La strana logica modale del governatore uscente [di Silvano Tagliagambe]
Ieri, lo confesso, sono entrato in crisi. Tutte le mie conoscenze di logica sono andate a farsi benedire di fronte all’ostentata tranquillità con la quale il governatore uscente della Sardegna, a proposito dell’approvazione del “nuovo” PPR senza la conclusione della Valutazione Ambientale Strategica (VAS), ha asserito (non ci avrei creduto che se non l’avessi sentito in tv con le mie orecchie) che questa valutazione “è necessaria ma non vincolante”. Come possa esistere un qualcosa che è necessario senza che da questa necessità scaturiscano dei vincoli, sarò turrao, ma proprio non riesco a capirlo. Nell’ambito della logica formale, che è lo strumento che ci insegna come ragionare e argomentare correttamente, la logica modale fissa i diversi modi (da qui il suo nome) in cui una proposizione può essere vera o falsa. La distinzione che viene proposta è molto semplice: una proposizione può essere vera o falsa necessariamente, e dunque in qualsiasi contesto; oppure vera o falsa possibilmente, cioè in modo contingente, in certe situazioni si e in altre no. Un “vero-necessario” è pertanto vero in tutte le parti del mondo, senza eccezioni; ed è per questo vincolante per chiunque. Ora scopriamo che, secondo il governatore uscente della Sardegna, c’è una terra che fa eccezione rispetto a questo principio universale: la nostra Isola, appunto, dove un atto, pur essendo necessario, può essere considerato non vincolante. Dalla logica modale generale discende la logica modale deontica, che tratta, con le stesse regole, enunciati quali “È obbligatorio che…” ed “È permesso che…”, tra i quali sussiste la stessa differenza precedentemente posta tra gli enunciati “È necessario che…” ed “È possibile che…”. Dunque, se è un qualcosa è necessario, è anche obbligatorio, e, di conseguenza, vincolante. Si dirà pertanto che “È possibile fare a meno della VAS” se e solo se “Non è necessario approvare la VAS”. Con la logica in generale, e con quella modale in particolare, si cerca di modellare e formalizzare l’intelligenza, cioè di capire come debbano operare gli agenti intelligenti in ambienti dinamici e di fronte a specifici problemi. Violare le regole e i principi che sono alla base di essa significa dunque… La conclusione, fin troppo semplice, la lascio a che legge.
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