Signori candidati …[di Franco Masala]
E’ sempre più frequente vedere all’esterno di edifici condominiali una cassetta collettiva per la pubblicità, quand’anche non ci sia un avviso dove si ribadisce che non è gradito materiale pubblicitario. Ma il rifiuto dei “santini” elettorali è forse una novità e fa riflettere sulla portata e sul significato dell’annuncio. In una casa dell’Oristanese è leggibile un’avvertenza che, al di là del sorriso che possono suscitare le “imperfezioni” linguistiche, colpisce dal momento che appare come il sintomo di un rifiuto che va facendosi sempre più radicale. E’ soprattutto quel “Siete tutti uguali. Aiutate i cinesi, gli extracomunitari” fa preoccupare e intuire un’insofferenza marcata che mette insieme confusamente antipolitica e xenofobia, facendo di ogni erba un fascio. Il fatto è che “la politica italiana è precipitata in un vuoto dove ha perduto capacità di comprendere la società, dando spazio alla sfiducia dei cittadini e alla conversione della politica in protesta” (Stefano Rodotà, la Repubblica, 11 febbraio 2014). Il politico è percepito ormai come altro da sé, la “poltrona” è considerata una sorta di prolungamento dal quale nessuno ha voglia di staccarsi. E il numero altissimo di chi vuole astenersi dal voto va contro le conquiste della democrazia ma, contemporaneamente, dovrebbe essere un buon viatico per una revisione totale dei comportamenti dei politici, sempre più lontani dalla gente comune e, soprattutto, dai suoi problemi. E non vale interrogarsi se il non-voto sia più numeroso a sinistra, a destra o nel centro, quanto chiedersi perché l’astensionismo cresce costantemente e rischia di diventare il primo “partito” alle urne. Il progressivo sbriciolarsi dei partiti storici, la loro gemmazione in tante piccole formazioni, litigiose e spesso in concorrenza tra loro, la sfiducia nei confronti del Palazzo, gli scandali continui, sono altrettanti segnali di ciò che non funziona e attende ormai da anni un cenno in senso contrario. “Signori candidati” … meditate.
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rende perfettamente l’idea di quello che pensano i cittadini dei nostri candidati.