Una domenica “bestiale” [di Franco Masala]

Carnevale-di-Samugheo-

Metti un bel sole quasi primaverile. Aggiungi un’atmosfera festosa con gli amici. Completa con pane, vino e formaggio e il Carnevale di Samugheo è servito. Banditi i costumi “tradizionali” – da Arlecchino alla classica fatina fino ai più moderni Zorro e Batman – è la festa delle maschere che animano il Carnevale di diversi paesi della Sardegna con abbondanza di corna, di pelli, di catene e campanacci. A cominciare da s’Urtzu e da sos Mamutzones dei padroni di casa che rappresentano, rispettivamente, il dio da immolare e i suoi seguaci, è del tutto evidente il legame con la cultura agropastorale che peraltro sembra affondare le radici nei riti ancestrali pagani comprendenti i culti della terra e il mistero della vita e della morte.

Al di là dei significati più nascosti uno degli aspetti più significativi è, però, il coinvolgimento della folla che gremisce le strade del paese. Carnevale vuol dire trasgressione e allora non è infrequente che maschere apparentemente impassibili si gettino, improvvisamente, contro il malcapitato di turno, sporcandolo con il nerofumo o facendolo spaventare con lazzi di vario genere.

Per non dire dello spericolato urthu di Fonni che, ricoperto di una pesante pelliccia grigiastra, aggredisce uomini, donne e tutto ciò che incontra sul suo cammino, arrampicandosi dappertutto, dai lampioni agli alberi, dai balconi alle terrazze,  mentre  sos Buttudos, uomini incappucciati vestiti di nero con campanacci sulle spalle, tentano di domarlo.

Per la gioia dei fotografi, professionisti o dilettanti, non è meno interessante la vestizione delle maschere venute da Ottana, Gavoi, Orotelli, Ollolai, Orani, Fonni, Ortueri e Neoneli, sia per il complesso gioco di indumenti che richiede, sia perché coloro che sfileranno con il viso coperto da una maschera o da un cappuccio sono visibili “al naturale”. E spesso si tratta di giovanissimi, fieri della loro parte, o di bambini che cominciano ad appropriarsi delle loro tradizioni e della loro cultura.

In contrapposizione con i toni scuri delle maschere sarde risultavano ancor più vivaci quelle coloratissime e festose del Carnevale di Aliano (provincia di Matera) – il paese di Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi – che hanno partecipato da ospiti alla sfilata.

 

3 Comments

  1. Benedetto Mameli

    Complimenti per l’articolo Professore, acuto e assolutamente rispondente alla realtà.

  2. Luigi Puddu

    Bravo come sempre, Franco!

  3. JumpFly

    Credo che sia doveroso fare i complimenti all’associazione Mamutzones per l’organizzazione dell’evento e per essere riusciti a gestire in maniera impeccabile le oltre diecimila persone presenti.
    Complimenti anche al Prof. Masala che è riuscito ha descrivere esattamente l’atmosfera chi si respirava quel giorno a Samugheo.

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