Per Tiziana Olivari. Sassari martedì 18 febbraio [di Maria Antonietta Mongiu]
Zenodoto di Efeso, chi era costui? Un filologo che Tolomeo Filadelfo, sovrano d’Egitto, incaricò, nel primo III secolo a.C., di creare la Biblioteca d’Alessandria la cui distruzione, tra tardo antico ed altomedievo, è uno dei crimini dell’umanità. A Zenodoto si deve il palinsesto della biblioteca e dell’essere bibliotecario ovvero del luogo dove si vorrebbe vivere e della persona che vorremo essere. Individuare, schedare, annotare, commentare, conservare, curare rotolo o libro in un luogo dedicato. Infinito l’elenco da allora di questi speciali luoghi e personaggi. Chi non ricorda le raccomandazioni di Cicerone sulla ricerca e conservazione di scritti o Sant’Agostino che cristiano non volle rinunciare alla sua biblioteca pagana o l’Averroè di Dante. Esempio di multiculturalità con la sua tradutio vel interpretatio che ci ha consentito di leggere Aristotele. E appena più tardi Francesco Petrarca. Viaggiava solo per raccogliere testi antichi, salvando quanto era sopravvissuto all’intolleranza e all’iconoclastia della stupidità. E Machiavelli che, in esilio, vestiti i panni curiali dialogava con i dodici cesari. Fino all’irraggiungibile biblioteca del conte Monaldo Leopardi che per essa aveva impoverito la famiglia ma aveva consentito a Paolina e al fratello Giacomo studi matti e disperati. Potremo proseguire con Jorge Luis Borges, bibliotecario sublime, malgrado la cecità incombente, in quelle biblioteche reali che nella sua scrittura diventano fantastiche, dove verità e invenzione sfumano l’una nell’altra. Sarà mai assolta la nostra contemporaneità per quella pulizia etnica perpetrata dai nazionalisti serbi con l’incendio della Biblioteca di Sarajevo? Andò a fuoco una delle più importanti collezioni di manoscritti. La sua morte materializza l’incubo preannunciato da Fahrenheit 451, romanzo di Ray Bradbury, diventato celeberrimo film, in cui leggere era punito e i libri bruciati. L’angoscia che si prova al solo pensiero sarà mai risarcita dalle visite all’insuperata Biblioteca del Trinity College di Dublino o alla splendida Sala Settecentesca della Biblioteca Universitaria di Cagliari o a quella della Biblioteca Universitaria di Sassari? In quest’ultima martedì 18 febbraio alle ore 17:30 una bella iniziativa Per Tiziana Olivari ricorderà una bibliotecaria, illuminata ed intelligente, mancata nel 2012. La manifestazione a cura della Biblioteca Universitaria e dell’Università di Sassari vedrà la presenza della direttrice della Biblioteca, Maria Rosaria Manunta, del rettore Attilio Mastino, di Aldo Maria Morace, già preside della facoltà di Lettere e Filosofia, di Francesca Casule, soprintendente per i Beni Architettonici delle Provincie di Sassari e Nuoro, dei bibliotecari Rita Cecaro, Davide Deiana e Paola Porcu ed infine di Giorgio Montecchi, ordinario di Biblioteconomia nella Statale di Milano. In quella Biblioteca ed in quella Università Tiziana Olivari è stata vice direttrice e professore a contratto di biblioteconomia e bibliografia e di storia del libro e dell’editoria. In quel luogo grande ed indefessa la sua attività di animatrice culturale. La nostra è infatti una nazione dove in un anno il 57% della popolazione non legge neanche un libro (compresi i laureati), il 43% almeno uno, solo il 10% frequenta le biblioteche. La preziosità del suo lavoro di bibliotecaria e di didatta era rendere la biblioteca e le discipline relative luoghi di studio ma anche di incontro e dialogo culturali. La densità dell’attività di studio è ben rappresentata dalla qualità e quantità dei suoi lavori scientifici e dalla sua capacità di divulgazione. Ricordiamo fra i tanti il volume Dal chiostro all’aula. All’origine della Biblioteca dell’Università di Sassari (Roma, Carocci, 1998) ed i saggi sulla storia della stampa in Sardegna, sull’edizione della Carta de Logu di Arborea, sulla storia delle tipografie e dell’editoria settecentesca, sui tipografi sassaresi dell’Ottocento, sull’editoria sarda degli anni venti del Novecento. Ha curato le schede relative all’editoria sarda per i due volumi degli Editori italiani dell’Ottocento. Repertorio (Milano, Franco Angeli, 2004). Ha collaborato alla Storia dell’Università in Italia, diretta da Giampaolo Brizzi, Piero Del Negro, Andrea Romano (vol. II, Messina, Sicania, 2007) con due saggi dedicati rispettivamente al libro universitario e alle biblioteche nel Medioevo e nell’età moderna ai teatri anatomici e gli orti botanici. Postumo il volume La Biblioteca di Garibaldi a Caprera (Milano, Franco Angeli, 2013) con la schedatura, per la prima volta, di 2039 opere possedute dall’Eroe dei due mondi e un ampio saggio introduttivo sulla fisionomia delle biblioteca garibaldina e sulla dimensione di Garibaldi “ lettore” . Sardegnasoprattutto con le amiche di Donne in Carrelas e di Topografia femminile conduce un’azione positiva perché luoghi pubblici vengano dedicati a donne che hanno messo al centro della loro vita il bene comune e l’interesse generale. Dell’elenco fa parte a pieno titolo Tiziana Olivari.
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Bel ricordo. Ebbi modo di incontrare Tiziana Olivari anni fa per una ricerca nella biblioteca sassaresse e ne apprezzai la disponibilità e la cortesia squisite.
Bellissimo ricordo di una donna semplice, umile e disponibile.
Cosi’era la Signora Tiziana. Il mio ricordo torna indietro negli anni quando arrivava al Teatro Verdi in occasione delle tantissime stagioni liriche, posso dire………Trascorse insieme.
Ciao Tiziana