Memorandum 83. “Quasi una legge urbanistica” disse l’assessore dopo l’approvazione di una legge sulla “semplificazione” [di Redazione]
“Quasi una legge urbanistica” disse l’assessore regionale, parte di una giunta dall’insostenibile voglia di cementificare la Sardegna, a proposito dell’approvazione di una farraginosa legge sulla “semplificazione”. Si potrebbe aggiungere tanto tuonò che piovve! Al netto di infiocchettamenti e dell’immaginetta del “presidente buono”, il denominatore dei cinque anni della giunta regionale di centro sinistra sono gli atteggiamenti arroganti, Quelli che, solitamente, occultano l’inconcludenza e l’assenza di concretezza. Arroganza massima specie verso un’opinione pubblica sempre più consapevole che pone domande ogni volta che scopre che il presidente eletto per estendere il PPR a tutta la Sardegna, è in realtà mosso da desiderio di consumare territorio con una visione del mondo in perfetto stile anni 60/70: industrialismo e cementificazione eterodiretti e gregari. Cosa mai aspettarsi ancora da una giunta regionale che, dopo essere stata costretta da comitati, associazioni, cittadini autorganizzati e documentati, a ritirare una legge urbanistica, tutta consumo di suolo e cementificazione, inserisce in una legge omnibus, chiamata paradossalmente della “semplificazione” (sic!), norme urbanistiche che fanno appunto dire all’assessore regionale all’urbanistica “una quasi legge urbanistica”. Evviva e complimenti! Ecco un bell’esempio di sincerità o forse di delirio di onnipotenza. Che dire inoltre del “presidente buono” che apostrofa esponenti del “Gruppo di studio per un’urbanistica sostenibile” con l’accusa di non dire il vero perché in www.sardegnasoprattutto.com abbiamo usato in diversi articoli, che rieditiamo, le stesse espressioni del suo assessore ma dimostrando con norme e commi che si tratta di un estremo tentativo di far passare una “quasi legge urbanistica”. Ci saranno certamente impugnative e ricorsi perché si tratta di norme incostituzionali! Saranno imputati al governo attuale di altro colore politico. Ma a questa giunta è già successo persino da parte del ministro Franceschini del Pd, stesso partito del presidente e del suo assessore, specializzati nel non ascolto di personalità, studiosi, professionisti che nella vita hanno mostrato di avere competenze e mestiere proprio nei settori in cui da anni intervengono, pro bono, a tutela della Sardegna. Se si somma la proroga fino al 2019, da parte sempre del “presidente buono”, del “Piano casa Cappellacci”, possiamo ben dire che il centro sinistra sardo è fratello gemello del centro destra ma è un fratello cadetto perché ha meno coraggio nel dichiararsi sanamente cementificatore come il centro destra ha sempre, coerentemente, fatto. Buona campagna elettorale sperando per il bene dell’isola e dei Sardi in decisori che amino la loro terra con atti concreti. Dichiarino i candidati cose fondamentali in tal senso tra cui: estensione del PPR; legge urbanistica degna di quel Piano; sospensione immediata del Piano casa; annullamento delle norme sull’urbanistica contenute nella cosiddetta legge sulla semplificazione; politiche per l’istruzione che non siano faraoniche scuole deserte di alunni piuttosto che la manutenzione ordinaria,l’allestimento di laboratori specializzati, procedure secondo i format OCSE Pisa e INVALSI; piani per i beni culturali che non siano i cantieri di scavo che surrogano gli sciagurati cantieri per l’occupazione degli anni Cinquanta; sanità veramente pubblica che non scarichi disservizi e risparmio su marginali e invisibili. Di seguito ripubblichiamo con la dicitura Memorandum i tre articoli usciti in questa rivista il 22 ottobre 2018.
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