbe dovuto essere una macroregione di libero scambio, sembra ritornare alle tragiche divisioni nazionalistiche, nel peggiore del senso del termine. E l’Italia si avvicina alle elezioni europee. Se una cosa si è capita nella dinamica complessa della Scienza Triste, i fondi comunitari possono essere una delle risorse vitali per noi, italiani e ancora di più sardi. Una nazione ha bisogno di competenza e di etica. La nostra Costituzione rappresenta un punto fermo nella straniante confusione di questi anni bui. Una modifica di un aspetto quale la composizione delle Camere, con riduzione dei compiti e delle prerogative del Senato, dovrebbe raccogliere contributi non improvvisati in oscure cene con oscuri figuri. Non si possono patteggiare regole con chi è accusato di averle infrante. L’articolo sul Sole 24 Ore di domenica 9 Febbraio del Professor Gianmario Demuro sollecita una attenta analisi sul modo di affrontare il problema che non può essere ridotto esclusivamente ad un risparmio economico. La “società civile”, se ha ancora un senso il termine, appena finita la giostra delle regionali, dovrà occuparsi responsabilmente anche di queste possibili modifiche della nostra sana e robusta Costituzione. *Fisico. Università di Cagliari
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